Gentile Fabrizio,
mi metto a scriverle poche righe per dirle perché Laurana Editore ha deciso di fare un libro come “10 buoni motivi per essere cattolici” di Valter Binaghi e di Giulio Mozzi e subito mi rendo conto che, il giorno stesso dell’uscita, nutro un leggero timore. Il motivo è questo: temo che, come sempre quando si parla di cattolicesimo nell’Italia di oggi, si faccia coincidere automaticamente la fede con la Chiesa, e per questo motivo o si abbracci senza tentennamenti la causa o si storca il naso senza neppure entrare nel merito. E invece “10 buoni motivi per essere cattolici” è un libro tutto diverso, che non parla né di Chiesa né, in qualche modo, di fede. Parla invece delle storie che sono dentro la Bibbia, le racconta e le mette in dialogo tra loro, cercando di tirare le somme per vedere in che modo queste storie ci riguardano. Perché oggi la Bibbia non la legge più nessuno. E invece se qualcuno la leggesse, ci troverebbe dentro una grandissima vicenda amorosa, d’amore tra Dio e l’uomo, e scoprirebbe quanto terribile e bella è questa vicenda amorosa.
Il libro dunque è un contenitore di storie. Si tratta di storie che fanno parte della nostra identità culturale, perché nei millenni si sono sedimentate, sono state raccontate molte volte e in molti contesti, non foss’altro perché sono storie davvero notevoli. Solo che da un po’ di tempo a questa parte, sembra che le abbiamo perse di vista. Sembra che ci possiamo accontentare di vedere qualche film. E così ce ne sono molte che non ricordiamo più, e non ricordiamo più che valore hanno.
Né Valter Binaghi né Giulio Mozzi vogliono convincere di niente il lettore. Vogliono solo mostrargli che esiste una identità culturale – quella del cristiano cattolico – per la quale l’attesa della fine del mondo è un’attesa lieta, grazie alla quale si pensa a un Dio come a uno che sperimenta il mistero della morte, nella quale si sa individuare il Nemico e opporsi a lui. E tutto questo avviene perché c’è una grande narrazione alle spalle, una narrazione su cui tutto si poggia. Questi due scrittori, quindi, tornano a narrarcela. E a Laurana Editore pareva opportuno che lo facessero.
Un caro saluto,
Gabriele Dadati