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Per riflettere

Creato il 19 marzo 2011 da Giancarlo
Per riflettereLa storiaNella sala delle riunioni di una multinazionale il direttore estremamente nervoso parla con la sua equipe di gestori. Agita le braccia, mostra grafici, e guardando negli occhi uno a uno minaccia: “Nessuno è insostituibile”. La frase sembra rimbombare tra le pareti della sala nel silenzio generale. I gestori si osservano l'un l'altro, alcuni abbassano la testa. Nessuno osa parlare.
All'improvviso di alza un braccio e il direttore si prepara per triturare l'audace collaboratore gridando: “Qualche domanda?
Si! E Beethoven?” chiede il giovane.
Come?” lo incalza il direttore confuso.
Lei ha detto che nessuno è insostituibile, chi ha sostituito Beethoven?
Il commentoLe imprese parlano di scoprire nuovi talenti, di assicurarsi talenti, ma in fondo continuano pensando che i professionisti siano “pezzi” dentro l'organizzazione, e che quando uno esce è sufficiente incontrarne un altro simile.
Chi ha sostituito Beethoven? Tom Jobim? Ayrton Senna? Ghandi? Frank Sinatra? Garrincha? Santos Dumont? Monteiro Lobato? Elvis Presley? I Beatles? Jorge Amado? Pelé? Paul Newman? Tiger Woods? Albert Einstein? Picasso? Zico? Etc.
Tutti questi talenti segnarono la storia facendo quello che gli piaceva e che sapevano fare bene, ossia, fecero brillare il loro talento. E quindi sono insostituibili. Ogni essere umano contribuisce con il suo talento diretto a qualche obbiettivo.
È giunta l'ora che i leader delle organizzazioni rivedano i loro concetti e inizino a pensare in qualcosa come sviluppare il talento della propria equipe puntando al loro punto forte e non consumare energie per riparare "errori/deficienze”.
Nessuno si ricorda e non vuole sapere che Beethoven era sordo, che Picasso era instabile, Caymmi ozioso , Kennedy egocentrico, Elvis paranoico. Quello che desideriamo è sentire il piacere prodotto dalle sinfonie, dalla opere d'arte, discorsi memorabili e melodie indimenticabili.
Spetta ai leader della propria organizzazione mutare la visuale sopra la propria equipe e indirizzare i suoi sforzi ai punti forti di ogni membro. Far brillare il talento di ognuno in favore del successo del suo progetto. Se il tuo gerente/coordinatore è ancora focalizzato nel “migliorare le debolezze” della propria equipe corre il rischio di essere quel leader/tecnico che esclude Garrincha perché ha le gambe storte. Albert Einstein per aver ottenuto mediocri risultati a scuola, Beethoven a causa della sua sordità. E nella gestione di questi il mondo avrebbe perso questi talenti.

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