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PDchecosa?

Creato il 31 ottobre 2013 da Pdarcore
PDchecosa?Accade a volte che sei nel Pd, ti scappa la parola "sindacato", e molti "compagni" di partito ti guardano come tori inferociti, manco fossi un drappo rosso da incornare a più non posso.
Tipo che se quella stessa parolina ti scappasse in un'assemblea di Confindustria, magari incroceresti sguardi più indulgenti e dialoganti.
E se poi devi passare in rassegna i problemi dell'Italia, uno dei più grossi da risolvere subito è l'insopportabile privilegio di avere un lavoro a tempo indeterminato, perdinci!
Talvolta li chiamano addirittura "gli intoccabili", quegli sciagurati che non possono essere licenziati su due piedi e che per farlo devi comunque mettere in ballo un giudice e devi pure indennizzarli.
Ma come si può pretendere di tenersi quei diritti (faticosamente) conquistati, a fronte di masse di disoccupati e di giovani "usa e getta" che se lo sognano il contratto nazionale, i contributi, le ferie pagate e la malattia?
Come se l'Uguaglianza, in questa metamorfosi sinistra, non fosse più intesa come livellamento dei diritti verso l'alto (chi ha di meno deve avere di più) o come pari opportunità delle condizioni di partenza (prima di correre dobbiamo indossare le stesse scarpe).
Macchè! la logica è quella che il diritto di uno, deve diventare un mezzo diritto di due e così via.
Secondo questa nuova sinistra (in realtà molto vecchia) non bisogna attuare politiche che rendano il lavoro precario più caro e quindi meno conveniente rispetto a quello "stabile". No, bisogna rendere più "flessibile" il lavoro "stabile" in modo che ci siano più opportunità per tutti (dicono).
In sostanza, bisogna dividersi la miseria.
Poi chiudi gli occhi, ti rivedi piccolino che entravi col papà in una sezione del partito antenato del PD e (non si scappa!), erano tutti operai. Ma proprio tutti tutti eh!
Certamente gente alla buona, ma che magari qualche libro l'aveva letto ed era pure in grado di discettare di lavoro, profitto, stato sociale e plusvalore.
E non è che se entravi nella sezione di fronte, quella dell'altro antenato, la Democrazia Cristiana, ci trovavi gente così tanto diversa dai primi. Sì, magari questi andavano di più in chiesa, i contadini e gli impiegati erano in maggioranza, qualcuno magari aveva la macchina un po' più bella, un pezzo di terra e faceva le "ferie d'agosto" in un posto più costoso.
Però l'avevano capito tutti che l'unione fa la forza e che per "contrattare" col "padrone" dovevi mettere insieme gli "interessi comuni".
Allora quelli si iscrivevano alla CGIL, questi alla CISL, i socialisti alla UIL (prima della degenerazione Craxiana come prototipo della sinistra che scimmiotta la destra), litigavano di brutto fra di loro, commettevano anche errori, ma era chiarissimo che l'unica strada da imboccare era quella che portava ai diritti del lavoro e dei lavoratori.
Quando poi riapri gli occhi la senti tutta la differenza (e la diffidenza), è lampante il fatto che nel tuo circolo, come negli altri, non ci sia un operaio o un disoccupato.
E non è che in giro non se ne trovino: i disoccupati sono circa 2 milioni e mezzo, gli operai più o meno 10 milioni e se ci metti le famiglie a carico che ci campano con quei miseri stipendi, puoi tranquillamente raddoppiare i numeri.
E' che questi non ci pensano proprio ad iscriversi al PD. Tantomeno a votarlo:
l'analisi del voto dello scorso febbraio ci dice che il 40% degli operai ha votato per Grillo, il 30% per il Pdl e solo un misero 20% per il PD.
Adesso se vogliamo possiamo rileggere il primo capoverso di questo post (per moltissimi nel PD il problema sono i sindacati e i lavoratori "garantiti"), l'ultimo capoverso (gli operai e i disoccupati non votano PD) e provare a trovare il nesso logico.
Allora, ancor prima di rincorrere gli elettori di destra (lasciando a terra quelli di sinistra), proponendo inevitabilmente brutte copie di ricette liberiste, col presupposto che se non strappi voti all'avversario non vinci (che tanto poi quelli, tra l'imitazione e l'originale scelgono sempre quest'ultimo), non sarebbe più utile cercare di recuperare la propria "base sociale", con l'impagabile vantaggio di ritrovare pure per strada la propria anima e la propria missione originaria?
Per dire, tra un after hour con Briatore, il briefing con Cavalli, un brainstorming con Montezemolo, il fotoshooting con Signorini, non si riesce proprio a ritagliare una mezz'oretta di tempo per farsi una passeggiata in un call-center, un giro sulla catena di montaggio, una chiacchierata con chi manifesta rimettendoci la paga della giornata?
Certo, non è molto cool, lo slogan viene meno accattivante, la tuta blu non si porta tanto, le dita grosse stanno male con l'aifòn, ma se continuiamo a parlare solo di chi comunica meglio, di chi "acchiappa" di più tra le donne (col solito maschilismo cialtronesco nostrano), di chi usa un linguaggio più gggiovane, poi non è che dobbiamo interpretare Nostradamus per capire dove andremo a finire, lo capisce pure il mago Otelma che il tragitto è segnato.

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