Magazine Viaggi

Pesci di fondale (finale)

Creato il 07 marzo 2013 da Faustotazzi
Pesci di fondale (finale)
E poi adesso c’è questa sensazione strana, di spaesamento, di incompiuto, qualcosa che non ci è familiare e ci spinge a cercare dentro noi stessi, dentro la nostra relazione. A cercare per andare oltre, per diventare di più; è in questi passaggi scomodi che impariamo qualcosa sulla vita e sull’amore, qualcosa che magari non conoscevamo prima. Una mutazione graduale si sta completando sotto la superficie, qualcosa sta per mettere nuovamente gli eventi in movimento...
In ogni storia, in ogni racconto, arriva il momento in cui tutte le priorità di colpo cambiano; la nostra identità stessa cambia di conseguenza quando si avverte questo senso di disparità tra ciò che le cose sono e ciò che dovrebbero essere. Allora arriva quella strana sensazione che qualcosa non è più abbastanza, non si riesce bene a capire ma è chiaro che qualcosa adesso non basta più. E quando la si avverte, questa è una sensazione non sostenibile, adesso abbiamo visto e sentito troppo e non possiamo più continuare a vivere come abbiamo fatto fino a ieri.
E’ una nuova consapevolezza, più alta, arriva come un’onda, come una primavera. Forse non l'abbiamo  nemmeno coscientemente cercata: ci siamo semplicemente cascati dentro, anche se sappiamo che la volevamo, che qua dovevamo arrivare. La vita sembra sul punto di cominciare a significare qualcosa, c’è il senso di una missione, di cose da fare, mondi da cambiare. Quantomeno pare ci sia da cambiare il nostro mondo.
Non saranno rose e fiori, bruchi che diventano farfalle, pentole d’oro dove sorge l'arcobaleno. Sarà dura, saranno difficoltà e sfide; saranno sconfitte, saranno disfatte lungo il cammino e giorni talmente tristi che per ora non vale nemmeno la pena pensarci. Abbiamo capito che per emergere alla rivelazione bisogna passare per il fondo, andare a fondo, di noi stessi, avere ingoiato - esserci nutriti - di tutto quello che ci è caduto da sopra, come pesci di fondale. Per arrivare alla grazia dobbiamo prometterle un grande debito, fare grandi sacrifici. Ma non esistono strade alternative, di lì dovremo passare perché abbiamo voglia di vivere belle storie, per raccontarle ai nostri nipoti quando farà inverno, in campagna, davanti alle stufe: con un po' di immaginazione, tutto questo percorso forse pure ci piacerà. E' tempo, amici, che si rimettano assieme i pezzi in una forma nuova, tempo di uscire, di impegnarsi, tempo di dare, restituire quello che ci è stato da dato. E’ tempo di celebrare coloro che se ne sono andati, di portare bellezza dove erano ceneri, di annunciare una nuova stagione, di rischiare anche più di quanto avremmo voluto rischiare, di sognare sogni più grandi di quanto abbiamo fin qui immaginato. Perché è nei sogni che cominciano le responsabilità. Non c’è altra strada, non c’è altra scelta, abbiamo visto la nostra immaginazione coincidere con la realtà, non si può più tornare a vivere come prima.

Penso che con queste considerazioni, questa serie su Parigi sia finita. Non che ne sia proprio al cento per cento sicuro ma penso proprio che potrebbe davvero chiudersi qui.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :