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Tirando le somme: la protesta dell’Istituto Alfieri.

Creato il 14 ottobre 2010 da Palotto

Tirando le somme: la protesta dell’Istituto Alfieri.

Beh ragazzi, voi che avete partecipato, voi che avete fatto sì che questa protesta prendesse corpo … Che ne pensate? Tiriamo assieme le somme?

I ragazzi in piazza San Secondo saranno stati 150, forse 200 all’apice della partecipazione: può sembrare poco per un Istituto Alfieri che conta sotto il suo tetto traballante, tra Liceo Classico e Quintino Sella, circa 6-700 studenti. Ma è comunque un risultato, una buona base da cui partire, che immagino tenderà ad allargarsi se saprete, se sapremo, organizzare il malumore dei ragazzi (aggiungerei anche se sapranno loro darsi una mossa, la vita che vogliono appiattire in fin dei conti è nostra quanto loro).


E della pluralità di interventi che ne pensiamo? Dato che ne alla “Stampa” ne alla “Nuova Provincia” sembra non essere importato più di tanto di questo dettaglio delicato, vorrei spenderci qualche parola. Molto bene le rappresentanti, Irene, Noemi, Chiara e Disma. Hanno parlato chiaro, lo hanno fatto bene! Incarnando i sentimenti della grande maggioranza dei ragazzi presenti, e facendosi magicamente interpreti anche degli assenti, hanno detto le cose come stanno: la scuola è pericolante, non si possono aprire gli infissi, si inciampa nei corridoi sconnessi, fili e cavi elettrici scoperti rappresentano un rischio. Nessuna risposta dalle amministrazioni locali. Le rappresentanti, in rispetto del loro ruolo di “voce di tutti gli studenti”, non hanno calcato particolarmente la mano su questo punto ma il fatto che le nostre amministrazioni siano entrambe di destra e che si comportino allo stesso modo verso la maggior parte dei problemi locali (problema casa, verde pubblico, l’incognita Way assauto …) la dice lunga sulla loro mentalità.
Bene l’intervento di alcuni genitori, potrei ricordare quello in difesa della cultura a tutti i costi, di Alessio Bertoli: molto sentito, molto apprezzato dai suoi ragazzi di teatro ma anche da tutti gli altri.
Mario Malandrone, del Coordinamento Asti Est, ha tentato di prendere il problema anche da un’altra angolazione facendo una similitudine azzeccata tra due tipi di edilizia, due tipi gemelli di edilizia: l’edilizia scolastica e l’edilizia popolare. Combinazione ambedue al fondo dell’agenda delle priorità delle nostre amministrazioni locali, pur essendo in effetti interessi prioritari di una buona fetta di cittadini, chi rischia di vedersi cadere il tetto in testa studiando, chi rischia di non vedersi il tetto sulla testa neanche quando piove … Ragazzi, vi inviterei a prendere in considerazione tematiche anche non immediate come queste: ricordate la solidarietà ed il combattere l’indifferenza di cui vi parlavo?
Poi è intervenuto il sottoscritto, che ha cercato di contestualizzare la protesta in un ottica più ampia di unità, tra studenti medi e universitari, nella lotta. Dopo un’incalzante spiegazione dei punti più negativi dell’ Antiriforma Gelmini, (lungi da me averli spiegati tutti, sarebbero troppi) mi sono gettato nell’analisi critica e piuttosto polemica della situazione dell’Istituto Alfieri: critico e polemico ovviamente nei riguardi della situazione e nei confronti di chi, calpestando svariati articoli della Carta Costituzionale, non da risposte o da risposte buffonesche.
Non si è fatto attendere Enrico Mattiuzzo, segretario provinciale dei Giovani Democratici, che ne ha approfittato per accentuare ancora una volta le responsabilità delle amministrazioni, conservatrici e di destra, locali. In particolare la sua invettiva si è catalizzata verso la Presidente della Provincia Maria Teresa Armosino.
Poi ha parlato un ragazzo del Collettivo 808, Werther. Un intervento che prendeva da lontano, forse troppo, il problema. Rappresentanti e alcuni studenti hanno lamentato l’autoreferenzialità, almeno apparente, del suo discorso, per lo più incentrato sulla sua esperienza. Un intervento decisamente connotato proprio in un’occasione in cui gli organizzatori ci avevano chiesto di dire cosa volevamo, ma da un pulpito non troppo riconoscibile per evitare di esporli oltre il dovuto alle strumentalizzazioni.
La mattinata si è conclusa con un ringraziamento delle rappresentanti ed un “alla prossima”.
Mi viene quindi spontaneo chiedermi, quale sarà “la prossima”? Vi propongo di iniziare, anzi mai smettere, a pensarci assieme. Che l’unione faccia la forza è un detto ormai consumato ma forse in questa occasione più vero che in altre! Assistiamo a proteste quasi quotidiane in tutta Italia, dallo studio al lavoro, dalle superiori alle università, dalla scuola alla fabbrica, e le cose sono molto collegate: l’attacco è speculare; attaccare la scuola ed impoverire la cultura per “formare” lavoratori di domani più mansueti ed ignoranti, quindi controllabili. Attaccare il lavoro abituandoci ad una mentalità servile, togliendo anche soldi dalle tasche dei nostri lavoratori e parallelamente impoverire la scuola pubblica in favore della privata, più costosa, più elitaria (e più scarsa nella maggior parte dei casi)… Volete proprio che faccia io il collegamento? A me sembra il cane che si morde la coda, non so a voi.

Concluderei ricordando un paio di cose:
Sabato 16, la manifestazione FIOM in difesa di lavoro e democrazia, che unirà lavoratori in genere, società civile, studenti, intellettuali, pensionati, la rappresentanza politica più di sinistra e che da sempre si batte strenuamente su certi temi, noi di Rifondazione in primis.

Prossimamente vogliamo organizzare un incontro tra noi Giovani Comunisti di Asti e chi sente di avere a cuore la cultura e lo sviluppo della consapevolezza dei problemi negli studenti. L’obiettivo è, con l’aiuto anche di persone qualificate che ci stanno proponendo il loro supporto (si parla di una psicologa e di un prof in sociologia), iniziare un lavoro nelle scuole che non sia solo lo sterile agire “da fuori” ma che si configuri come un essere DENTRO i problemi, con la mentalità adatta a cercare di risolverli. Invito aperto a tutti!

Nicolò Ollino



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