da qui
- E’ la prima volta che guardiamo l’alba.
- Che ne pensi?
Nel punto della fondazione c’è qualcuno che prega.
- Penso che l’emozione più grande sia veder nascere la luce.
- Molti confondono la luce con la ragione fredda, la mentalità calcolatrice.
Il Santo fa paura: non puoi fissarlo mai direttamente.
- E invece è il Logos.
- Esattamente. Il Logos è più della ragione: è il dono che fa essere se stessi, riconduce al progetto originario.
Eppure lo cerchi, ti fermi alla presenza, hai bisogno di qualcosa che ti superi.
- Lo so, Yehochoua, perché ti amo.
- Perché io ti amo, tu lo sai: in principio era il Logos, ciò che ti fa essere.
Cosa c’è in questa stanza? Sembra così bella!
- Il Logos era verso Dio: cosa significa? Non l’ho mai capito.
- Se ti rivolgi a Dio, ti comunica il segreto.
Nessuno sa cosa ci fosse: la Presenza è misteriosa.
- Dio era il Logos: me lo spieghi?
- Ci si guarda negli occhi e si è una cosa sola; da quel momento lasciarsi non ha senso, la nostalgia ti ucciderebbe.
Il Mashiah è passato di qua, puoi sentire il rumore dei suoi sandali.
- Tutto fu fatto per mezzo di lui: com’è possibile?
- La vita sboccia dallo sguardo: nasci negli occhi dell’altro, finalmente.
Ha esplorato questi muri, ha ammirato la bellezza delle pietre.
- Allora l’alba è questa!
- Sì, è la luce: si viene al mondo perché qualcuno si accorge di te, ha cura dei tuoi
sogni.
Il cielo appare fra le grate: è un iride azzurro che dà forma ai tetti, ai vicoli, alle bancarelle accastate.
- La luce splende, ma le tenebre non l’hanno accolta.
- Ti sbagli Magdalenne: non l’hanno vinta.
Nel Santo Sepolcro c’è un segreto che conoscono in pochi.
- Allora è un’alba eterna!
- Dio è l’eternamente giovane, l’eternamente innamorato.
Il sole illuminava il marmo della parete est e la basilica era avvolta nella luce, nello sguardo incantato dell’Altissimo.