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Orrore a Cleveland:tre ragazze e una bambina prigioniere per 10 anni

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

«Sono Amanda Berry, sono stata rapita dieci anni fa, la prego chiami la polizia» Sono le urla di una donna rapita  10 anni fa e tenuta segregata in un’abitazione di Cleveland (Usa) da Ariel Castro un autista di autobus. All’arrivo della polizia si scopre che nel seminterrato vivevano 3 donne che sono state liberate assieme all’arresto dei fratelli dell’uomo che parteciparono al sequestro. Si tratta di  tre ragazze scomparse tra il 2002 e il 2004. Michelle Knight nel 2002 all’età di 20 anni, Amanda Berry nel 2003 all’età di 17 e Gina DeJesus nel 2004 all’età di 14 anni, vivevano in un seminterrato di un’abitazione con una bambina nata durante gli anni di prigionia da una di loro.

Infatti, Amanda Berry ha avuto una bambina da Ariel Castro che oggi ha sei anni ed è stata vista più volte da alcuni testimoni passeggiare al parco col rapitore, che la presentava come sua nipote. Emerge anche che nei dieci anni trascorsi nello scantinato di casa Castro, le donne avrebbero avuto cinque gravidanze portate a termine.   I cinque bambini avuti da loro sono scomparsi, e come emerge dal racconto delle vittime,  altri tre sarebbero morti ancor prima del parto, poiché una delle tre li avrebbe persi a causa della malnutrizione. Le tre ragazze sarebbero state anche massacrate di botte quando scoprivano di essere incinte. 

Castro,  separato dalla moglie era stato denunciato per violenze domestiche nel 1993.  Durante gli anni della prigionia delle ragazze, veniva visto entrare dai vicini sempre dal retro, teneva le tende abbassate e la casa era buia e quindi non era possibile vedere cosa stava accadendo all’interno. Malgrado questo, sono stati notati alcuni strani episodi ed alcune urla provenire dall’interno.  Nel 2011 si erano sentite delle gride provenire dall’abitazione e poi sarebbero state viste due anni fa nude e legate a un guinzaglio camminare a quattro zampe nel cortile della proprietà di Ariel Castro, trascinate da tre uomini.  Gli abitanti del quartiere hanno, infatti, chiamato più volte la polizia nel corso degli anni per denunciare gli strani episodi che avvenivano in quella casa.

La terza visita della polizia a casa di Castro  risale al 2011, quando un vicino, Israel Logo, denunciò che sua sorella aveva visto una donna con un bambino in braccio chiedere aiuto battendo i pugni contro i vetri di una finestra. La polizia si recò alla villetta degli orrori, bussò, ma quando nessuno aprì, se ne andò. Secondo le indiscrezioni, le ragazze, sarebbero state temute incatenate nel seminterrato, usate come schiave sessuali e sottoposte a violenze sessuali di ogni tipo, anche se la storia è tutta da ricostruire.  Negli anni seguenti alla scomparsa di Gina DeJesus, una delle tre ragazze liberate in una casa di Cleveland, in Ohio, l’uomo sospettato di averle rapite, partecipò alle ricerche della ragazzina con il resto della comunità. Pare che l’autista conoscesse la famiglia di Gina. Ariel Castro, suonava il basso in una band e si esibiva nei locali della zona. Uno di questi era di proprietà dello zio di Gina e alcune testimonianze sostengono che il rapitore conoscesse la famiglia DeJesus. 

 Le vittime di questa orrenda storia sono in ospedale per un lungo recupero anche se dichiarate in buone condizioni di salute fisica.  Gli agenti sono alla ricerca di un’altra donna scomparsa, nel 2007 all’età di 14 anni, nella stessa zona dove sono state rapite le altre tre, il suo nome è Ashley Summer.

Fonti: qui, qui, qui, qui e qui



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