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Storia di merda | di Iannozzi Giuseppe aka King Lear

Creato il 21 aprile 2012 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

Storia di merda | di Iannozzi Giuseppe aka King LearStoria di merda

di Iannozzi Giuseppe aka King Lear

Sono stato costretto.
Quello puntava la pistola, per ammazzare a sangue freddo.
Ci avrebbe messo meno d’un attimo a premere il grilletto.
Era venuto per farmi fuori.
La canna della pistola mirava al centro della mia fronte.
Aveva sulle labbra un ghigno disumano.
Non avevo dubbio alcuno su chi l’avesse ingaggiato, non c’era bisogno che parlasse.
Sul suo volto non un segno che tradisse una seppur minima emozione: di certo un professionista come pochi.
Mio malgrado mi sono sentito le gambe crollare. Sono caduto in ginocchio convinto di morire.
In vita mia non ho mai creduto che ogni uomo ha al suo fianco un angelo protettore.
Per meno d’un attimo ho chiuso gli occhi. Li ho riaperti e l’ho vista. Era a portata di mano. Con un minimo di presenza di spirito avrei potuto farcela.
Il sicario era pronto a far fuoco in qualsiasi momento. Se la godeva un mondo a tenere puntata la pistola su di me.
Dovevo tentare.
Dovevo o sarei rimasto stecchito senza neanche aver provato a rispondere alla morte.
E fu così che la presi in mano che era calda e fumante: una merda di tutto rispetto, di sicuro sparata fuori dalle nobili budella d’un Akita.
Ho letto la perplessità negl’occhi del sicario. Ha spalancato la bocca e in quel preciso momento gl’ho sparato contro la merda, proprio dritta in faccia.
Colpito in pieno. Un lanciatore di coltelli non avrebbe saputo far meglio: lo stronzo dell’Akita gl’ha tappato la bocca.
Cadendo ha lasciato andare la Colt.
E’ caduto battendo la testa sul duro cuscino d’asfalto.
Il colpo deve averlo stordito non poco e così lo stronzo s’è fatto strada nella gola dell’uomo soffocandolo nel giro d’un minuto o poco più.
Per quanto abbia tentato di cagar fuori dalla bocca la merda, non ce l’ha fatta: stordito per via del testa sull’asfalto ma anche dal puzzo e dal saporaccio dell’escremento, è riuscito soltanto ad accelerare la sua fine.
Se n’è andato così, senza fiato proferire.

Il suo cadavere puzzava. Morendo lo sfintere aveva ceduto al rilassamento: se l’era fatta nelle mutande, di brutto.


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