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10 cose che ho imparato al Cosmoprof

Creato il 21 marzo 2011 da Patriziafinuccigallo
10 cose che ho imparato al Cosmoprof
1- Che la bellezza non è tutto: davvero?
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2- Che a certi eventi non si può entrare se non hai un invito ultra ultra speciale. “Per carità – dicono le hostess all’ingresso del tendone che ospita Chanel– è riservatissimo, solo ad inviti”. E in mano hanno un piccolo aggeggio conta persone che prima di accedere parano davanti. Ti spiegano che eventi come questo hanno una lista di attesa, lunga. Lunghissima. Passa di lì un’amica, potentissima PR. Entri con me?
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3- Che esiste un profumo in grado di relazionare te e la tua aura. Cristiana mi spiega che in base al colore delle bottigliette scelte è in grado di capire il mio stato presente, cosa mi manca, come lo gestisco, la mia sfida, quale forza devo attirare a me per ottenere ciò voglio. Dopo avere selezionato i colori e destinato le priorità ho scoperto di avere i miei sogni nelle ovaie. Protetti come cisti. Sarà ora di asportarli? 10 cose che ho imparato al Cosmoprof
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4- Che qualche campioncino omaggio si porta a casa, ma molto molto meno di una volta.
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5- Che Francesco Sarcina fa cantare le ragazze innamorate.
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6- Che l'arredamento per i negozi dei parrucchieri è disegnato anche da famosi designer.
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7- Che Bologna è bella, qualche volta. Di notte, quando la luna è piena di buone intenzioni.
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8- Che fare i massaggi è sempre bello.
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9- Che la scoperta migliore l’ho fatta alla cena dell’Accademia dei profumieri, nella splendida cornice di Palazzo Re Enzo. Davanti a me una formosa giornalista dai capelli corti e bianchi stringeva le mani di un uomo molto bello, sui quaranta, vestito di nero e con una perfetta camicia bianca aderente al corpo asciutto leggermente muscoloso. Mi raccontava che aveva 400 paia di scarpe e che una di esse era amorevolmente incollata ai suoi piedi, i quali viaggiavano da una sala all’altra grassottelli ma pieni di humor. Il tacco 12 centimetri a fine serata è stato sostituito da un paio di ballerine nere, ben nascoste nella borsa. Così rimpicciolita la signora arrivava dunque alla cintura del bell’uomo il quale, per una ragione a me incomprensibile, ancora la abbracciava sorridente e premuroso. Lei mi ha guardato, un momento, sulle scale prima di ritirare il suo cappotto bianco. Decisa e sfacciatamente perfida. E’ stato in quell’istante che ho colto la risposta. Domani comprerò il suo libro, mi sono detta accendendomi un sigaro sottile e profumato.
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10- Che tutto sommato, come dice un vecchio proverbio "gallina vecchia vuolgallettogiovane".

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