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The Suffering of the Phoenix - Capitolo 8

Da Taibaibai

“Ecco finalmente, dinanzi ai miei occhi, il soldato che aspettavo con impazienza” disse Cao Cao, allontanandosi dal tavolo per avvicinarsi a me. “Avrei dovuto aspettarmi un gesto simile da lei, Primo Ministro” dissi sarcastica. “Solo una mente sopraffina come la sua poteva giungere a tanto solo per una ridicola vittoria”. La sua mascella si contrasse, facendo scomparire il sorrisetto di poco prima. “Lei ha molto coraggio nel parlarmi in questo modo, capitano”. Scoppiai a ridere. “E’ dato dal fatto che non ho paura di lei, Primo Ministro”. Scosse le spalle, mentre prese ad osservare le due frecce conficcate nella spalla. “Ed io vedo che lei è ferita”. “Prenderò l’arciere che mi ha fatto questo e gli taglierò la testa”. “Si dia il fatto che è proprio dietro di lei”. Mi voltai leggermente e vidi l’uomo che mi aveva legato il laccio intorno alla gola, alzò una mano e mi salutò. “Gran figlio di puttana volevi vendicarti, eh?”. Xiahou Dun avanzò verso di me con aria minacciosa. “Come osi?” tuonò. “Oso e come, mi hai bucato una spalla”. “Tu mi hai privato di un occhio”. Scoppiai a ridere. “Che mira di merda che avevano i miei arcieri. Io puntavo ad ammazzarti”. Mi diede un forte schiaffo, che mi fece uscire il sangue dal naso. Minute goccioline andarono a posarsi sull’armatura e presero a scivolare sulla corazza di ferro. “Ora basta! Sembrate due bambini!” disse Cao Cao che aveva osservato la scena in silenzio. “Dun chiama Hua Tuo, non voglio che il capitano mi muoia per via di queste frecce”. Il generale si inchinò ed uscì. “E’ molto premuroso, Primo Ministro”. Sorrise, mentre prese a lisciarsi il lungo pizzetto. “Ora che l’ho sotto il mio controllo, non vorrei che mi morisse”. “Domanda: come mi convincerà a farmi combattere dalla sua parte?”. “Le ha lette le mie lettere, capitano?”. “Certamente”. “E allora?”. Sospirai. “Primo Ministro le sue proposte non mi sembrano allettanti, neanche se lei riuscisse a farmi diventare imperatrice. Vede: io ho giurato fedeltà alla bandiera Wu”. L’uomo sbuffò. “Non credo minimamente alle sue parole”. “Può fare come meglio crede, Primo Ministro”. Nel frattempo era entrato il medico in compagnia di Xiahou Dun, che ritonò a nascondersi nell’angolo più remoto della tenda, osservando la scena in silenzio. Intanto Hua Tuo prese a spezzare la punta delle frecce e a sfilarmele. Non riuscii a trattenere un grido che fece ridere Dun. “Anche tu hai gridato a Xia Pi” dissi sarcastica. “Ma tu non hai contegno”. Lo ignorai, mentre osservavo il medico dove aveva posto la parte delle frecce con la punta. Senza farmi accorgere e fingendo di star male per il dolore, mi abbassai leggermente in modo da garantire alle mani legate di poter afferrare una delle parti di frecce con la punta e farle scivolare nella manica. Frattanto il medico, tolta parte della corazza, aveva iniziato a disinfettarmi la ferita e a fasciarmela. Quando terminò, si inchinò dinanzi a Cao Cao e uscì dalla tenda, lasciandomi da sola con i due uomini. “Allora, capitano, cosa posso offrirle? Si racconta in giro che lei ha un debole per Sun Quan” disse Cao Cao catturando la mia attenzione. “E chi lo dice?” chiesi innervosita dalle sue parole. “Lo ha cantato un canarino”. Scrollai le spalle. “E lei ci crede? Sun Quan non è l’uomo adatto a me”. Il Primo Ministro si calò su di me. “Allora non ha nulla in contrario se gli taglio la testa se riesco a catturarlo?”. “Maledetto!” gridai. “Non riuscirà mai a piegare i Regni del Sud, non riuscirà a prendere Sun Quan”. Scoppiò a riedere. “S’allei con me e la testa del tuo signore continuerà a stare sul suo collo dopo che lo avrò catturato, è una promessa”. “Non ci credo, lei è un bugiardo”. Cao Cao sospirò. “Come devo dirle che esaurdirò ogni suo desiderio? Basta che si unisca alla mia causa”. “Giammai!” urlai e balzai su di lui, tirando fuori la punta della freccia, ma Dun si lanciò su di me, mi travolse con la sua grossa stazza, facendomi sbattere la testa sul pavimento ricoperto da un prezioso tappeto di seta. Il generale si rialzò e mi colpì al ventre con un potente calcio. Per il forte dolore mi piegai su me stessa. “Rinchiudila nella gabbia” disse Cao Cao in un secco ordine. Xiahou Dun mi afferrò per i capelli facendomi alzare e trascinandomi mi condusse fuori, nell’accampamento, che attraversammo sotto gli sguardi attenti dei soldati. Poco lontano c'era un’enorme prigione a forma di gabbia appesa ad un albero. Mi gettò dentro e la chiuse a chiave. “Starai qui senza cibo e acqua per tre giorni, poi vedremo se cambierai idea”. Mi rannicchiai in un angolo della gabbia, mentre sentivo le lacrime pizzicarmi gli occhi. Il Primo Ministro non poteva uccidermi e basta? Non volevo appoggiarlo, non volevo combattere contro Sun Quan, non volevo arrivare ad ammazzare l’uomo che amavo.

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