Pubblicato da fabrizio centofanti su marzo 27, 2012
da qui
- Mi sembra strano.
- Cosa?
- Dunque: vengo al pontile per raccogliere le idee; per caso leggo una scritta: Fofner, sei la mia vita. A un certo punto qualcuno m’interrompe e comincia una filippica sulle barriere che dividono la gente, su quello che bisognerebbe essere e su ciò che si dovrebbe fare e alla fine del discorso dichiara: io mi chiamo Fofner.
- Cosa c’è di strano?
Lo guardi negli occhi: ti ricorda qualcosa. Gli scavi di Ostia Antica: cosa c’entrano?
- Ti sembra normale?
Un giorno di inizio primavera, il cielo azzurro come il cancello arrugginito, due ragazze straniere, svizzere, ti pare.
- Cosa c’è di normale, nella vita?
Anche questa ti sembra d’averla già sentita. Dove le portate? Sulla spiaggia, dove scolpisci monti di sabbia e fingi di percorrerli sciando con due dita.
- Sempre originale, vero? I piedi per terra ti capita di metterli?
Ridono, buon segno. Quando una donna ride, è quasi fatta.
- I piedi sono a terra comunque, fino a che qualcuno non li sistema in posizione orizzontale. Un amico dice sempre che chi sta per morire vuole mettere i piedi per terra a tutti i costi.
Portasse sfiga. Continuano a ridere, siete sicuri di aver raggiunto il risultato.
- Io i piedi per terra ce li ho sempre, per questo mi sembra tutto molto strano.
A Ostia antica, poi, l’apoteosi: sono incantate. Date spiegazioni inventate là per là, pittori e scultori dai nomi inverosimili: avrebbero forse controllato?
- Quali sono i tuoi cantautori preferiti?
Cosa vuole da me? Arriviamo a sostenere seriamente di aver vinto l’appalto del restauro. Ridono forte: l’abbiamo sparata troppo grossa?
- De André, De Gregori, Guccini e Capossela.
La cosa finisce lì, ora dritti all’albergo.
- Gli stessi miei. E’ strano pure questo?
Con gli ultimi soldi offriamo la birra più costosa, ormai siamo certi di concludere.
- Coincidenze, vuoi dire, tutte coincidenze. Ma perché quell’altra scritta?
Il sorriso si spegne sulle labbra quando, in un misto di svizzero e italiano, ci dicono: grazie di tutto, arrivederci!
- Quale scritta?
Siamo noi che cominciamo a ridere nervosamente: come facciamo a ritornare a casa?
- Fofner, eri la mia mia vita.