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The Wolf of Wall Street – Martin Scorsese

Creato il 18 agosto 2014 da Maxscorda @MaxScorda

18 agosto 2014 4 commenti

Wolf of Wall Street
I mitici anni ’80. Lo scrivo con molta ironia s’intende e non che non pensi, a dirla con le parole di Renato "Mercy" Carpaneto, che siano stati  l’ultima belle époque del XX secolo, quanto perche’ anche chi c’era e ricorda, tende a soffermarsi su inezie dimenticando cio’ che davvero li rese eccezionali, ovvero quel senso di potenzialita’ nelle cose, un tunnel di sola luce e poche ombre e comunque l’intima consapevolezza che tutto sarebbe stato possibile.
Vero e’ che parte fu illusione e oggi paghiamo debiti contratti anche allora ma le possibilita’ in un futuro pieno di promesse ce le ha tolte ben altro.
In fondo "The Wolf of Wall Street" racconta di questo, delle luci di quegli anni e l’immenso bacino di possibilita’ che offrivano. E’ la storia di Jordan Belfort, vero lupo di Wall Street capace di ridefinire il concetto di ingordigia dove nemmeno Gordon Gekko ha osato spingersi. L’alta finanza roba per squali?
Parrebbe al contrario roba per bonobi arrapati con problema da dipendenza da droghe. Tutte le droghe.
Ovviamente la totale assenza di una qualunque forma di etica fornisce i presupposti di una carriera cresciuta sino ad altezze oltreumane e rovinosamente franata perche’ ricordiamolo, a quei tempi esisteva ancora un po’ di giustizia.
Ad ogni modo la morale la lasciamo ai detentori della verita’ come Oliver Stone perche’ Scorsese si limita a fare il migliore cinema al mondo e se proprio vuole dirci qualcosa e’ che tutti noi, nessuno escluso, faremmo carte false per avere un decimo del successo di Jordan Belford o essere un antieroe alla Henry Hill. Si perche’ come in "Goodfellas" non sta a domandarsi e a domandarci dove stia il bene o il male, cosi’ la missione del film e’ raccontare una storia e riuscirci nel modo piu’ stupefacente possibile. "The Wolf of Wall Street" appartiene a quella ristrettissima schiera di film che ti mette in pace col cinema e con Hollywood in particolare e che Scorsese e DiCaprio siano sovente protagonisti di questi grandi eventi, non e’ piu’ un  caso.
Ormai ho terminato gli elogi per Scorsese. Credevo che con "The Departed" avesse raggiunto il massimo ma ha saputo superarsi e tenendo il gia’ citato "Goodfellas" come riferimento, crea protagonisti e comprimari con altrettanto spessore ai quale aggiungere dialoghi che farebbero rabbia a Tarantino per resa ed efficacia.
Film divertentissimo, il suo piu’ di tutti ma in generale erano anni che non mi facevo una irrefrenabile sequenza di sane risate.
Stessa difficolta’ coi superlativi per DiCaprio e come non tirare in ballo l’Oscar perche’ se e’ vero che non ho visto McConaughey nel ruolo che l’ha premiato, deve essere stato davvero stellare per vincere su Leo ma diciamocelo, che aspettarsi dalla lobby che ha disintegrato il cinema statunitense sotto il peso del clientelismo e del politicamente corretto?
Film incredibile che alza di una tacca i valori di tanti, tantissimi parametri tecnici e artistici.

Scheda IMDB


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