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11/09/2012

Creato il 11 settembre 2012 da Gorgibus @chiaragorgibus
Avevo sette anni quando c'è stato l'assedio di Sarajevo. Abitavamo nell'altra casa, era mattina presto, la radio accesa. Io ero seduta sul tavolo di formica, mia madre era incinta e mio padre mangiava Kellogs Cornflakes. Questo è il mio primo ricordo della guerra.
...
Non importa che non si guardi la tv, che non si abbia tempo di leggere i quotidiano o le agenzie di stampa. Basta dover datare un foglio qualunque ed è subito "Quanti anni sono passati? undici?" Da lì al raccontarsi ancora una volta dov'eravamo e con chi, in quei momenti, il passo è breve.
Ero a casa, in camera mia, la stessa che ho ora ma con i vecchi mobili, stavo guardando la terza stagione di Ally McBeal su Canale 5 e lo schianto del secondo aereo avrà sempre quella stessa indimenticabile sensazione di orrore.
Non conosco nessuno che non ricordi, ricordiamo tutti, è il nostro contributo personale alla memoria globale, un pezzo della storia del mondo e della nostra storia personale.
Poi ci sono le guerre, le rivoluzioni, genocidi passati per anni sotto silenzio, bambini che muoiono di fame ogni giorno, contano forse le loro vite meno di quelle dei lavoratori delle torri? degli uomini e delle donne in viaggio? dei vigili del fuoco?
Non contano di meno, certo che no. Ma mentre chi ha perso qualcuno piange i propri cari che hanno perso la vita, la maggior parte di noi piange sulla perdita della sicurezza e della spensieratezza, perché da quel giorno di 11 anni fa, niente è stato più come prima.
C'è chi per un mese non ha viaggiato in aereo, chi per un anno, chi non viaggia più. C'è chi ha odiato i mandanti della strage e chi crede nel complotto. Chi in fondo al cuore sussulta alla vista di un islamico in metropolitana e chi mette in dubbio i servizi segreti americani.
La prima volta che sono salita in un aereo stavo bevendo un'aranciata. Le donne erano bellissime con i loro beautycase del set di valigie che custodivano tutti i belletti. Ora siamo scrutati, controllati, scannerizzati. Mettiamo lo shampoo nelle buste trasparenti come se fossimo al supermercato a comprare la frutta, ma guai a mangiare una mela. Siamo tutti un potenziale pericolo, nessuno di noi è degno di fiducia. Viaggiare smette per un attimo di essere entusiasmante e diventa fastidioso e stressante.
E' questo che ricordiamo, ogni anno. Di come abbiamo smesso di essere adolescenti immortali e ci siamo trasformati in adulti insicuri. Di come l'Occidente abbia scoperto di essere vulnerabile, debole, ingiusto e ipocrita, perché se l'America non è al sicuro, nessuno di noi lo è. E una cosa così, non puoi dimenticarla.

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