Magazine Cucina

Un "inbriago" e i suoi fratelli tra i salumi e i formaggi della nostra tradizione

Da Fulvia


Che andassi pazza per i formaggi già lo sapevo...io me li inzupperei anche  nel latte -  ma impegnare un intero pomeriggio alla ricerca di quello sconosciuto (alla sottoscritta) e  più gradito no, non lo avrei mai detto e non ho mica risolto la questione eh...anche se forse forse un preferito c'è.
Sabato 15 settembre, una bella giornata di sole.  Avevo letto di questo evento, "Salumi e Formaggi della Tradizione Italiana", ragion per cui avevo programmato, anticipato, sbrigato alcune cosette per potervi andare. Detto, fatto.Alle ore 15 e qualcosa ero li, pronta a gironzolare tra gli stand (per chi è a Roam e volesse farci un salto, è ancora aperto oggi!). Se qualcuno fosse giunto ad occhi bendati all'ingresso del Palazzo delle Fontane a Roma non  avrebbe avuto dubbi: il profumo - per alcuni puzza? -  che avvolgeva  l'intera hall la diceva lunga.  Recuperate le informazioni necessarie alla reception,  ho iniziato il mio giro tra salumi - anche questi copiosi e invitanti- e i formaggi di tutta Italia, pardon, di tutta la tradizione italiana. Io però ho un debole per i formaggi.

Mi sono ubriacata: ho asseggiato veramente di tutto, se pur a stomaco (quasi) pieno ma ne è valsa la pena. Purtroppo non mi sono potuta documentare su tutto e riporto qui  solo quei sapori che più mi hanno colpito.Tra i tanti espositori, un paio erano della zona veneta. Ho provato finalmente il tipico  formaggio detto "bastardo" che proviene dagli alpeggi del grappa . Mi è stato spiegato che il suo sapore parte da una nota dolce per poi arrivare ad uno più deciso man mano che matura. I luoghi dove ciò avviene sono chiamati "casarin" e sono davvero curiosa di provarlo fritto, pare sia una delizia. Il tempo di stagionatura è di 25-30 giorni. Niente da dire..buono davvero e prossimamente su questa tavola. Sempre rimanendo in zona Asiago, ho avuto modo di provare anche il formaggio "inbriago". Questo formaggio è davvero particolare: leggenda vuole che per sfuggire alle razzie tedesche in tempo di guerra, venisse immerso nei tini di mosto d'uva. La consuetudine che prende il nome di imbriacatura prevede almeno  8 giorni di immersione e una volta pronto prende colore più o meno violaceo  a seconda se le uve sono bianche o nere. Ve lo immaginate un risotto??Un'altra cosa che mi ha colpito molto sono stati i sali da cucina. Spesso, presi dalla routine degli acquisti alimentari dimentichiamo che esistono diversi tipi di sali. Quelli che ho visto qui sono di Cipro e sono in cristalli. Si prestano a tutte le preparazioni culinarie ma il bello di questi fiocchi è che se ne utilizzano molto pochi e quindi l'apporto di sale si riduce davvero tanto. Per saperne di più potete consultare il sito http://www.degucibiscelti.it/index.cfm In questo tripudio di sapori e profumi, mi sono imbattuta anche in una magnifica torta di formaggi dai colori autunnali.  Mi sono limitata ahimè solo a fotografarla..ho lasciato all'immaginazione il sapore e la preparazione e spero in un'altra ghiotta occasione.




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