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Transcendence

Creato il 24 aprile 2014 da Kelvin
TRANSCENDENCE(id.)
di Wally Pfister (Usa, 2014)
con Johnny Depp, Rebecca Hall, Paul Bettany, Morgan Freeman, Cillian Murphy, Kate Mara
durata: 119 min.

La fantascienza è come una femme fatale: sa sedurti come si deve ma se non la maneggi con cura può avere conseguenze molto spiacevoli, specie se dall'altra parte c'è un novizio... Intendiamoci: non si può certo dire che il 53enne Willy Pfister sia un neofita del genere avendo firmato la fotografia degli ultimi quattro film di Christopher Nolan, però è altrettanto vero che la regìa è un mestiere completamente diverso e che il solo fatto di essere 'sponsorizzato' da cotal nome non è garanzia di successo a prescindere. Specialmente se, come in questo caso, il film pur trattandosi di un'opera prima è decisamente ambizioso tanto da auto-candidarsi al ruolo di 'cult-movie' dell'anno (etichetta tra l'altro abusatissima nella categoria...)
TRANSCENDENCEIl tema di Transcendence è vecchio almeno quanto la fantascienza stessa, ovvero l'intelligenza artificiale: per carità, nulla vieta di riprendere concetti già tante volte sviluppati in passato, a patto però che la realizzazione sia qualcosa di quantomeno sorprendente, che sappia darti spunti originali di confronto e riflessione. E bisogna dire che l'inizio fa ben sperare: Will Caster (Johnny Depp) è un famoso scienziato che è arrivato a un passo così dall'invenzione del millennio, ovvero un computer sofisticatissimo in grado di pensare come un essere umano, immagazzinando ricordi, dati anagrafici, memorie e qualsiasi altro tipo di informazioni personali. Una macchina dotata di una propria coscienza, insomma, con una capacità decisionale e relazionale assolutamente miracolosa.
TRANSCENDENCE
Succede però che il 'solito' gruppo terroristico, in questo caso un commando di neo-luddisti (coloro che rifiutano ogni tipo di evoluzione tecnologica ritenendo deleterio un futuro deciso dalle macchine) riesce a penetrare dentro i segretissimi laboratori di ricerca e ad avvelenare il povero Will, al quale vengono diagnosticate solo un paio di settimane di vita. Tutto sembra perduto, senonchè Evelyn, la compagna di Will (Rebecca Hall), non si rassegna all'idea di perdere per sempre la persona amata e decide di 'uploadare' in rete il cervello del marito, trasformando il supercomputer in una specie di moderno Hal 9000 capace di espandere all'infinito le proprie conoscenze e la propria capacità di controllo.
E qui... casca l'asino. Sì, inevitabilmente. Perchè da questo momento il film comincia a andare alla deriva, proprio per l'incapacità del regista di dosare adeguatamente la parte spettacolare con quella, diciamo, 'social-filosofica', incartandosi in stucchevolissime riflessioni alte e nobili senza però saper bene dove andare a parare. E che cosa succede di solito alle sceneggiature traballanti come questa? Che finiscono sempre per saccheggiare concetti e situazioni comuni ad altre pellicole del passato, perdendosi in un minestrone di citazioni 'colte' che però non portano a nulla. Da questo punto in poi infatti sono evidenti le assonanze con Her di Spike Jonze (con Depp che diventa 'Lui'), con eXistenZ di Cronenberg e almeno un'altra mezza dozzina di pellicole a tema... Ne viene fuori un guazzabuglio informe di ordinaria banalità, apprezzabile per il coraggio e per la volontà di fare un film diverso dagli altri, ma terribilmente superficiale e grottesco nella messinscena.
TRANSCENDENCETanta carne al fuoco, insomma (l'eterno confronto tra uomo e macchina, la diffidenza verso una tecnologia capace di curare ogni tipo di malattia, le implicazioni politico-religiose di un computer bulimico che intende cambiare il mondo, ovviamente a suo piacimento) che finisce per stancare lo spettatore e perfino farlo sorridere con certe situazioni che sfiorano il ridicolo involontario... depurato dal carisma dei suoi protagonisti e incapace di portare avanti seriamente qualsiasi tipo di riflessione esistenziale, Transcendence si candida con prepotenza al titolo di film meno riuscito della stagione, configurandosi come un'enorme occasione sprecata. Un vero peccato.
 

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