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Storie di ordinaria follia – Charles Bukowski

Creato il 16 ottobre 2014 da Maxscorda @MaxScorda

16 ottobre 2014 Lascia un commento

Storie di ordinaria follia
Non hai mai letto Bukowski?? No, mai letto Bukowski. Che ci posso fare, sono cosi’. Del resto ho gia’ i miei gusti e le mie preferenze a crearmi pile di tomi ancora da leggere senza seguire i consigli di chicchessia e poi le classifiche dei 100 libri da avere prima di morire, li lascio a chi coi libri si arreda la casa e non il cervello.
Poi vedi che accade, uno come Bukowski che tanto piace a chi non piace a me e che mettevo in conto di leggere una volta esaurita la scorta di casa, che stranamente cresce invece di calare, me lo trovo a poco nel mio negozietto marittimo di libri usati quando avevo gia’ terminato con largo anticipo la serie di letture da spiaggia e vedi com’e’ che ti scavalca d’un colpo la fila.
Strano personaggio Bukowski e in fondo lo si legge per questo. Il tempo ci sta restituendo un personaggio sempre meno dannato e sempre piu’ fantasioso ma cio’ non toglie che le sue storie, un po’ come lui, siano tutto e il contrario di tutto.
Semplicissime, fatte di due ingredienti, sesso e alcool, qualche spezia di contorno, soldi e corse e ogni tanto qualche ciliegina come la famiglia, la societa’ e le malattie. Condite da vomito e una bella evacuata sulla tazza del cesso. Tutto qui. Potrebbe essere molto noioso ma non lo e’, anzi, continua a divertire, forse perche’ non si prende mai sul serio e fottere come fottersene come fottersi, e’ la declinazione di un pensiero unico.
Ho riflettuto sul perche’ Bukowski piaccia. Non penso sia da invidiare, perlomeno io non ho mai ambito a farmi esplodere lo stomaco a 40 anni e a scoparmi negre da 150 chili ma e’ indubbio che v’e’ in lui il realismo che ha fatto grande John Fante e l’essenzialita’ di un Hemingway, suo eroe e certo il piu’ importante dei suoi padri spirituali, con lo stesso alcool ma molta meno avventura, anzi si potrebbe pensare che senza guerre, conflitti, viaggi e tori, forse i due avrebbero potuto scrivere le stesse cose. Anche un London meno fissato in fondo avrebbe potuto fare quella fine li’. Insomma bei confronti lo riconosco ma con questo non si pensi che il nostro ci si avvicini oltre un divertente gioco che termina prima di iniziare.
Nonostante cio’ mi sono divertito, lo devo ammettere, anzi pur iniziando a leggere con tutte le riserve possibili, ho divorato i racconti con grande soddisfazione.
Certo, non e’ che ora butto nel cesso i libri di De Lillo e straccio gli Ellis pero’ dovessi trovare altro di suo chissa’…


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