Era il 10 febbraio 2011 quando per la prima volta nella mia vita entravo al Parlamento Europeo di Bruxelles. Ero da poche settimane a Bruxelles e avevo appuntamento alle 18e30…sono arrivato un’ora prima e ho aspettato fuori, nel gelo della capitale belga, per paura di arrivare tardi La cosa che mi aveva colpito di più era l’immensità dell’edificio, sempre illuminato a giorno. E poi le bandiere dei 27 appena fuori all’ingresso Altiero Spinelli, simbolo dei 27 stati che compongono l’Unione.
Prima dell’appuntamento ho assistito alla mia prima conferenza: un incontro sulla lotta alla mafia, organizzato dal gruppo S&D, conclusosi con una bella rappresentazione teatrale dell’attore Marco Paolini. Ricordo la straordinaria sensazione di sedersi per la prima volta in una delle postazioni dell’aula A3G2 e vedere e ascoltare per la prima volta dal vivo personaggi politici che fino ad allora avevo visto solo in televisione. Il top è stato, salito al 15° piano ammirare la mia nuova città, Bruxelles, avvolta nel gelo invernale.
Una settimana dopo iniziava ufficialmente quella che, insieme al volontariato in India, considero l’esperienza più bella e formativa della mia giovane vita. Il mio primo compito è stato quello di tradurre dall’inglese all’italiano un videomessaggio di una deputata bulgara, l’ultimo assistere a una conferenza sulla fame del mondo in uno sciccoso hotel bruxellese. In mezzo decine di riunioni di commissione, di gruppo…e poi report, note, dossier ecc ecc. Il culmine dell’esperienza è stato sicuramente partecipare alla sessione plenaria di Strasburgo di novembre. Strasburgo è dove tutto il lavoro che si fa a Bruxelles si conclude. Per uno stagista è la ciliegina sulla torta senza cui l’esperienza non avrebbe lo stesso gusto.
La vita in ufficio ogni giorno era diversa ma mai banale. Il bello del lavorare in un ufficio come quello di P. è che non sai mai cosa può capitarti di dover fare. Mi è capitato di dover partire da un momento all’altro per una missione in Lussemburgo. Ho toccato con mano cosa vuol dire la Politica, quella con la P maiuscola. Ho assistito a incontri con pezzi grossi del mio partito, conosciuto retroscena sconosciuti ai più e mi sono innamorato ancora di più in quello in cui credo.
Può sembrare retorica o pomposità…ma entrare al P.E. alle 8e30 e uscirne alle 10 di sera lo consideravo una cosa bella. Ho cercato di apprendere il più possibile ed estrapolare il meglio dalle tante persone che ho avuto il piacere di conoscere in questa straordinaria esperienza: assistenti, funzionari, lobbisti, deputati ecc. In questi 11 mesi ho provato a capire cosa è veramente quella cosa che per anni ho studiato sui libri universitari: l’Unione Europea. Cosa astratta e inutile per molti…criticata, a volte ferocemente, panacea di tutti i mali e ricettacolo di gente strapagata per girarsi i pollici.
Dopo 11 mesi non penso che l’Unione Europea così come è oggi sia perfetta, anzi. I processi decisionali sono troppo lunghi e complicati, ci sono sprechi evitabili e spesso c’è molta differenza tra quello che si decide e quello che poi veramente si fa. E’ pieno di figli di, amici di, conoscenti di ecc ecc. Ma anche di persone dal valore straordinario, di un livello di competenza eccelso e di una passione straordinaria. Come in tutte le cose della vita insomma. Purtroppo o per fortuna l’UE è il nostro presente e il nostro futuro. La soluzione alla crisi è più Europa e non meno. Lavorare nei palazzi del potere europeo mi ha fatto diventare fortemente europeista, come prima non ero mai stato.
Non sono mancati i momenti di piacere: gli straordinari buffet (di cui sono diventato uno dei maggiori conoscitori e fruitori), le chiaccherate sugli argomenti più disparati in ufficio o sul piano, gli aperitivi stagiare a Place Lux, il vedere dal vivo e cenare con Ligabue ecc ecc.
Sono stati 11 mesi che hanno cambiato il mio modo di vedere le cose, 11 mesi che mi hanno fatto capire cosa voglio essere. Lunedì ricomincia l’attività del Parlamento e mi fa effetto sapere di non essere presente. Ma tornerò, con le stesse motivazioni e lo stesso entusiasmo, per rincorrere e far si che il mio sogno diventi realtà. Ringrazio P. e sopratutto D. per l’opportunità che mi hanno concesso e per avermi insegnato il gusto del lavoro vero.
A’ la prochaine
Nico