Magazine Fotografia

0020 [POINTS DE VUE] Pablo Lopez Luz | Città del Messico

Da Wilfingarchitettura @wilfing
di Salvatore D’Agostino

Una città osservata da un’altura, da un terrazzo o in volo comprende tutte le possibili definizioni della stessa città attraversata dal basso. In una sola veduta la storia passata, presente e del prossimo futuro si annulla.

Il fotografo messicano Pablo Lopez Luz, con la sua macchina fotografica di medio formato, ha osservato Città del Messico ai bordi di alti palazzi, raggiungendo le cime delle montagne e sporgendosi dagli elicotteri ha ottenuto delle immagini quasi cartografiche di estremo realismo. In questo pieno infinito di case emergono le contraddizioni della smisurata città in continua espansione alla conquista di ogni spazio disponibile. Qui la nozione di paesaggio si dissolve in una distesa di umanità abitativa.
Gli studi sulla storia della pittura e fotografa messicana di Pablo Lopez Luz fanno assumere al suo ‘estremo realismo’ l’aspetto di ‘realismo magico’,* una corrente artistica che dal 1967 in poi, grazie allo scrittore Gabriel García Márquez e il suo libro ‘Cent'anni di solitudine’ ha fatto scoprire la letteratura e il mondo delle arti del sud America. Il ‘realismo magico’ offrì, al realismo inteso come pura cronaca o assoluta verità, uno scarto narrativo straniante.
La realtà fotografata da Pablo Lopez Luz con estrema precisione ci fa rimanere in sospeso, quasi senza fiato.

0020 [POINTS DE VUE] Pablo Lopez Luz | Città del Messico

0020 [POINTS DE VUE] Pablo Lopez Luz | Città del Messico
0020 [POINTS DE VUE] Pablo Lopez Luz | Città del Messico
0020 [POINTS DE VUE] Pablo Lopez Luz | Città del Messico
0020 [POINTS DE VUE] Pablo Lopez Luz | Città del Messico
0020 [POINTS DE VUE] Pablo Lopez Luz | Città del Messico
0020 [POINTS DE VUE] Pablo Lopez Luz | Città del Messico
3 ottobre 2013Intersezioni ---> POINTS DE VUECOMMENTA

__________________________________________Note: 
*Il termine ‘realismo magico’ si deve al critico tedesco Franz Roh che nel 1925 sintettizò la pittura italiana degli anni venti, la realtà minuziosa dei quadri di De Chirico, Carrà, Morandi aveva cambiato il concetto di realismo come pittura di pura verità offrendo al mondo del visivo uno scarto straniante.

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