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Museo del 900, Munari Politecnico – (Milano 31-05-2014)

Creato il 02 giugno 2014 da Maxscorda @MaxScorda

2 giugno 2014 Lascia un commento

Munari 1
Un caro amico, un grande artista Fabrizio Loschi che qui mi onoro di citare, e’ da molto che mi consiglia di visitare il Museo del 900 e se lo dice lui, esperto raffinato di tutta l’arte del secolo scorso, non potevo esimermi dal farlo.
Di recente inaugurazione, voluto all’interno degli spazi dell’Arengario dall’allora assessore Salvatore Carrubba, oggi editorialista per il Sole 24 ore e responsabile della trasmissione "Un libro tira l’altro", mostra sin dall’ingresso un’impostazione snella e moderna e nel complesso dell’esposizione divisa tematicamente sui diversi piani, troviamo esposto l’intero secolo scorso al suo meglio.
Opere contrassegnate e brevemente commentate, audioguide e QR Code, non possono non mancare nel bagaglio espositivo di un museo moderno che voglia dirsi tale, per quanto e’ da dire, non sempre da noi sia una prerogativa scontata.
Si diceva delle opere, molte delle quali provenienti da collezioni private e piu’ in generale raccolte dalle precedenti incarnazioni del museo che hanno collezionato negli anni, parte del tesoro artistico meneghino.
Si parte col botto e bastino Picasso e Kandinskij a indicare il peso specifico ma e’ una parentesi per il vero inizio dell’esposizione che vede protagonisti i futuristi, scelta prima per ordine cronologico ma certamente ed innegabilmente un omaggio alla piu’ importante corrente artistica italiana e non del 900. Si prosegue con l’astratto, l’informale, arte povera e in molte altre declinazioni nonche’ sale dedicate ad artisti simbolo dell’una o dell’altra corrente, come De Chirico, Manzoni o Fontana. Da visitare con attenzione e meritevole rispetto.
Munari 2
Ancor piu’ la visita acquista valore se ospita una piccola ma sempre straordinaria retrospettiva su Bruno Munari per il quale si sappia, ho una ammirazione sconfinata. Egli, oltre ad essere un grande, grandissimo artista perche’ ricordiamolo, non solo seppe definire stili e tendenze grazie alla grandissima capacita’ di rielaborare movimenti storici del ’900, prima su un’onda tardo-futurista, in seguito attorno gli anni ’50 quando entro’ nel vivo della sua produzione attraverso le macchine e le forme, espandendo l’arte dentro la tecnica e viceversa, confondendole e amplificandole in quella dialettica che fu propria dei gruppi di arte concreta, cinetica e programmata, MAC, Gruppo T e quant’altro, con un occhio attento e divertito al design che oggi ritroviamo rappresentato dal gruppo Danese che attraverso la fondazione, preserva e raccoglie le opere di Munari e prosegue il discorso incentrato sulla creativita’ del quale Munari fu maestro. Ricordiamoci pero’ che Munari fu maestro per davvero quando in special modo negli anni ’70 si dedico’ alla produzione di giochi. E’ riduttivo definirli tali, essendo manifesto e proclama di fantasia, oggetti che con pochi gesti sanno aprire un intero spazio nelle menti affamate della fanciullezza. Io stesso, tra le centinaia o migliaia di giocattoli ricevuti nella mia vita, ricordo non a caso alcuni che scopriro’ poi con gli anni, essere nati dalla sua fervida immaginazione. Vedere Munari e’ rinverdire lo stupore smarrito con la perdita dell’innocenza, la meraviglia che abbraccia la sorpresa del vedere quanto si possa attenere attraverso la geniale semplicita’ che compone il suo lavoro.
In aggiunta a cio’ una piacevole rassegna fotografica di Munari tratta dall’archivio ISISUF, ci ricorda il volto di un uomo limpido che dell’ingegno fece la propria forza ed emblema. Dal 6 Aprile al 7 Settembre, da non mancare.

Museo del 900 – Sito ufficiale
Munari Politecnico


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