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1° domenica di avvento anno a

Creato il 30 novembre 2013 da Ambrogio Ponzi @lucecolore
1 dicembre 2013 1° DOMENICA DI AVVENTO ANNO A
1° DOMENICA DI AVVENTO ANNO A
Antifona d'Ingresso  Sal 24,1-3A te, Signore, elèvo l'anima mia,
Dio mio, in te confido: che io non sia confuso.
Non trionfino su di me i miei nemici.
Chiunque spera in te non resti deluso.

Colletta
O Dio, Padre misericordioso, che per riunire i popoli nel tuo regno hai inviato il tuo Figlio unigenito, maestro di verità e fonte di riconciliazione, risveglia in noi uno spirito vigilante, perché camminiamo sulle tue vie di libertà e di amore fino a contemplarti nell'eterna gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo figlio, che è Dio, e vive ….
Prima Lettura  Is 2,1-5Il Signore unisce tutti i popoli nella pace eterna del suo Regno.Dal libro del profeta Isaia
Messaggio che Isaìa, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme.
Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore
sarà saldo sulla cima dei monti e s’innalzerà sopra i colli,
e ad esso affluiranno tutte le genti.
Verranno molti popoli e diranno:
«Venite, saliamo sul monte del Signore,
al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie
e possiamo camminare per i suoi sentieri».
Poiché da Sion uscirà la legge
e da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli.
Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri,
delle loro lance faranno falci;
una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione,
non impareranno più l’arte della guerra.
Casa di Giacobbe, venite,
camminiamo nella luce del Signore.  - Parola di Dio

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 121
Rit. : Andiamo con gioia incontro al Signore.  Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme! - Rit.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide. - Rit.
Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;
sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi palazzi. - Rit.
Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: «Su di te sia pace!».
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene. - Rit. Seconda Lettura  Rm 13, 11-14aLa nostra salvezza è vicina.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo. - Parola di Dio Vangelo   Mt 24, 37-44Vegliate, per essere pronti al suo arrivo.  
Dal vangelo secondo Matteo In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». - Parola del Signore
RIFLESSIONE 

