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Sez. Le torte di Ninà - Torta golosa alla nutella

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Sez. Le torte di Ninà - Torta golosa alla nutellaXiu cominciò a scalare i gradini del ponte pedonale che l’avrebbe portata a casa con un sospiro, i manici dei sacchetti della spesa le avevano segnato le mani che lei metteva tanta cura nell’ idratare, a difesa del freddo inglese di novembre. Insieme alle solite buste dell’unico negozio di cibo cinese del paesino c’era un’intrusa proveniente dal supermercato dove si servivano tutti gli studenti europei. Farina, latte, uova, burro, zucchero, lievito e quella crema meravigliosa che le avevano fatto scoprire le sue coinquiline italiane: la nutella. Un nome a metà tra l’italiano e l’inglese, un gusto paradisiaco; anche se lei di paradiso non parlava. Non abbiamo religione noi, solo a volte preghiamo nei templi. Cosa pregate? Avevano chiesto le italiane. Bho. Gli antenati, credo. Niente religione, niente YouTube, niente dolci dopo i pasti.  Eppure alla fine dell’unica cena che avevano condiviso una delle due ragazze aveva portato in tavola una torta sublime, ricoperta di quella crema stupenda, e per un attimo Xiu aveva dimenticato la sua abitudine, condivisa da tutti i connazionali, di mangiare solo cibo cinese pur trovandosi in territorio straniero e aveva pensato che avrebbe dovuto far assaggiare ad altri quella meraviglia. Quando verrà Huang, pensò, lo sorprenderò con questo dolce. Aveva cercato di intendere la ricetta per quanto lo permettesse il suo inglese zoppicante, poi le coinquiline avevano capito e le avevano passato un foglio con le istruzioni. Poteva farcela. Aveva comprato tutti quegli ingredienti pensando alla faccia di Huang quando avrebbe assaggiato la torta, un giorno non troppo lontano. I suoi documenti erano quasi pronti e poi avrebbe potuto prendere un aereo per raggiungerla, lei ci aveva sperato tanto, aveva aspettato per mesi quel momento, e adesso non le sembrava nemmeno vero. Non riusciva a provare un’emozione definita e di questo si sentiva in colpa, come tutte le volte che guardava Chen a lezione d’economia, poi lui veniva a sederle accanto e l’unica cosa che lei sapeva fare quando lui le parlava era ridere, ridere,ridere e lui continuava a guardarla in un modo che lei si sentiva spogliata, o forse si voleva spogliare, poi pensava a Huang e si sentiva in colpa. E anche se l’espiazione era un concetto troppo cristiano, lei avrebbe espiato le proprie colpe con la torta alla nutella. Adesso avrebbe fatto una prova e quando Huang sarebbe arrivato il dolce sarebbe stato talmente perfetto che lui l’avrebbe guardata come Chen si poteva solo sognare e tutto sarebbe tornato come prima.

Mentre pensava a questo si sentì chiamare: era Chen, sfacciatamente bello, troppo alto e muscoloso per un cinese, il suo solito sorriso che lo rendeva anche simpatico, la tuta sportivo. Ci mancava solo questo. Voleva aiutarla a tutti i costi e lei non si fece pregare: camminava così carica da venti minuti. Lui non le lasciò nemmeno una busta e continuò a passeggiare allegramente, come se non stesse trasportando niente, chiedendole della sua giornata,  come stava, perché non l’aveva chiamato per andare a fare la spesa invece di caricarsi tutte quelle cose. Prevedibilmente, Xiu rise. Per fortuna erano poco lontani da casa: Xiu aprì l’uscio e lasciò che Chen posasse tutto sul tavolo della cucina, fu lì che si accorse della busta con gli ingredienti per la torta, le chiese cosa avrebbe  dovuto farci e rimase impressionato al sentire che stava per preparare un dolce europeo. La cosa lo entusiasmò talmente che insistette per aiutarla a prepararlo e lei non poté dire altro che sì, che le faceva piacere -ma per favore allontanati, pensava, non respirarmi sul colletto della camicia, che sto facendo una torta per un altro che sta a dieci ore di volo da qui e mentre lui sembra finto tu sei così vero davanti a me, vivo, che mi respiri addosso. Sbagliò a pesare la farina, che si sparse ovunque per la cucina, dimenticò di sciogliere il burro a bagnomaria, non imburrò la teglia, il lievito giaceva in un angolo inutilizzato, mentre Chen la inseguiva per la stanza tentando di sporcarla con ditate di nutella e lei ridendo fuggiva nella sua stanza, lasciandosi dietro buona parte dei vestiti.BV


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