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Morti al Grande Fratello – di Iannozzi Giuseppe

Creato il 26 ottobre 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

Morti al Grande Fratello

di Iannozzi Giuseppe

Morti al Grande Fratello – di Iannozzi Giuseppe

Dunque ho bevuto il suo sangue. Dolce. Amaro anche e soprattutto.
La rabbia corrompe il sapore.
Le donne di facili costumi invece hanno il sangue più buono che si possa buttar giù nel cuore. Lo riscalda appieno. Un vero balsamo.
Era una sartina, sottomessa e senza ambizioni, non poteva soddisfarmi la sete. La sua poca dolcezza, da tempo, era stata corrotta da anni e anni di stanchezze, di piedi freddi, di abusi sessuali.
E’ per questo che ho deciso di prender parte al Grande Fratello. Per il sangue delle donnine di facili costumi.
Ho sete di sangue. E’ naturale per un vampiro. Quelli della produzione non conoscono la mia natura. Si illudono che sia un semplice bamboccione (*), bello e senza cervello. Meglio così.
Non è stato difficile passare i provini. Quelli cercano potenziali dongiovanni senza testa e sciacquette in calore. Il loro target è molto molto basso.
Sono adesso in questa diavolo di casa con l’occhio delle telecamere acceso 24 ore su 24. Ma non è vero, non sempre è così. Sono dei mortali, null’altro che delle bestie con dei bisogni fisiologici. Devono urinare, defecare, vomitare. Per loro queste cose sono intime. Le fanno in bagno, lontano da occhi indiscreti. Nemmeno l’occhio del Grande Fratello può invadere la privacy di chi si tira giù le mutande e si accomoda sulla tazza del cesso.

Non un cane che si sia reso conto che sono fottuti.
Entrano in bagno e io con loro. Giusto il tempo di calarsi le mutande e i miei canini penetrano nelle loro tenere carni senza lasciar segno alcuno. Un poco alla volta il sangue dei partecipanti al Grande Fratello è succhiato. E avvelenato.
Se ne stanno abbattuti, qualcuno lamenta di non sentirsi troppo bene, ma non uno riesce a pensare a qualche cosa di più d’una banale influenza. Alessia, la conduttrice del GF, sprona i partecipanti con battute e incoraggiamenti così low down trash che non metterebbero spirito in corpo neanche all’ultima zoccola (**) di questa fogna di casa. Non uno che immagini d’avere i giorni contati. Da questo Grande Fratello non uscirà una sola baldracca sulle proprie gambe, parola mia.

Marco è il preferito.
Marco è antipatico.
Marco è tenebroso.
Marco è bello.
Marco è forte.
Marco non ha mai un problema.
Marco non si altera mai.
Marco è troppo costumato per essere simpatico a qualcuno.
Marco è Marco, non partecipa, ma tiene le redini del gioco.
Marco scompare e riappare all’improvviso.
Marco è sempre sotto l’occhio delle telecamere, sembra lo faccia apposta.
Marco non appare in tivù solo quando va in bagno.
Marco è la primadonna, una gran puttana.
Marco è rilassato, sorride sempre. Fa incazzare quel suo sorriso.
Marco è gay.
Marco non ci ha provato con nessuna.
Marco non è gay, è superiore, ti conquista allontanandoti.
Marco è come un vampiro, è impossibile non lasciarsi conquistare dal suo carisma. Prima o poi accade, punto e basta.

Alessia annuncia il vincitore, Marco. Marco sono io.
Esco dalla casa del GF fresco come una rosa.
Bacio Alessia sul collo quasi. La tentazione è forte, non posso però rischiare con il pubblico davanti, plaudente a comando.
La conduttrice si trova in uno stato di evidente imbarazzo. Non sa che dire. Gli ospiti della casa, eccetto me, sono tutti usciti, non sulle loro gambe. In barella, più morti che vivi.
Mentre raccolgo i complimenti della bella brunetta Alessia, immagino i partecipanti al GF oramai morti stecchiti in un letto d’ospedale. Alessia non sa proprio che dire. Trema. Suda. La sua paura puzza lontano un miglio. Teme che possa accaderle una disgrazia. Ha ragione, accadrà prima o poi.
Alessia, gonfiando il petto al silicone, si scusa dicendo che sicuramente è stata una tragica fatalità. Non dice però che è stata aperta un’inchiesta. Un’inchiesta che non porterà a nulla. Alla fine verrà detto che quei bamboccioni sono morti per ‘evidenti cause naturali’. Non troveranno alcun segno né altro. Non è come si dice nei romanzetti, i vampiri mordono sì sul collo ma anche altrove, e non lasciano alcun buco o segno sui tessuti. Quando leggete nella cronaca nera che un tale è morto per ‘cause naturali’, novantanove volte su cento potete star certi che uno di noi vampiri ha fatto il suo dovere.  E non è neanche vero che svuotiamo le prede di tutto il loro sangue. Siamo dèmoni pazienti noi: dopo esserci dissetati, aspettiamo che il sangue bevuto si rigeneri nelle vene delle vittime. Poi torniamo a bere; ma ogni volta che beviamo del sangue umano intossichiamo l’anima del malcapitato. E’ questo il segreto, il motivo profondo per cui, ad un certo punto, le prede non reggono più e tirano le cuoia; quando l’anima è intossicata, il loro sangue non serve più, nemmeno a noi vampiri.

(*) Nell’ottobre 2007 l’allora ministro dell’Economia e delle Finanze, Tommaso Padoa-Schioppa, attaccò i giovani disoccupati con un epiteto quantomeno infelice: “Mandiamo i bamboccioni fuori di casa”. E’ morto a Roma, il 18 dicembre 2010, per causi naturali, per un attacco cardiaco, all’età di settanta anni.

(**) zoccola: spregiativo per indicare una donna di facili costumi, ma anche la femmina del topo di fogna.

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