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Ritorno alla Lira: l’ultima sparata del populista B.

Creato il 21 giugno 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

…e poi parlano di Beppe Grillo. Silvio Berlusconi a Montecitorio regala una chicca ai cronisti ed una finta speranza al popolo tartassato da Mario Monti e dalla Troika. Un’affermazione che getta benzina sul fuoco, per un personaggio che non accetta di percorrere il viale del tramonto

Berlusconi ci riprova. E’un po’ come nel 2008, quando da Bruno Vespa segnò quel gol memorabile, parlando di abolizione dell’ICI un secondo prima che le le telecamere dessero il fade. L’esito di quella assurda manovra populista lo conosciamo tutti e ne paghiamo lo scotto quotidianamente.

Ma il nano eroticus non si arrende: non vuol proprio saperne di abbandonare la vita pubblica, così inadeguata ad un uomo piccolo, in altezza e caratura politica. Deve provare a cavalcare l’onda del dissenso, le paure dei bancomat che smettono di funzionare, dei prezzi che salgono quotidianamente e del lavoro che è ormai un ricordo, mentre la pensione è una leggenda. Da perfetto anchorman della politica, cerca di dire quello che il pubblico gradirebbe sentire: l‘Euro non è un dogma e non è intoccabile, non è una bestemmia pensare di ripudiare la moneta unica, dice nel corso di un’intervista rilasciata a margine della presentazione di un libro.

L’ex premier dichiara di non capire perché l’uscita dal patto monetario debba coincidere con un calo di ricchezza per il paese. Rassegnamoci: per anni abbiamo avuto un premier che ignora candidamente una verità elementare: ritornare alla Lira significherebbe inflazione e problemi notevoli nei commerci con l’estero. Certo, potrebbe essere l’occasione per rilanciare fattivamente il made in Italy e il consumo del prodotto italiano che perde qualità e mercato nei confronti dei concorrenti. Oppure, e lo scenario fa ancora più paura, Silvio Berlusconi potrebbe avere qualche interesse a realizzare una sorte di disordine sociale basato sul definitivo crollo economico dell’economia italiana, interessi che vengono dall’esterno e che potrebbero concretizzarsi in uno scenario di ipotetico ritorno alla Lira. Sappiamo bene che non è così ma certe affermazioni, squisitamente demagogiche e populiste, meritano il contraltare del sospetto più o meno fondato. 

Ritorno alla Lira: l’ultima sparata del populista B.

E’interessante notare come certe affermazioni vengano trattate in maniera difforme, secondo la fonte da cui promanano. Se Beppe Grillo o noi di IPQMP parlassimo di uscita dall’Euro, verremmo additati di follia economico-politica ed incoscienza. Se lo fa il peggior politico italiano degli ultimi 20 anni, ci si comincia ad interrogare sulle possibilità di ritorno alla Lira.

Ridicolo. Un’uscita dall’Euro di un solo paese non risolverebbe i problemi, così come la protesta del singolo non sortisce alcun effetto. Serve altro, ma Berlusconi certe cose non riesce a teorizzarle, o forse sì ma sa di doverle tacere perché non costituirebbero un valido apporto di voti alla sua causa elettorale. In primo luogo, l’uscita della sola Italia (o Grecia, o Portogallo, o Spagna) causerebbe notevoli danni all’eurozona, ma i problemi per il paese disertore sarebbero probabilmente più dei giovamenti. Se si vuole uscire dall’Euro, constatandone una palese inadeguatezza a rispondere alle esigenze di paesi con economie profondamente diverse tra loro, bisogna in primis raggiungere una vera unità politica, per teorizzare eventualmente un “Euro B”, una moneta che racchiuda esclusivamente le economie più deboli che non possono tenere il passo della Germania. Ma Berlino, un disegno del genere, lo scongiura accuratamente.

Berlusconi è già in campagna elettorale: sa che nel momento in cui il PdL farà mancare l’appoggio all’esecutivo dei ragionieri, acquisterà un buon 10% di consensi virtuali e per chi è attestato intorno al 16% di preferenze non è poco. Ma non basta. Il giorno in cui i sondaggi daranno il PdL al 20%, se mai quel giorno arrivasse, l’esecutivo Monti verrà battuto alla camera sul voto di fiducia posto sull’acquisto di 100000 rotoli di carta igienica ecologica e riciclata: perderanno sul nulla, per ritornare ad ingannare gli italiani con la consueta faccia di cera sorridente ed ingannevole.

Quanti di noi avevano davvero pensato che si sarebbe fatto da parte per lasciare campo ad Agnellino Sacrificale Alfano, che è servito unicamente per non imputare al premier il fallimento della recente tornata delle amministrative? Si sfiora il ridicolo.

I nostalgici della Lira, di cui anche noi di IPQMP facciamo parte, sono avvisati: Berlusconi fa facile demagogia, nella sua testa è già fuori dall’Euro e le sue manie di onnipotenza gli fanno credere di poter decidere da solo degli esiti dell’Europa. Ci sono ricette che richiedono una preparazione elaborata per essere gustate in maniera completa. E l’uscita dall’Euro è una di queste.

Speriamo che non basti la demagogia di chi ha regalato all’Italia personalità politiche del rango di Nicole Minetti, Daniela Santanché, Michela Brambilla. E che gli italiani si decidano finalmente a cambiare canale…


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