La strage Fascista
12 dicembre 1969 - Milano, piazza Fontana, Banca dell'Agricoltura17 morti e 89 feriti: 1. Giovanni ARNOLDI, anni 42 2. Giulio CHINA, anni 57 3. Eugenio CORSINI 4. Pietro DENDENA, anni 45 5. Carlo GAIANI, anni 37 6. Calogero GALATIOTO, anni 37 7. Carlo GARAVAGLIA, anni 71 8. Paolo GERLI, anni 45 9. Luigi MELONI, anni 57 10. Vittorio MOCCHI 11. Gerolamo PAPETTI, anni 78 12. Mario PASI, anni 48 13. Carlo PEREGO, anni 74 14. Oreste SANGALLI, anni 49 15. Angelo SCAGLIA, anni 61 16. Carlo SILVA, anni 71 17. Attilio VALÈ, anni 52
20 dicembre - funerali di Giuseppe Pinelli
"La strada era nera di folla, fra le due pareti di case popolari. Donne, gli occhi rossi e lo scialle, si affacciavano. Qua e là, fotografi appostati. Mi sono detto: quanta gente. Ma non era vero. Neanche un migliaio di persone. Quanti debbono aver avuto paura. C'è un mazzo di bandiere nere con la A in rosso. Due o tre bandiere rosse. Di quelle della Quarta Internazionale, credo. Molti, forse più, erano giovani; ma molti anche gli anziani e vecchi. Quando sono in mezzo a una folla non mi rammento di essere già, per i più, un vecchio". (Franco Fortini)
per ascoltare la "Ballata del Pinelli" clicca il link http://www.nelvento.net/media/La%20ballata%20del%20Pinelli.mp3
Quella sera a Milano era caldo Ma che caldo che caldo faceva Brigadiere apra un po' la finestra E ad un tratto Pinelli cascò.
"Commissario io gliel'ho già detto Le ripeto che sono innocente Anarchia non vuol dire bombe Ma eguaglianza nella libertà."
"Poche storie indiziato Pinelli Il tuo amico Valpreda ha parlato Lui è l'autore di questo attentato E il suo socio sappiamo sei tu"
"Impossibile" – grida Pinelli – "Un compagno non può averlo fatto Tra i padroni bisogna cercare Chi le bombe ha fatto scoppiar.
Altre bombe verranno gettate Per fermare la lotta di classe I padroni e i burocrati sanno Che non siam più disposti a trattar"
"Ora basta indiziato Pinelli" – Calabresi nervoso gridava – "Tu Lo Grano apri un po' la finestra Quattro piani son duri da far."
In dicembre a Milano era caldo Ma che caldo che caldo faceva È bastato aprir la finestra Una spinta e Pinelli cascò.
Dopo giorni eravamo in tremila In tremila al tuo funerale E nessuno può dimenticare Quel che accanto alla bara giurò.
Ti hanno ucciso spezzandoti il collo Sei caduto ed eri già morto Calabresi ritorna in ufficio Però adesso non è più tranquillo.
Ti hanno ucciso per farti tacere Perché avevi capito l’inganno Ora dormi, non puoi più parlare, Ma i compagni ti vendicheranno.
"Progressisti" e recuperatori Noi sputiamo sui vostri discorsi Per Valpreda Pinelli e noi tutti C’è soltanto una cosa da far.
Gli operai nelle fabbriche e fuori Stan firmando la vostra condanna Il potere comincia a tremare La giustizia sarà giudicata.
Calabresi con Guida il fascista Si ricordi che gli anni son lunghi Prima o poi qualche cosa succede Che il Pinelli farà ricordar.
Quella sera a Milano era caldo Ma che caldo che caldo faceva Brigadiere apra un po’ la finestra E ad un tratto Pinelli cascò.