  • Abbiamo alle spalle una lunga storia di “Avventi”, di cose annunciate, di prospettive di speranza che non sempre rispondono all’attesa e al desiderio contenuti in questo tempo liturgico, offerta speciale e fondamentale dell’azione di Dio nella storia. Infatti l’Avvento è un tempo che contiene in sintesi tutte le promesse di Dio e annuncia il loro realizzarsi; è un tempo che fa fremere il cuore di speranza e di azioni.
Cercherò di essere semplice. Le letture sono talmente ricche che è facile rimanere affascinati restando però alla superficie, attratti da un aspetto piuttosto che da un altro. Vorrei riproporre a me ed a voi la riflessione su di un punto: la proposta di una conversione alla gioia e al compimento, perché in sostanza si annuncia la vittoria dell’amore di Dio sul peccato dell’uomo e la sua liberazione. Nella prima lettura, l’immagine del popolo che trova la strada per tornare al suo riposo è grandiosa, perché indica i gesti da fare, promette la vittoria sulla divisione dell’uomo da Dio e la pacificazione gioiosa per il superamento della divisione. Vi propongo di considerare in particolare la conversione base. Convertirsi: come, in che senso e da che cosa? C’è una conversione globale che abbraccia l’insieme, il cosmo, l’umanità, i tempi, i singoli, i popoli, le persone. Perché Dio ci chiama alla conversione? Cosa ne pensiamo noi? La chiesa cosa dice quando parla di Avvento? L’Avvento indica un cammino misterioso di Dio verso di noi e di noi verso Dio. Dio viene a noi con dei segni precisi, e non solo in questo tempo. Questo non è soltanto detto, ma proposto come forza positiva di attrazione. Il fatto che Dio venga a noi, ci cerchi, è un evento di assoluto valore, di gioia, di consolazione. Pensiamo ad esempio cosa può significare un annuncio da parte di Dio di pace, di liberazione, di giustizia, per un popolo in guerra, per un ammalato…; quale prospettiva! Altrettanto consolante è la rivelazione dell’andare verso Dio: Dio si fa trovare da noi, ma anche da quelli che escludiamo o giudichiamo non degni di uno sguardo su di loro. Nel cammino della storia tutti siamo amati, tutti siamo cercati al di là delle apparenze negative che ci sono. La parola 'Avvento' ci richiama il movimento di un soggetto che viene e di un soggetto che va incontro per essere nell’armonia. La conversione nel tempo di Avvento diventa essenziale, ancora di più se consideriamo che in sostanza coincide con il senso ultimo del tempo liturgico e di tutto il cammino che siamo chiamati a percorrere. L’Avvento non è una giornata tra le altre, ma è un atteggiamento. Questo particolare è da considerare con attenzione, perché tocca tutti gli aspetti della vita, i fatti più profondi ed essenziali per l’uomo. Se manca questa attenzione, la vita si affloscia, perde la tensione, la forza, il movimento, l’attrattiva. Con un esempio familiare ci si può aiutare a comprendere ciò che sta avvenendo: l’Avvento è un avvenimento simile al rapporto sponsale. Immaginate che lo sposo e la sposa siano in posti diversi. Se si amano veramente, pur lontani e separati si cercano e fanno passi di avvicinamento precisi; e man mano che il cammino va avanti, aumenta la gioia, la luce, l’attrazione, il desiderio. Diventerà naturale per lo sposo o la sposa mandare messaggi, saluti per indicare i passi che si stanno facendo, finché arriverà il giorno dell’incontro definitivo. Viceversa, provate a pensare quale inganno, tradimento, insensatezza se lo sposo cessasse di pensare alla sposa, di fare i passi necessari di avvicinamento, perché dimentico di quello che ha vissuto o perché l’interesse per lo sposo o la sposa è venuto meno. La vita perderebbe la sua forza, la gioia dell’incontro e il senso dell’amore. Una coppia può sciupare la sua esperienza non provando più attenzione per l’altro. Se questo avviene, è motivo di tristezza, abbandono, smarrimento; è un buttare via la vita, un vivere senza essere una cosa sola con l’altro. Non c’è più un cercarsi, ma un ignorarsi e un tradirsi. Un rapporto va continuamente alimentato per restare vivo e accelerare il raggiungimento dell’incontro e del ritrovarsi. Se il rapporto vive nella fedeltà, nell’armonia e nel cercarsi reciprocamente è motivo di gioia e di pienezza. Al contrario, ignorarsi vuol dire perdere la tensione fondamentale verso l’armonia. L’Avvento è la buona notizia che Dio è all’opera da sempre per superare il distacco dell’uomo da Lui. Dio ci cerca come chiesa, perché vuole la salvezza e la comunione con tutti gli uomini. L’Avvento è il tempo in cui possiamo scoprire la lieta notizia che Dio non si dimentica di me, di te, di noi, non si allontana da noi e non ci dice: “arrangiati, hai voluto fare così, continua e perderai il senso della vita!”