Magazine Diario personale

Manicheismo mediatico

Da Anacronista
Volevo fare un tributo alla tv di Stato con un post intitolato "Giletti e la lotta di classe" ispiratomi dalla visione autolesionista del programma "L'Arena" andato in onda domenica pomeriggio su Rai 1. Volevo riflettere sul disperato tentativo di alcuni ospiti presenti di trattare con la dovuta serietà il tema delle disuguaglianze del reddito, sistematicamente stroncato da Giletti, Mughini e Klaus Davi, prima di passare al collegamento da Mosca con Pupo. Volevo interrogarmi sul fatto che ogni tentativo di parlare di "lotta di classe" da parte del rappresentante della CGIA di Mestre sia stato sistematicamente messo a tacere dai suddetti intellettuali - non sia mai che evochiamo pericolosissimi concetti marxiani la domenica pomeriggio davanti a milioni di persone perbene. Poi però ho pensato che è davvero snervante prendersela con la superficialità pagata dai contribuenti e rivomitata per tutti gli schermi del Belpaese in fascia non protetta (dall'intelligenza). Non ultimo, credo di aver meglio da fare. 
 Tuttavia, dopo la manifestazione del 19, avendo constatato il racconto mediatico costruito a reti unificate intorno a quella, sempre uguale a se stesso ogni anno, non posso esimermi da un fugace e grottesco confronto col quarto potere e devo sottolineare un concetto che a molti - ma mai troppi, ahinoi - è già dolorosamente noto da tempo. E cioè: il manicheismo mediatico. Pressappoco alla stessa scuola dei programmi gilettiani si sono formate, evidentemente, immense schiere di giornalisti e politicanti, la cui narrazione unanime costruita intorno al corteo è sintetizzabile come segue: Umili poliziotti Servitori della Patria VS Terribili incappucciati neri Servitori del Male Antagonista
Forze dell'Ordine VS Forze del Disordine (cit. Alfano)Spregiudicati eversori della morale, temibilissimi frequentatori di scentri sosciali, negriclandestinimagarianchedrogati, anarcoinsurrezionalisti satanisti e organizzatori di massonerie sottoproletarie, minacciosi agitatori del rassicurante status quo VS Stato che, come un buon padre, ci protegge teneramente tutti dalle malefatte dei cattivoni. E ora, tutti insieme: GRAZIE PAPY.
Mio figlio (5 anni) ragiona in modo un tantino più articolato. Questo  non vuol dire che mio figlio sia un genio, ma semplicemente che il livello della comunicazione mediatica italiana è incontestabilmente inferiore al livello cognitivo di un 5enne, con tutto il rispetto per i bambini. La dottrina manichea, ideata svariati secoli fa, continua a mietere proseliti, cioè schiere infinite di elettori la cui unica fonte d'informazione è questa. Il risultato è sempre lo stesso: disinformare, togliere braccia alla protesta fomentando la paura, produrre un attaccamento ideologico alle salvifiche istituzioni paterne.
 
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