1. Viola il diritto alla vita

La
Dichiarazione universale dei diritti umani e altri trattati regionali e
internazionali, che chiedono l'abolizione della pena di morte,
riconoscono il diritto alla vita. Un riconoscimento sostenuto anche
dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite che, nel 2007 e nel 2008, ha
adottato una risoluzione che chiede, fra l'altro, una moratoria sulle
esecuzioni, in vista della completa abolizione della pena di morte.
2. È una punizione crudele e disumana

Non
esiste alcuna giustificazione alla tortura o a trattamenti crudeli e
disumani. Secondo la Dichiarazione universale dei diritti umani: "Nessun
individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamenti o punizioni
crudeli, inumane o degradanti". Come la tortura, un'esecuzione
costituisce una forma estrema di aggressione fisica e mentale nei
confronti di un individuo. La sofferenza fisica causata dall'azione di
uccidere un essere umano non può essere quantificata, né può esserlo la
sofferenza mentale causata dalla previsione della morte che verrà per
mano dello Stato. Sebbene le autorità dei paesi mantenitori continuino a
cercare procedure sempre più efficaci per eseguire una condanna a
morte, è chiaro che non potrà mai esistere un metodo umano per uccidere.
3. Non è stato mai dimostrato il suo valore deterrente

Non
è corretto assumere che una persona che commette un omicidio lo faccia
dopo aver valutato razionalmente le conseguenze. Spesso gli omicidi sono
commessi in momenti in cui l'emozione ha il sopravvento sulla ragione o
sotto l'influenza di droghe o alcool. A volte la persona violenta
soffre di gravi disturbi mentali o presenta comunque una certa
instabilità psicologica. Chi commette un reato grave con premeditazione,
può decidere di farlo nonostante i rischi, pensando di non essere preso
o ritenendo che la ricompensa che ottiene ha un valore maggiore
rispetto alla pena che potrebbe rischiare. La chiave della deterrenza
risiede nell'aumentare le probabilità che chi commette un reato sia
arrestato e condannato. Nessuno studio ha mai dimostrato che la pena di
morte sia un deterrente più efficace di altre punizioni.
4. Uno stato che uccide compie un omicidio premeditato

La
pena di morte è un sintomo di una cultura di violenza, non una
soluzione a essa. Eseguendo una condanna a morte, lo stato commette un
omicidio e dimostra la stessa prontezza del criminale nell'uso della
violenza fisica. Alcuni studi hanno non solo dimostrato come il tasso di
omicidi sia più alto negli stati che applicano la pena di morte
rispetto a quelli dove questa pratica è stata abolita, ma anche come
questo aumenti rapidamente dopo le esecuzioni: un incremento simile a
quello causato da eventi pubblici violenti come le stragi.
5. È sinonimo di discriminazione e repressione

La
pena di morte è usata in modo sproporzionato contro le persone più
svantaggiate. Chi appartiene a una classe sociale povera non dispone mai
dei mezzi economici necessari per affrontare un processo capitale. Una
difesa d'ufficio non sempre si rivela essere adeguata. La pena di morte è
spesso sinonimo di discriminazione razziale, religiosa ed etnica. È
usata nei confronti di persone affette da disturbi mentali e minorenni
all'epoca del reato. Nelle mani di regimi autoritari, la pena capitale è
uno strumento di minaccia e repressione che riduce al silenzio gli
oppositori politici.
6. Non dà necessariamente conforto ai familiari della vittima

Un'esecuzione
non può ridare vita alla vittima né cancellare per sempre la sofferenza
provata dalla sua famiglia. Lontana dal mitigare il dolore, la
lunghezza del processo non fa altro che prolungare la sofferenza dei
familiari della vittima, fino alla conclusione dove una vita viene presa
per un'altra vita, in una forma di vendetta legalizzata.
7. Un errore giudiziario può uccidere un innocente

Il
rischio di mettere a morte una persona innocente resta legato in modo
indissolubile alla pena di morte. Negli Usa, sono più di 130 le persone
che sono state rilasciate dal braccio della morte a seguito di sviluppi
che ne hanno dimostrato l'innocenza dopo la chiusura del processo.
Diversi altri condannati, invece, sono stati messi a morte nonostante la
presenza di forti dubbi sulla loro colpevolezza. Una difesa legale
inadeguata, le false testimonianze e le irregolarità commesse da polizia
e accusa sono tra i principali fattori che determinano la condanna a
morte di un innocente. In altri paesi, il segreto di Stato che circonda
la pena capitale impedisce una corretta valutazione di questo fenomeno.
In Arabia Saudita sono frequenti i processi iniqui, spesso svolti in una
lingua sconosciuta all'imputato. In Cina e in Iran, le confessioni sono
spesso estorte sotto tortura.
8. Infligge sofferenza ai familiari dei condannati

La
pena capitale ha effetto sulla famiglia, sugli amici e su tutti coloro
che sono vicini al condannato a morte. Come conseguenza di
un'esecuzione, i familiari di un prigioniero messo a morte, che
generalmente non hanno avuto niente a che fare con il reato per il quale
è stato condannato, provano lo stesso atroce senso di perdita avvertito
dai familiari, dagli amici e dai conoscenti della vittima di un
omicidio.
9. Nega qualsiasi possibilità di riabilitazione

La
pena di morte è incompatibile con la dignità umana. Qualunque sia il
metodo scelto per uccidere il condannato, l'uso della pena di morte nega
la possibilità di riabilitazione, di riconciliazione e respinge
l'umanità della persona che ha commesso un crimine. Amnesty
International ritiene che il modo corretto per prevenire la reiterazione
del reato sia una revisione delle procedure per la libertà condizionale
e un serio monitoraggio psicologico durante la detenzione. In nessun
caso la risposta può essere trovata nell'aumentare il numero delle
esecuzioni.
10. Non rispetta i valori di tutta l'umanità

I
diritti umani sono universali, indivisibili e interdipendenti. Derivano
da molte e diverse tradizioni nel mondo e sono riconosciuti da tutti i
membri delle Nazioni Unite come standard verso i quali hanno accettato
di conformarsi. Tutte le religioni promuovono pietà, compassione e
perdono nei loro insegnamenti. In ogni zona del mondo e attraversando
ogni confine religioso e culturale, esistono paesi che hanno abolito la
pena di morte per legge o nella pratica.
http://www.amnesty.it/10ottobre/10motivi