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104. Il tuo nemico

Creato il 19 agosto 2011 da Fabry2010
104. Il tuo nemico

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- Ogni volta che vedo questa scena, ho paura di non poterla più ammirare.
- Cosa ti colpisce?
- Le nuvole dai bordi d’oro: come se uno sbocco di luce fosse l’ultima parola.
- Ci credi davvero, Magdalenne?
- Mi hai insegnato a guardare: potrei descrivere per ore i particolari del tramonto, disegnare sfumature d’ombra e luce, entrare nei particolari delle case, degli angoli verdi, delle mura.
- Ogni dettaglio è un’emozione, una memoria del cuore; ma esiste anche il ricordo del futuro.
- Ormai vedo solo coi tuoi occhi, Yehochoua: se non ci fossi, sarei di nuovo cieca.
- Quando il sole, le nuvole, le linee dritte e curve della città hanno superato l’argine dell’indifferenza, non ne sono più inghiottiti.
La bambina è sul letto d’ospedale: la madre la contempla con ansia, mentre il medico la visita.
- E se le cose belle esistessero solo per un attimo? Se questo sguardo dovesse spegnersi per sempre?
Lei è palestinese, la dottoressa ebrea; dice sì, no, mentre l’altra le palpa l’addome dolorante.
- L’attimo va colto senza lasciarselo sfuggire: se è un dono dell’Altissimo, resterà per sempre.
I bambini giocano insieme, non sanno di essere nemici.
- Forse sto imparando, a poco a poco; comincio a capire che se il sole sparisce all’orizzonte, continua a riscaldare, a illuminare il lato opposto della vita, l’altro versante della storia.
Un medico non guarda al passaporto, al colore della pelle: lui si prende cura, cerca di sconfiggere il dolore.
- Riesci a sentirti liberata da ogni tipo di catena? Lo potresti annunciare, un giorno, nelle piazze, negli angoli più oscuri e disperati della tua città?
La bambina non ha mai visto il nemico senza la divisa del soldato.
-Per quale motivo dici tua? Mi fai paura.
L’assistente è vestito da clown; i gesti imprevedibili fanno ridere la piccola.
- La mia ora sta per giungere. Non c’è niente di bello che non debba avere fine.
Si affollano bambini: bianchi, olivastri, dai capelli lisci o ricci, si sbracciano, gridano, vogliono giocare pure loro.
- Perché ti contraddici, Yehochoua? Mi fai impazzire. Hai appena detto che l’attimo diventa eterno.
- L’istante delle nuvole dorate, Magdalenne, è immortale se sei disposto a perderlo, se lo vivi così intensamente da dimenticare che il bambino con cui giochi è il tuo nemico.
Papà, cos’è la guerra?
Figlio, te l’ho detto: è pensare che l’altro non potrebbe essere tuo padre, o tuo fratello.



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