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Maps to the stars

Creato il 22 giugno 2014 da Ussy77 @xunpugnodifilm

maps_to_the_starCronenberg, where are you?

Cronenberg usa il sestante sbagliato. Maps to the Stars non trova la direzione giusta e rimane aggrappato a uno stile sterile, che non trova il corretto equilibrio tra critica e grottesco.

Benjamin è un bambino prodigio protagonista di commedie per la famiglia. Il padre è uno psicologo delle star dai metodi poco ortodossi, mentre la madre è la sua agente. Parallelamente la sorella Agatha sta tornando a Hollywood dopo essere stata dimessa da una clinica di igiene mentale, riuscendo a trovare un lavoro come assistente personale dell’arrogante diva Havana Segrand. Quest’ultima sta cercando di entrare a far parte del cast del remake di un film e di ottenere la stessa parte che fu di sua madre (prematuramente morte in un incendio).

La desolazione è evidente. La tragedia palpita sotto la polvere di stelle. Maps to the Stars mantiene il dramma in sottofondo pronto a esplodere in un fragoroso, quanto surreale, finale. Tuttavia si sente progressivamente la carente mano di Cronenberg in questa pellicola. L’impressione è che il regista si sia perso per strada dallo psicanalitico A Dangerous Method, per poi sprofondare nel non sense economico e sociale a bordo limousine, che è Cosmopolis. In Maps to the Stars prosegue (purtroppo) il declino di un cinema, che sfocia spesso nel grottesco, nell’apatia di emozioni, nella rappresentazione di un microcosmo starlette, contraddistinto da nevrotiche perversioni, psicologie fatte a fette, fantasmi del passato e incubi onirici.

Tuttavia non tutto è da buttare perché sono evidenti le convincenti interpretazioni di Julianne Moore (diva sul viale del tramonto), Mia Wasikowska e del giovane Evan Bird (bimbo prodigio dai modi crudeli). Difatti il problema di Maps to the Stars risiede in una sceneggiatura che si trascina malamente, che ostenta spazi vuoti e buchi narrativi, che non riesce a caratterizzare al meglio un unico personaggio a causa di un’altalenante visione d’insieme, che tende ad appiattire tutto rendendolo superficiale e stereotipato. Inoltre la denuncia alla Hollywood lustrini e divismo (che assomiglia molto a un romanzo di Easton Ellis) si perde progressivamente in favore di un dramma ambiguo e criptico. E se la sceneggiatura di Bruce Wagner evidenzia queste pecche, la regia di Cronenberg non riesce a uscire da un impasse stilistica dai mille volti e dai mille toni. Manca una linearità narrativa; Maps to the Stars è fumoso e lascia a bocca asciutta. Da Cronenberg ci si aspettava ben altro.

Uscita al cinema: 21 maggio 2014

Voto: *1/2


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