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12 idee per la crescita

Creato il 17 marzo 2014 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

123Rai Educational, presenta 12 Idee per la crescita, un programma in onda la domenica alle ore 13.00 su Rai3.

A 12 idee per la crescita, Rai Educational incontra i protagonisti dell’economia e dell’imprenditoria italiana per capire insieme a loro i motivi di una paralisi della quale l’Italia sembra essere rimasta vittima e perché, anche difronte alle “idee” che ci consentirebbero con forza di risalire la china, spesso non corrisponde una altrettanto chiara e concreta azione indispensabile per ripartire.

Se ci troviamo questo straordinario panorama architettonico, invidiato da tutto il mondo, dobbiamo domandarci il perchè e come è nata questa virtù ambientale. È nata perchè dei committenti illuminati hanno capito che il loro pot

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ere si sarebbe fortemente avvantaggiato dal fatto di rappresentarsi in maniera importante attraverso l’architettura. L’Italia  che ha vissuto negli ultimi decenni un contrasto politico e di potere dovuto ad una diversa visione di campo, oggi, vede  in  zone immerse nel verde alcune tra le più belle architetture industriali del terzo millenio.

Luca Zevi, architetto e urbanista:”c’è un fenomeno nuovo, che si è manifestato negli ultimi anni, le imprese leader del MadeinItaly, cioè imprese che hanno lanciato la sfida ai mercati internazionali, hanno avuto la necessità di rappresentarsi attraverso l’architettura”.

Aldo Cibic, fondatore Cibic work shop, ” È interessante vedere gli imprenditori che credendo nel loro lavoro e nell’investimento che richiede il lavoro, prestano molta attenzione allo spazio in cui le persone vivono parte della loro vita. Quando c’è un grande amore per la qualità che si produce, questa qualità è declinata non solo nel prodotto, ma nel luogo in cui si vive e si lavora”.

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Per riconoscere il territorio italiano attraverso i suoi modellatori per eccellenza: il lavoro e la fabbrica, dobbiamo ricondurci all’Italia delle Cento Città, l’Italia delle 3C ( capannoni, campanili e comunità). L’Italia dei distretti industriali  che  sta cambiando pelle, adattandosi alle nuove esigenze.  Tenuto conto anche dell’elevata mole di investimenti necessaria per competere sul mercato, quest’Italia si è raccontata e bene alla “13° Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia 2012” al punto che l’eccellenza dell’architettura italiana industriale è sbarcata ad Abu Dhabi con alcune centinaia di imprenditori italiani.

Luca  Zevi:Nel 2013 il padiglione italiano è stato chiamato a rappresentare il lavoro italiano e non solo attraverso i prodotti ma attraverso la qualità degli ambienti. Mi sembra un buon segno”.

Definita “olivettiana” in quanto a dimensioni e produzione, la tipologia dell’architettura italiana degli ultimi quindici anni destinata al settore industriale, si inserisce perfettamente nell’ambiente circostante, decentrando le grandi fabbriche rispetto al centro città, senza trascurare l’ambiente circostante e la vivibilità degli spazi interni. Un’idea coraggiosa che fa delle fabbriche del MadeinItaly, il cuore di un progetto dell’estetica indus

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triale delle Cento Città del capitalismo del territorio. Un’evoluzione che lascia sperare in una nuova stagione dell’Italia delle Cento Città che, riprendendo la profezia di Adriano Olivetti, conduca a una ripresa economica caratterizzata dalla profonda riqualificazione di un territorio straordinario, che il liberismo dominante negli ultimi decenni ha inutilmente maltrattato.

Tra le architetture mostrate in occasione della mostra anche la nuova sede di Salewa progettata da Cino Zucchi, uno dei simboli del green building di Bolzano; o ancora l’architettura sostenibile progetta da Mario Cucinella per iGuzzini; lo stabilimento ad alta efficienza Ferrari di Maranello, al quale ha contribuito  Renzo Piano.  Jean Nouvel e il suo chilometro rosso dell’azienda leader di impianti frenanati, presso Bergamo, la Brembo.  La sede di Cabel Industry, firmata  Massimo Mariani Studio, la Italcementi, quinto produttore del cemento a livello mondiale  e molti altri progetti d’eccellenza.

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Allora se tutti ci aspettano a braccia aperte. Tutti vogliono mangiare italiano, vestire italiano. Siamo a tutti simpatici. Adorano il nostro patrimonio artistico. A quest’Italia che si affaccia nel terzo millenio  mancano le idee o la fase evidente di stallo politico ci impedisce di fare ciò che serve al paese affinché torni ad occupare un posto di primo piano nello scenario economico mondiale?


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