Magazine Cultura

120. Il corpo di Dio

Creato il 04 settembre 2011 da Fabry2010
120. Il corpo di Dio

da qui

- Ho qualcosa da dirti.
- Lo so.
- Il tempo stringe, ci stanno eliminando a uno a uno. Ci sarà chi può intendere il messaggio?
- Ho paura di no.
- In Israele la nazione è avanti a tutto; nelle chiese si insegna una dottrina lontana dalla vita.
- Come cambiare?
- Ricominciando, rinnovando tutto; riunendo la mente con il corpo, cessando di insegnare ai bambini soltanto delle idee, perché l’Altissimo si manifesta nella convergenza di intelligenza e sentimento, spirito e corpo. I responsabili, a qualsiasi livello, non vogliono accettarlo, perché utilizzano le separazioni come strumento di dominio.
Yehochoua scrive qualcosa sul quaderno; Shime’on cerca di leggere.
- Hanno dimenticato che l’esistenza viene prima: ricordi l’immagine dell’albero della vita e l’albero del bene e del male?
- Sì, la ricordo.
La mano scorre lenta, come sulla sabbia: sembra che scavi, che attinga a una vena sottostante.
- Ricordi il divieto di cogliere il frutto del secondo?
- Sì, lo ricordo.
La gente accorre al muro, sono formiche impazzite, ognuna con la sua sporta di dolore.
- Qual è il motivo della proibizione?
- Ne hanno dette tante che non so cosa pensare.
Anche le nuvole corrono, come se il cielo si rassegnasse alla follia delle persone.
- L’albero del bene e del male è il giudizio, che spetta solo a Dio. Se il mondo se ne appropria, perde il frutto della vita. Rabbini, preti, suore, catechisti e animatori, hanno mangiato il frutto maledetto; per questo chiese e sinagoghe sono covi di vipere, regni incontrastati della maldicenza.
Yerushalayim, quante volte ho voluto raccoglierti sotto le mie ali, come la chioccia i suoi pulcini.
- C’è tempo per cambiare?
Ma non hai voluto!
- Solo se si rinuncia a ogni forma di potere: della mente sul corpo, dell’idea sulla realtà.
Le auto sono un fiume di luce che attraversa le arterie malate della città, del mondo.
- Stai scrivendo questo, sul quaderno?
- E’ scritto da millenni; ma la parola di Dio è troppo viva per essere accolta nella valle di Ben-Hinnon. L’uomo preferisce l’inferno del giudizio all’abbandono delle sicurezze e degli schemi.
Il muro è una bocca di squalo, pronta a divorare.
- Yehochoua, ho paura che nessuno intenda.
- Eppure basta poco: è sufficiente rinunciare all’idea di Dio e lasciarsi abbracciare dal suo corpo.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine