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Maldamore

Creato il 14 luglio 2014 da Ussy77 @xunpugnodifilm

locandinaTante urla per nulla

Quattro attori che urlano e strepitano sullo schermo cinematografico per poco più di un’ora e mezza. È questo il canovaccio su cui si costruisce Maldamore, una pellicola che narra della normalità del tradimento, analizzando due coppie con evidenti problemi di comunicazione.

Paolo è un musicista sposato con Sandra, mentre Marco è sposato con Veronica, la sorella di Paolo. Una sera Paolo e Marco stanno conversando e Marco rivela di avere una storia con una ragazza con la metà dei suoi anni. A sua volta Paolo confessa di avere avuto una storia durante una trasferta di lavoro. Purtroppo le rispettive consorti sentono le confessioni e le due coppie scoppiano, ognuna seguendo le proprie dinamiche.

Chiaramente d’impostazione teatrale (le ambientazioni sono per lo più in interno) e giocato esclusivamente sulla dialettica di “coppia”, Maldamore è una commedia sopra le righe, nella quale tutto è urlato ed esasperato. E non basta avere un cast di un certo livello se la sceneggiatura è malamente costruita. Difatti Ambra Angiolini, Alessio Boni, Luisa Ranieri e Luca Zingaretti (totalmente fuori parte) si alternano sulla scena tra accuse e nervosismo imperante. Il tutto è corroborato da nicotina “ammazza stress” e dal tradimento coniugale come trait d’union. Tuttavia, come già anticipato, la pellicola fa leva su battibecchi esasperati, mettendo da parte i mezzitoni che avrebbero reso questo prodotto più godibile e divertente. Le sequenze accompagnate da gag al limite dell’assurdo dimostrano come il genere commedia (in Italia) sia pesantemente in crisi e come l’analisi di coppia sia relegata a litigi e insulti. Difatti non ponendo limiti (anzi oltrepassandoli costantemente) Longoni si rifà al modello polanskiano di Carnage senza possederne le carte in regola. Perché se in quel caso il montare rabbioso procedeva in modo graduale per poi esplodere, in Maldamore la miccia comincia a mietere vittime dalle primissime inquadrature senza, realmente, spegnersi mai.

Il regista Longoni si fa prendere eccessivamente la mano, calca i caratteri dei personaggi e mette in fila quattro stereotipi dell’infedeltà (seriale, occasionale, emotiva e razionale), ma mostra il fianco nei riguardi di un’impostazione eccessivamente televisiva, che sfodera macchiette in modo innaturale. Ed è proprio per questo motivo che Maldamore si rivela un prodotto da evitare, senza capo nè coda, proprio perché manca quella dimensione drammatica che renderebbe molto più verosimile la vicenda.

Matrimoni in frantumi e lenzuola fedifraghe divengono i veri protagonisti di una pellicola che per rallentare deve obbligatoriamente ostentare un finale distensivo e privo di idiosincrasie. Insomma si torna alla normalità, perlomeno fino alla prossima litigata.

Uscita al cinema: 13 marzo 2014

Voto: **


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