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Un Parlamento in declino

Creato il 06 marzo 2012 da Oblioilblog @oblioilblog

Un Parlamento in declino

Il dibattito politico da quando Monti è al Governo è indubbiamente meno frizzante e meno accattivante: l’inciucione trasversale ha abbassato i toni, si è tornati a discutere finalmente di politica e non delle solite questioni giudiziarie o scandalistiche.

L’appeasement trasversale però rischia di comportare, oltre alla sostanziale imposizione di qualsivoglia provvedimento, un’altra rischiosa degenerazione, già peraltro iniziata sotto l’era Berlusconi: l’esautoramento del Parlamento.

Se sotto il Cavaliere il Parlamento era aggirato per mezzo di fiducie e decreti leggi, l’esecutivo tecnico si contraddistingue per le riunioni extra-parlamentari in cui viene deciso il contenuto sostanziale dei provvedimenti che poi deve solo essere ratificato dall’Aula.

Non sorprende, allora, che ieri, in un lunedì pomeriggio (non un venerdì), la Camera dei Deputati, nel dibattito circa un tema abbastanza importante come il progetto di legge che introduce il pareggio di bilancio in Costituzione, fosse popolata (si fa per dire) da soli nove onorevoli. 

Ben lo 0,9% dei 630 aventi diritto, erano di più i funzionari: una decina di commessi, quattro stenografi e sei spettatori. I presenti, a dire il vero, non erano molto interessati. Il direttore dei lavori Rocco Buttiglione picchiettava sull’Ipad e agitava il campanellino che segnala la fine del turno di parola quando il commesso lo avvisava. Gli altri distratti da sms, tablet, giornali e scartoffie varie.

I nove superstiti sono il relatore in commissione Affari Costituzionali del PD Roberto Zaccaria, il relatore della Commissione Bilancio Giancarlo Giogetti della Lega, accompagnato dai compagni di partito Raffele Volpi e Pierguido Vanalli, il democristiano Pierluigi Mantini, i pidiellini Guglielmo Picchi e Giuseppe Calderisi, i democratici Roberto Giachetti e Massimo Vannucci e Renato Cambursano del Gruppo Misto.

Non si discute perché di fatto sono tutti d’accordo. Non si discute perché non è più il Parlamento il luogo predisposto. Non si discute perché il Parlamento non conta più a niente. Peccato però che sia il Parlamento l’unica istituzione direttamente eletta dal popolo e quindi sua emanazione diretta. La conseguenza logica è lapalissiana e molto amara.

 

Fonte: Il Giornale


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