Anche il gruppo di maggioranza relativa, quello del Popolo della Libertà, si fa’ promotore del progetto di legge messo a
INSIEME per dar forza ai tuoi DIRITTI
punto dal Coordinamento Nazionale Unitario di Faib e Fegica.
12 Deputati iscritti al PdL (Barani, Carlucci, Castiello, Di Virgilio, Distaso, Girlanda, Golfo, Lisi, Pagano, Sammarco, Traversa e Zacchera), oltre a Calearo (IR) e a Lo Monte (Vice Presidente del gruppo Misto – Movimento per le autonomie) hanno sottoscritto in qualità di cofirmatari la proposta già depositata agli atti della Camera (AC 4200) da Scilipoti (IR).
Diventano in questo modo 60 i parlamentari, tra Senatori e Deputati, che hanno apposto la loro firma sotto il progetto di riforma del settore della distribuzione carburanti.
E si va sostanzialmente completando il ventaglio dei gruppi parlamentari (7 su 8), i cui rappresentanti si fanno direttamente ed in prima persona promotori del ddl “Libera la benzina!”.
A due mesi esatti dall’avvio dell’iniziativa, aperta con la conferenza stampa di presentazione dell’11 marzo scorso, si può ben dire che il progetto di riforma abbia saputo intercettare un bisogno diffuso, palesemente percepibile non solo a livello popolare, di maggiore chiarezza e trasparenza delle dinamiche del settore.
Un settore in cui buona parte dei suoi attori, compagnie petrolifere in testa, denunciano qualche evidente limite nella capacità di comprensione di quanto sta in realtà avvenendo.
Insistere nell’invocare, in modo ipocrita e strumentale, maggiori “libertà” solo per sé stessi ed i propri già robusti interessi, nella convinzione che sia ancora possibile fermare il mercato e la concorrenza appena fuori del proprio “orticello”, coltivato a privilegi e rendite di posizione, rischia seriamente di appartenere ad un’epoca che oramai comincia ad intravedere il suo crepuscolo.
Che lo abbiano capito e saputo interpretare i Gestori può, comprensibilmente, irritare quanti sono cresciuti nella convinzione di poter pretendere di impersonare all’infinito il ruolo di grandi manager e imprenditori a rischio zero.
Di qui, probabilmente, la lettura monocorde di quanti resistono tenacemente alla modernizzazione del settore dei carburanti e del petrolio più in generale, sulla scia di quanto, passo dopo passo, si sta realizzando nel mercato elettrico.
Una lettura che vorrebbe interpretare quella di Faib e Fegica come una semplice “provocazione” o un tentativo di “esproprio proletario”.
Si tratta di una reazione in bilico tra il desiderio di potersi rassicurare ed il riflesso irritato, che si ferma, a fatica, appena un passo prima di invocare la “lesa maestà”.
In realtà, il progetto “Libera la benzina!”, con buona pace dei suoi (pochi, a dire il vero, ma molto interessati) detrattori, grazie alla forza che gli viene dall’aver voluto e saputo mettere tutto e tutti (anche le presunte sicurezze della nostra Categoria) in discussione, pur di introdurre una prima, vera struttura di mercato anche per i carburanti, ha sempre più il merito di offrire una alternativa credibile di ragionamento, di approfondimento e di dibattito su questioni concrete assolutamente concrete e capaci davvero di dare un assetto più efficiente e concorrenziale al settore: la costituzione di un mercato all’ingrosso; l’estensione al settore carburanti dei compiti del Gestore del Mercato Elettrico e dell’Acquirente Unico; la separazione proprietaria; la dell’obbligatorietà del vincolo di approvvigionamento in esclusiva; la flessibilità contrattuale e la valorizzazione della contrattazione di secondo livello; lo stop alla giungla dei cartelli degli sconti e la pubblicizzazione esclusivamente del prezzo praticato.
Tutto ciò anche per non lasciare ancora campo del tutto libero e incontrastato, da una parte, alle consuete polemiche comunicazionali, strillate e sterili, che tra denuncie, annunci e smentite, lasciano sempre tutto immobile; e, dall’altra, allo stillicidio inarrestabile di interventi legislativi nani, già vecchi e superati al momento della loro pubblicazione in Gazzetta, utili solo a difendere e rafforzare i privilegi esistenti.
Sarà forse anche per questo, se la proposta di riforma, concepita dalle Organizzazioni dei Gestori, trova ormai l’impegno diretto di una compagine di soggetti tanto ricca, complessa e differenziata.
Ne fanno parte: due grandi confederazioni sindacali, una -la Cisl- che rappresenta sostanzialmente il mondo del lavoro dipendente, l’altra -la Confesercenti- che si occupa del commercio e del lavoro autonomo; alcune tra le maggiori associazioni dei consumatori, che dei carburanti hanno fatto uno dei loro maggiori fuochi d’interesse; i marchi della distribuzione organizzata, ritenuti da sempre i nuovi “competitor” capaci di rendere più libero, concorrenziale e dinamico il settore.
E, infine, ma non da ultimo, la politica, in genere così distratta e assente quando si tratta di approfondire fuori dell’agone mediatico; un numero tanto rilevante di parlamentari di tutte (o quasi, per il momento) le espressioni politiche che, per la prima volta, in modo bipartisan, esprimono la volontà tangibile di affrontare la riforma del settore partendo dal “basso” e senza l’assillo di interventi “regolatori” esterni, nazionali o comunitari.
Non è tutto. Ma è più di un buon inizio.