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Robocop

Creato il 10 febbraio 2014 da Lamacchinadeisogni

ROBOCOP_2014TITOLO: ROBOCOP

GENERE: FANTASCIENZA, AZIONE

RATING:  * * + +

TRAMA:

Una Detroit corrotta e devastata dal crimine si interroga sull’uso dei robots per garantire ai suoi cittadini la sicurezza. Il loro uso è ormai approvato dalla politica estera americana in tutto il pianeta, ma il senatore Dreyfuss ne vieta l’impiego sul territorio americano. La potentissima multinazionale OmniCorp, ingaggia una lotta senza esclusione di colpi con il senatore anti-robot, e per aggirare il divieto normativo sfrutta l’attentato che ha ridotto in fin di vita il detective Alex Murphy per proporre un prodotto innovativo e rivoluzionario: RoboCop, un potente cyborg al cui interno batte il cuore di un uomo.

(Regia: José  Padilha – anno 2014)

COMMENTO:

Il vecchio caro RoboCop che tanto ci fece sognare nel 1987, 1990 e 1993, torna alla grande nelle sale cinematografiche! Ma non fatevi illusioni, speravo tanto in un restyling artistico invece si tratta esclusivamente di un restyling tecnologico.

Il soggetto è traboccante di temi e riflessioni da capogiro: l’imperialismo americano (agghiacciante Tehran dominata dai droni), il potere finanziario che domina sulla politica, il marketing aggressivo delle grandi multinazionali (“E’ incredibile come le persone non si rendano conto di ciò di cui hanno bisogno finché non glielo mostri! ”, esclama il presidente della OmniCorp), la paura come arma per tenere sotto scacco i popoli ed usata come grimaldello per far passare ben altri interess, ecc.

Bioetica, filosofia, politica, economia, e chi più ne ha più ne metta, ma alla fine tutte queste riflessioni spariscono e si dissolvono nella mera azione ed effetti speciali.

Gli interrogativi rimangono soltanto sullo sfondo, elencati chiaramente ma mai approfonditi. Assenti anche le analisi psicologiche dei personaggi che dovrebbero muovere emozioni devastanti, mentre invece si riducono a qualche lacrimuccia, resa ancora meno toccante da una recitazione mediocre.

Ma vi rendete conto di quale tempesta di emozioni dovrebbe scatenarsi dentro un uomo ridotto ad un grumo di carne macinata riassemblata dentro un robot? E cosa potrebbe passare dentro la mente di sua moglie o suo figlio? Cosa è la vita e che relazione ha con il corpo? Quando una vita è degna di essere chiamata con quel nome?

Pensate soltanto ad alcuni dei casi che le cronache degli ultimi anni hanno portato alla pubblica attenzione (il caso Welby o Eluana Englaro), fatti tristi ma molto più lineari degli scenari futuristici proposti dal film, ed allora potrete capire cosa intendo per “approfondimento psicologico”. Ma torniamo alla leggerezza di RoboCop e rilassiamoci.

Immancabili i valori cardine della cultura americana come la famiglia e la fede nella giustizia (forse perché da loro la legge è veramente uguale per tutti). Consolatorio il messaggio finale, quando José  Padilha mostra allo spettatore che l’umanità, la forza d’animo e lo spirito possono prevalere sull’apparente onnipotenza della tecnologia. Tuttavia devo confessare che, malgrado il focus dell’intero racconto fosse il detective Alex Murphy alias RoboCop, l’unica vera emozione che ha percorso la mia schiena durante il film è stata quella di vedere in azione il “quarto potere”, quello dell’informazione, vera “arma di massa finale”! Raccapriccianti i servizi di Pat Novak che sempre più palesemente forgiavano il consenso popolare con la stessa facilità con cui si plasma una forma di DAS o plastilina. Il meccanismo dei nostri italici talk-show stile Porta  a porta di Vespa, Ballarò di Floris, Le invasioni Barbariche della Bignardi, ecc., è solo più strisciante o subliminale, ma dal punto di vista del condizionamento delle menti è lo stesso. Osservare la capacità del potere economico di influenzare le opinioni e le scelte dell’elettorato attraverso i mass media, violando i diritti di libertà di pensiero e di stampa, mi fa sempre accapponare la pelle!

In merito ad alcune scene d’azione non perdonerò mai quegli sceneggiatori da quattro soldi che fanno riparare gli eroi di turno dietro un divanetto trapuntato in gommapiuma o un cassonetto dell’immondezza  per proteggersi da micidiali raffiche di armi da guerra che dividerebbero in due una palazzina in cemento armato! Ma quando perderanno il vizio?!?

Tuttavia non preoccupatevi fratelli, se non ci si fa troppe domande e ci si vuol rilassare di fronte ad un popcorn movie hollywoodiano, in perfetto stile videogame sparatutto, il film è fruibile! ;-)



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