. Quindi, vivere l’Avvento vuol dire ritrovare il movimento di Dio che viene a noi. L’ avvicinarsi di Dio è un cammino che avviene passo a passo ; Lui è da sempre sulle nostre tracce. Questa certezza ha un profondo significato e dice la gioia incontenibile per il fatto che noi siamo amati e possiamo amare Dio e i fratelli. L’Avvento va vissuto dentro questa prospettiva come cammino e movimento che non si ferma ma continua; e al suo interno possiamo cogliere alcuni atteggiamenti e i passi concreti da fare. Innanzitutto accorgerci che Dio ci cerca, cogliere i segnali del suo avvicinarsi e per questo essere felici. È importante sapere che io sono cercato da Dio per quello che sono ed è altrettanto importante sapere che Dio cerca anche le persone che io rifiuto. Dov’è l’incontro? Dove lo trovo? Dio ha posto e pone dei segni del suo venire a noi: la Parola, l’Eucarestia, la Chiesa, la comunità, i gruppi, la famiglia, gli avvenimenti, ma anche le persone, soprattutto quelle che soffrono e che sono nel bisogno. Questo implica che io sia attento e vigilante per cercare i segnali di Dio e che capisca i passi che devo fare per incontrarlo: Dio mi cerca, Dio viene, ma dove vado per incontrarlo? Il tempo dell’Avvento mi stimola, mi educa, mi richiama all’attenzione ai segni, al discernimento, a guardare a ciò che mi capita e alle tracce della sua presenza e della sua azione. Discernimento vuol dire aguzzare lo sguardo e stare attenti, perché non ci sfugga l’azione di Dio e la sua presenza. Oggi c’è un bisogno enorme di discernimento per la complessità della vita carica di molteplici attrattive, dove diventa difficile capire cosa Dio mi chiede e mi offre. Comincia così a delinearsi il programma di questo tempo liturgico: fare discernimento per cogliere i segni della venuta di Dio e ascoltare i richiami della liturgia che educa. Il discernimento ha bisogno di essere fondato, avere una base che è lo sguardo sull’ insieme e di alimentare la conoscenza dell’amore di Dio nel suo insieme. Io, infatti, posso essere convinto che l’amore dei fratelli è un fatto decisivo, ma poi non colgo i particolari di come questo amore si realizza. L’impegno è quello di avere uno sguardo globale. Non so quando il mondo finirà, però sono chiamato a vivere con speranza il progetto del Padre. Cristo è il fulcro del discernimento e noi siamo chiamati a vedere le cose con gli occhi di Gesù. Questo mi permette di vivere la mia vita come un andare verso Dio e un venire di Dio a me e al tempo stesso verso tutti.
  • La riflessione riportata è da intendere come uno dei tanti modi con cui il Signore parla a noi.
In questa settimana siamo chiamati a porci queste domande:
  • quali sono, nella tua situazione di vita concreta, i segni del venire di Dio verso di te e del tuo andare verso Dio?
  • il senso della vita è lasciarsi cercare e trovare da Dio: credi questo?
Per capire i segni del mio andare verso Dio sarà importante vivere il cammino di conversione e farne motivo di gioia e di serenità. Non facciamo l’errore di pensare, come dice Papa Francesco, che il cristiano debba vivere nella tristezza come un carcerato. La vita ha tratti luminosi e tratti difficili che, grazie all’amore di Dio verso noi e di noi verso Lui, diventano luminosi. Anche la morte stessa diventa vita piena in Dio. E questo è gioia, è speranza. La grazia da chiedere nella preghiera è quella di aprire gli occhi. Non stiamo raccontando una favola, ma parlando della realtà. Dio ci fa scoprire la sua presenza nel piccolo come misura convincente del suo amore e del nostro rispondere a Lui. Testimoniate queste prospettive nell’ambiente dove vivete non come dovere, ma come luce che illumina con forza.
RIFLESSIONE
Quando in una chiesa, in una comunità, in una famiglia, nella persona stessa viene meno la tensione e l’interesse verso il ritorno glorioso del Signore e si spegne l’invocazione “ Vieni Signore Gesù! Maranatha! ”
allora è inevitabile essere risucchiati dall’attualità, nei suoi aspetti banali o chiudersi in una visione di vita senza speranza. La storia dell’uomo, privata del suo incontro finale, resta come decapitata, inutile fatica.
COLUI CHE VIENE
“ Colui che viene ”: questo è il tuo nome. Per tutti vieni, dono senza prezzo, in tempi e modi e strade inattesi. La nostra povertà non ti è d'inciampo: il nostro vuoto invoca il tuo intervento; il nulla è spazio per il tuo creare. Tu vieni, non costretto dal bisogno, quieto restando nel tuo movimento e senza spostamenti o abbandoni. Tu, Vita, vieni per la tua pienezza. Tu, Bellezza, vieni per il tuo splendore. E tu, Amore, vieni straripante dono. Insegui l'uomo, che ti cerca e fugge; e solo dopo averlo ritrovato la festa aprirai, che non ha fine.

1° DOMENICA DI AVVENTO ANNO A


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