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Scrivere Breve: Il fachiro nell'armadio Ikea - R. Puertolas

Creato il 19 dicembre 2015 da Faustotazzi
Scrivere Breve:  Il fachiro nell'armadio Ikea - R. PuertolasAjatashatru
La gente del suo villaggio aveva fatto una colletta per pagargli il viaggio, ma solo perché li aveva raggirati. Come aveva fatto per anni, aveva rubato la loro fiducia e aveva simulato un mal di schiena per farsi pagare un biglietto d'aereo, venire nei "paesi buoni" e comprarsi l'ultimo modello di letto di chiodi dell'Ikea, che pensava poi di rivendere a un prezzo maggiorato non appena tornato in Rajastan.
Asafa
Loro invece erano partiti da Selina in Sudan, avevano attraversato il confine con l'Egitto, i trafficanti Egiziani li avevano condotti in Libia, prima a Khufra nel sudest e poi a nord, a Tripoli e Bengasi dove avevano lavorato otto mesi per pagarsi il viaggio. Si erano imbarcati con altre sessanta persone su un barcone diretto a Lampedusa dove erano stati arrestati dai Carabinieri ed erano evasi dal centro profughi grazie ai trafficanti Italiani che li avevano messi su un treno diretto in Spagna. Da lì erano risaliti verso nord, erano arrivati in Francia, si erano aggirati per qualche giorno a Parigi fino a quando avevano trovato il modo di prendere un treno per Calais. Per una decina di giorni furono ospitati dalla Croce Rossa che gli aveva dato vitto e alloggio, la Polizia controllava in questo modo i flussi di immigrati illegali: se la Croce Rossa distribuiva duecentocinquanta pasti significava che in quel momento c'erano circa duecentocinquanta clandestini pronti a nascondersi nel cassone di un camion per attraversare la Manica. Aspettavano le notti di pioggia in modo che il rumore delle gocce potesse coprire quello dei loro movimenti, col freddo nelle ossa e il respiro corto si nascondevano tra i containers stoccati alla frontiera e aspettavano il momento propizio per scivolare nel rimorchio di un camion fermo in coda. Fu così che una notte, con l'aiuto di trafficanti Francesi, avevano forzato le porte di un articolato che avanzava lentamente aspettando il suo turno per entrare nel tunnel e avevano trovato un nascondiglio tra le casse piene di armadi dell'Ikea...
Waleed
Non riusciva a capire come fosse proibito imbarcarsi su un volo con una forchetta quando era perfettamente possibile ammazzare un uomo con una penna, perché non si potesse trasportare un coltello nel bagaglio a mano quando a tutti i passeggeri di business class ne veniva fornito uno, e di buon metallo, ad ogni pasto, non capiva tutte quelle misure di sicurezza quando in pratica era facile ammazzare una persona con le sole mani. Era nervoso, aveva già posticipato diverse volte il passaggio attraverso il metal detector. Nascosto nel tubo del suo bastone bianco c'era abbastanza esplosivo per far saltare l'aeroplano che stava per prendere, nessuno avrebbe potuto sospettare di un cieco. Venne assalito dalla paura, non era paura di morire, era talmente convinto della bontà della sua causa che considerava un onore morire per essa, Waleed Najib - cieco, Afghano, con un falso passaporto dello Sri-Lanka e un falso visto per Inghilterra, pronto per far saltare l'aereo sul quale si sarebbe imbarcato poco dopo il decollo, da qualche parte sopra il Golfo d'Arabia -  aveva paura di venire scoperto e arrestato prima che potesse compiere il suo piano.
Targuyn non aveva mai visto un cieco scrivere prima di allora: Waleed toccava il margine del foglio per capire dove finisse e poi scriveva in lettere piccolissime, con le righe che partivano in ogni direzione formando strani ammassi di parole. Nella piccola prigione in Sri-Lanka gli venne dato un bhikku che una volta doveva essere stato rosso ma che ripetuti lavaggi avevano ormai scolorito in un arancione molto simile a quello delle divise dei prigionieri di Guantanamo, venne a sapere che era il saio che vestivano i monaci in quel paese e che veniva dato ai prigionieri nella speranza che li aiutasse a purificare le loro anime.
Aja
Si ritrovò in un mosaico di colori, visi e odori che non gli erano familiari e che gli ricordarono quanto fosse solo al mondo. Quei giorni passati in paesi stranieri cominciavano a esercitare il loro peso su di lui, sentì nostalgia del suo villaggio, dei suoi cari, della sua vita ordinaria. Rimpianse amaramente di non aver mai avuto un telefono cellulare, la ragione ufficiale era che un fachiro che comunicava per telepatia non aveva nessun bisogno di un cellulare, quella non ufficiale era che non aveva abbastanza soldi per comprarselo. Ma quella triste e profondamente vera era che non aveva nessuno da chiamare. Però, quando sai come trasformare l'acqua in vino usando capsule di colorante nascoste nel palmo della mano, come piegare forchette di alluminio termosensibile solo fissandole intensamente e strofinandole tra le dita, quando sai trapassare con degli spilloni acuminati la tua falsa lingua di gomma che tieni tra i denti... allora hai comunque buone possibilità di riuscire a cavartela in qualsiasi situazione particolarmente intricata nella quale ti sei venuto a trovare.
