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NON SPOSATE LE MIE FIGLIE! (Qu’est ce-qu’on a fait au bon Dieu?)

Creato il 15 febbraio 2015 da Ussy77 @xunpugnodifilm

locandina-non-sposate-le-mie-figlie-lowA quando il remake italiano?

Commedia francese campione d’incassi in patria, Non sposate le mie figlie! si dimostra un prodotto scorrevole e ben aderente alla realtà sociale transalpina. Tuttavia l’apparente anticonvenzionalità tematica, lascia progressivamente spazio a uno sviluppo buonista, nel quale tutti vivono felici e “diversi”.

Claude e Marie Verneuil sono una coppia borghese con quattro figlie, tre delle quali sposate rispettivamente con un ebreo, un musulmano e un cinese. Rispettosi delle scelte delle figlie, i due coniugi sperano che la più piccola metta su famiglia con un cristiano. Le loro preghiere verranno esaudite, peccato che il promesso sposo sia di colore.

L’impressione iniziale (e non solo questa) riporta alla mente Indovina chi viene a cena?, un film che, nel periodo in cui fu realizzato, risultò essere un prodotto in controtendenza e ironicamente provocatorio. Allo stesso modo Non sposate le mie figlie! apre le sue danze provocatoriamente, mettendo in scena un pranzo politicamente scorretto, in cui i generi del patriarca Verneuil si stuzzicano e si insultano e tutto ciò con il “placido” consenso di quest’ultimo.

Non sposate le mie figlie! gioca con le razze e i ribaltamenti ideologici e lo fa con leggerezza e ironia, mantenendo sottopelle un atteggiamento umoristicamente xenofobo, che non si palesa mai in modo eccessivo proprio perché la tolleranza è alla base di qualsiasi rapporto familiare. Ed è proprio per questo motivo che non si incappa mai nella battuta apertamente razzista, ma in un’esibizione di aperture mentali in controtendenza, che fanno abbondare il riso, non il ghigno indispettito.

Difatti nonostante tutto Non sposate le mie figlie! è una commedia che diviene lo specchio di una società francese multirazziale e poliglotta apertamente dichiarata e accettata, perché ormai giunta a seconde e terze generazione pienamente integrate nella società. E non è un caso che borghese sia il contesto e economicamente appagati tutti quanti i generi (il musulmano è avvocato, il cinese un banchiere, l’ebreo un libero professionista e il nero un attore), quasi come se il film fosse un gigantesco “spottone” all’integrazione sociale transalpina.

Tuttavia Non sposate le mie figlie! non è solamente un film sulle differenze razziali, ma anche una pellicola che sottolinea le difficoltà comunicative di una famiglia allargata, nella quale vengono sottolineate idiosincrasie e psicologie labili. Ma tutto ciò si perde progressivamente nella volontà di appiattire qualsiasi difficoltà ed esibire un buonismo latente, che esplode nelle sequenze conclusive in modo assolutamente banale, come il genere insegna e prevede.

Uscita al cinema: 5 febbraio 2015

Voto: **1/2


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