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VIA DALLA PAZZA FOLLA (Far From the Madding Crowd)

Creato il 17 settembre 2015 da Ussy77 @xunpugnodifilm

poster via dalla pazza follaSentimenti in costume per il Vinterberg inedito

Via dalla pazza folla porta in dote la curiosità di vedere un regista del movimento Dogma (Vintenberg) cimentarsi con un prodotto sentimentale e in costume. E il risultato è un film di buona fattura, sobrio, asciutto e privo di abbellimenti, nel quale la fotografia (pittorica e abbagliante) diviene assoluta e insostituibile compagna.

Bathshebah è una ragazza di campagna cresciuta dagli zii, che rifiuta la proposta di matrimonio del pastore Gabriel per non divenire proprietà di qualcuno. Per un rovescio di fortune, Bathshebah si ritrova a dirigere una fiorente fattoria, mentre Gabriel lavora al suo servizio come fattore. I pretendenti per Bathshebah si moltiplicano e Gabriel rimane, paziente, a osservare.

C’è ben più di un pregio in Via dalla pazza folla, film tratto dall’omonimo romanzo di Thomas Hardy, e non tutti i meriti vanno alla regia composta e sobria di Vintenberg. Difatti Vintenberg scopre l’impossibilità di seguire i percorsi di ogni personaggio, di conseguenza preferisce concentrarsi su Bathshebah, una donna che persegue l’indipendenza, una femminista che anticipa i tempi, caratterizzata da un’elevata perseveranza e voglia di ritagliarsi un posto nel mondo. Una pellicola Mulligan-centrica che pesa ambizione, passione e controllo di una donna vittoriana, che si trova, suo malgrado, in un quadrato amoroso. In Via dalla pazza folla il tempo scorre inesorabilmente e si è sempre più a confronto con una maturazione, con un’infatuazione fugace e con un personaggio femminile che sorregge in modo impeccabile l’intera durata del film. Tuttavia Vintenberg non si dimentica degli altri personaggi e, se il pastore Gabriel è il più presente e sfaccettato caratterialmente, non si può non notare come l’attenzione viene mantenuta vigile anche nei confronti degli altri due spasimanti (Boldwood e il sergente Troy), due figure che sarebbe delittuoso definire di contorno.

Via dalla pazza folla è un sentimentale riuscito, un film che tiene alta la tensione drammatica e ammalia grazie a una fotografia pittorica, che immortala in modo unico le sterminate campagne britanniche. Inoltre riesce a definire con mirabile leggiadria ed eleganza i caratteri dei personaggi, invisibili motori di una vicenda che anticipa l’importanza della figura della donna e che ne esalta la sua raffinata e silenziosa smania di emergere.

Vintenberg non lascia nulla al caso e la curiosità si sposta dalla vicenda al cast, che si fa ammirare in interpretazioni misurate, ma profondamente riconoscibili. Il pastore Gabriel incarna la pazienza e la fedeltà, Boldwood l’ambiguità, mentre il sergente Troy la travolgente passione e il possesso; tutti caratteri ben definiti che accompagnano la vicenda (e la protagonista) fino a una conclusione prevedibile, ma ben costruita.

Pellicola che piace e intrattenimento intelligente, Via dalla pazza folla dimostra di saper appassionare anche un pubblico non avvezzo al genere, che però rimane incantato dalla compostezza stilistica di Vintenberg, dalla fotografia abbagliante di Charlotte Bruus Christensen e dalla tenuta recitativa di Carey Mulligan. Un ottimo risultato per l’invitante svolta a occidente del regista danese.

Uscita al cinema: 17 settembre 2015

Voto: ***1/2


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