Ismael
Quando arrivò al posto di guardia scorse da lontano due soldati armati fino ai denti che colpivano un giovane nero e lo sbattevano contro un muro mentre un altro con una sigaretta che gli penzolava dalla bocca gli frugava con noncuranza nelle tasche. Gli presero i pochi soldi che portava con sé e il passaporto che avrebbero rivenduto per una buona somma al mercato nero poi sputarono per terra e rientrarono nel posto di guardia ridendo. Il ragazzo si lasciò scivolare lungo il muro come un animale braccato che non ha più la forza per tenersi in piedi, quando toccò il suolo polveroso si prese la testa tra le mani e la nascose tra le ginocchia, come per sparire da questo mondo. I trafficanti sfruttano la vulnerabilità dei migranti, tutto quello che importa loro è il prezzo, da duemila a diecimila euro, a seconda della frontiera da attraversare. Aja prese alcune banconote che aveva tenuto nascoste piegate nelle tasche e avanzò verso il posto di guardia. Mentre si avvicinava sfiorò il ragazzo e lasciò cadere le banconote mormorandogli tra la barba buona fortuna. Il ragazzo sicuramente non lo sentì.
Aja e Asafa
"Senti", disse all'africano che lo stava squadrando scettico, "ti avevo promesso una spiegazione quando ci siamo incontrati in quel camion, per ragioni che ben sai non ho mai potuto raccontarti la mia storia, ora penso sia venuto il momento". "Maktoob", disse Asafa, "Era scritto".
Ajatashatru Ogash Rathod
Fortunati sono quelli che come Ajatashatru Ogash Rathod hanno compiuto un incredibile viaggio in un armadio e sono tornati più maturi e più saggi a vivere con i loro cari. Aveva passato nove giorni straordinari, un viaggio dentro un armadio e dentro sé stesso dove aveva imparato che scoprendo cose e persone in altri paesi poteva anche diventare un altro, diverso, migliore. Lo aveva scoperto quel giorno in cui aveva aiutato Asafa e quel giovane africano nel porto di Tripoli, quel giorno aveva dato molto più di quanto avesse mai donato in vita sua e, per quanto quarantamilacinquecento euro sarebbero stati per lui una vera fortuna, ricordava soprattutto quella sensazione leggera di benessere che gli aveva riempito il cuore in quelle occasioni.
Ismael
Il barcone sparì da qualche parte tra la Libia e l'Italia, con settantasei migranti a bordo. Diversi elicotteri della Guardia di Finanza sorvolarono quel tratto di mare in cerca del relitto ma malgrado gli sforzi non trovarono mai, e non trovarono mai nemmeno il corpo senza vita di un giovano Somalo - un ragazzo di diciassette anni di nome Ismael - che si era imbarcato quel mattino in cui Allah gli aveva mostrato la sua misericordia facendogli trovare ai suoi piedi una banconota da cinquecento euro con la quale si era potuto pagare la traversata.
Ajatashatru e Marie
Nel tempo di quella cena ottocentocinquantaquattro immigrati illegali avrebbero tentato di attraversare un confine, solo trentuno di loro ce l'avrebbero fatta, con il terrore gli gli prendeva allo stomaco ogni volta che il camion, nel cassone del quale stavano nascosti, avrebbe rallentato, ma non si sarebbe fermato.
NOTA: questa è una traduzione personale, l'ho letto in Inglese e visto che la rubrica si chiama "Scrivere Breve" mi sono sentito in obbligo di accorciare pure il titolo che in originale fa "L'extraordinaire voyage du fakir qui était resté coincé dans un armoire ikea" . La traduzione Italiana ufficiale è edita da Enaudi come "L'incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea". E' un libro semplice (abbastanza diverso dalla rilettura che ne ho dato, ignorando alcuni personaggi principali, togliendo molti degli scoppiettanti passi "straordinari" nel viaggio del fachiro e concentrandomi su uno dei temi della storia, che mi ha toccato particolarmente). Il libro in se' è secondo me meno poetico di quanto avete letto sopra, ma decisamente più leggero e divertente, e proprio per quello potrebbe essere un bel regalo di Natale, anche per chi legge meno. Qui sotto il link verso Amazon:http://www.amazon.it/Lincredibile-viaggio-fachiro-chiuso-armadio/dp/8806218697/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1450534789&sr=8-1&keywords=L%27incredibile+viaggio+del+fachiro+che+rest%C3%B2+chiuso+in+un+armadio+Ikea

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