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10 Anni di Songs for the Deaf: God Save the Queens

Creato il 26 ottobre 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazine
10 Anni di Songs for the Deaf: God Save the Queens

Sono passati ormai dieci anni dalla pubblicazione del terzo album dei Queens of the Stone Age, “Songs for the Deaf”, considerato da critica e pubblico, il miglior disco rock del decennio scorso. Dopo l’omonimo esordio e “Rated R”, i QOTSA compiono un capolavoro: un concept che mixa perfettamente punk, hardcore, hard-rock, stoner, psichedelia, il tutto con un suono originale, che rende la chitarra di Josh Homme inconfondibile. Basterebbe citare i nomi dei musicisti per capire che è un album di altissimo livello, oltre al cantante-chitarrista, nonché leader della band, la formazione comprende Nick Oliveri alla voce e al basso (già con Homme nei Kyuss), autore insieme al frontman di tutte le canzoni, Dave Grohl (Nirvana, Foo Fighters) alla batteria, Mark Lanegan (ex Screaming Trees) alla voce, il tutto prodotto dallo stesso Homme. Un vero “viaggio” considerando la brillante idea di inserire una voce radiofonica tra una track e l’altra (come già avevano fatto gli Who in “The Who Sell Out” del 1967); l’impressione è quella di attraversare il deserto californiano, con le stazioni della radio che cambiano frequentemente.

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Già dall’iniziale “You Think I Ain’t Worth a Dollar, But I Feel Like a Millionaire” si capisce che si fa sul serio, un muro di suono impressionante, chitarre pesanti e ritmi secchi, con la vena punk dettata dalla voce di Oliveri. “No One Knows” fa capire qual è il classico suono Queens, riff che ti si scolpiscono in testa, suono saturo ma pulito, e ritmo incalzante. “First It Giveth”, terzo singolo della band di Palm Desert, racconta il ruolo che ha la droga nel processo che porta il musicista a comporre. Che c’è uno dei migliori dietro le pelli si intuisce dall’attacco di “A Song for the Dead”, un omaggio ai Black Flag; dopo il “delirio” iniziale entra in gioco uno strepitoso Mark Lanegan, con la sua voce dal timbro roco. La paranoica “The Sky Is Fallin’”, data da quel riff robotico e ossessivo, anticipa l’urlata “Six Shooter”. “Go with the Flow” è il secondo singolo, sulla stessa scia del primo, chitarra che incalza e linea vocale melodica cantata da Homme. “Gonna Leave You” ricorda “First It Giveth”, ma molto più in stile Zeppelin, e fa da giusto intermezzo tra la precedente e “Do It Again” che risulterà una delle più efficaci dal vivo, per il suo ritmo così “pestato” e i suoi cori d’impatto. “God Is in the Radio” più pacata (si fa per dire) della precedente, prosegue poi in una divagazione strumentale, che riprende più volte il tema principale. Con “Another Love Song” sembra di essere tornati indietro agli anni ’60, la tastiera fa da tappeto sonoro ad una chitarra quasi in stile surf. Tra le migliori, sicuramente “Hangin’ Tree”, sempre con Lanegan alla voce, e la psichedelica “A Song for the Deaf” che dà il titolo all’album. A chiudere due hidden track, che “rompono” la continuità del disco: l’acustica “Mosquito Song” e il beat-rock di “Everybody’s Gonna Be Happy” cover dei Kinks. Esiste anche una traccia 0, “The Real Song for the Deaf” (si trova all’interno della prima traccia e può essere ascoltata riavvolgendo il primo brano a circa -1:30).

una immagine di QOTSA da sinistra Dave Grohl Troy Van Leeuwen Nick Oliveri Josh Homme e Mark Lanegan giugno 2002 620x329 su 10 Anni di Songs for the Deaf: God Save the Queens

Nonostante il successo commerciale nel 2004 la formazione si disintegra a causa della conflittualità tra Homme e Oliveri, probabilmente legata agli eccessi del bassista (nello stesso anno si presenterà nudo sul palco di “Rock in Rio” e verrà arrestato per atti osceni in luogo pubblico); tra l’altro era uno che non nascondeva di certo la sua passione per la droga, presentandosi alle interviste vestito di bianco, con la sola scritta cocaine sulla maglietta. Dave Grohl, per poter dedicarsi ai Foo Fighters, verrà sostituito prima dell’inizio del tour con Joey Castillo (che è tutt’ora presente in formazione). Ancora oggi Grohl considera “Songs for the Deaf” il miglior album da lui mai registrato. Ritornerà a collaborare con Josh Homme nel 2009 con il supergruppo “Them Crooked Vultures”, dove al basso c’è la leggenda vivente John Paul Jones (Led Zeppelin). Infine, Mark Lanegan dopo aver cantato “This Lullaby” nel successivo “Lullabies to Paralyze”, decide di interrompere la collaborazione con i QOTSA. Di fatto i Queens, alla conclusione del tour che li ha portati alla consacrazione definitiva, diventano un progetto solista di Josh Homme, che si allontanerà sempre più dal rock degli inizi legato ancora in parte alle influenze stoner, per virare verso un sound con molte influenze pink-floydiane e progressive (King Crimson su tutti), naturalmente mantenendo il suo timbro chitarristico inconfondibile. Nel 2013 è prevista l’uscita del sesto album, a distanza di sei anni dal precedente “Era Vulgaris”. Restano comunque ottime produzioni i due lavori successivi a “Songs for the Deaf”, ma non incisivi e suonati con quell’attitudine rock che ha contraddistinto quest’ultimo, disco imperdibile che ognuno dovrebbe avere nella propria collezione.

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Tracklist:

1) You Think I Ain’t Worth a Dollar, But I Feel Like a Millionaire – 3:12

2) No One Knows – 4:38

3) First It Giveth – 3:18

4) A Song for the Dead – 5:52

5) The Sky Is Fallin’ – 6:15

6) Six Shooter – 1:19

7) Hangin’ Tree – 3:06

8) Go with the Flow – 3:07

9) Gonna Leave You – 2:50

10) Do It Again – 4:04

11) God Is in the Radio – 6:04

12) Another Love Song – 3:16

13) A Song for the Deaf – 6:42

Hidden Track

Mosquito Song – 5:38

Everybody’s Gonna Be Happy – 2:36

Esiste una versione con CD Bonus nel quale sono contenute 5 tracce registrate dal vivo ad Ancienne in Belgio, il 1° novembre 2002.

1) No One Knows

2) Auto Pilot

3) The Sky Is Fallin’

4) Another Love Song

5) Better Living Through Chemistry


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