E, considerate le rimembranze che numero in questione scatena, mi sembra doveroso dedicare queste celebrazioni al personaggio del momento, vale a dire a Sergio Marchionne, che lavorando diciotto ore al giorno ed essendo uomo di mondo non avrà certo occasione di leggere le mie modeste note, ma al quale mi sembra doveroso ricordare gli anni in cui l’azienda da lui trainata generava utile e benessere sociale per il paese proprio grazie all’automobile il cui nome, accidentalmente, coincide con il numero di articoli da me raggiunto oggi.
Non ho nessuna competenza di economia e non voglio quindi addentrarmi in presuntuose analisi più grandi di me. Mi limito solo a una piccola considerazione da uomo del popolo e da pensatore della domenica.
Tutto quanto sostenuto da Marchionne a “Che tempo che fa” - il paese-Italia concepito come un’inutile zavorra sui profitti aziendali, la necessità dei lavoratori di sacrificarsi per l’obiettivo comune del rilancio, l’inellutabilità delle delocalizzazioni verso nazioni in cui gli operai hanno meno mezzi di difesa – assume un valore se e solo se si continua a percepire il denaro come dio unico ed incontrastato della vita politica, il margine di guadagno come il solo punto di arrivo, il consumo come insostituibile motore del mondo.
Siamo talmente abituati a pensare le nostre vite così che nemmeno ci stupiamo più.
Il punto di vista di Marchionne è indubbiamente molto contemporaneo e al passo col nuovo che avanza, ma anche parecchio inquietante, perché inseguire sempre e comunque la competitività, il ribasso dei costi di produzione e l’aggressività delle proprie strategie commerciali può rivelarsi un cammino senza ritorno verso il suicidio.
Siamo insomma davvero sicuri che per stare tutti meglio avremmo bisogno di guadagnare di più? E’ quello e solo quello, il metro della serenità collettiva? E’ inseguendo un ricavo netto migliore, che si trova il proprio equilibrio di uomini, e di esseri sociali?
Ecco… lo sapevo… volevo brindare ai miei 1100 post e ho finito con lo sciorinare inutili elucubrazioni sui milioni di posti (di lavoro) che qui in Italia stanno scomparendo.
Come al solito, Marchionne mi ha rovinato la festa.