Ce l’avevo sulla scrivania e ogni volta che lo vedevo lì, lo avvertivo come una minaccia, una spada di Damocle. Un nemico da ignorare, così almeno non ti può nuocere. Poi il Marito mi ha detto che occorreva compilarlo entro la fine di ottobre (e non era neppure vero!) così, l’ultimo giorno, proprio su quello che credevo fosse il filo di lana mi sono decisa ad affrontarlo.
Si tratta del Censimento 2011 della popolazione e delle abitazioni.
A me hanno inviato il modulo rosso. Sono stata sfortunata, perché so che ha molti è arrivata la versione verde, più succinta (e forse anche, se possibile, più inutile).
Capisco l’importanza di “fotografare” attraverso un questionario la situazione degli italiani a oggi, ma non capisco l’interesse particolare per i quesiti posti.
Cosa aggiunge sapere quante macchine abbiamo, se abbiamo il posto auto, [c’è per caso il fisco o il redditometro di mezzo?]; come raggiungiamo il posto di lavoro o la scuola e quanto ci impieghiamo per arrivarci? [Pensano di ricevere spunti per migliorare la viabilità stradale o i servizi pubblici?]
Sapere se abbiamo il riscaldamento o un condizionatore d’aria; se abbiamo l’acqua corrente; quanto è grande la nostra casa; quante docce o vasche e quanti gabinetti ci sono in casa; è un modo di farsi gli affari nostri, o pensano alla luce delle nostre risposte di poter in qualche modo avviare una politica economica che possa garantire a tutti gli alloggi l’accesso ai requisiti minimi per permettere agli abitanti di vivere in modo dignitoso?
Ma soprattutto lo Stato non dovrebbe conoscere già molte delle risposte? La proprietà dell’automobile è registrata al PRA! Il tipo di acqua che abbiamo è lo Stato che ce la fornisce! Per fare i lavori di ristrutturazione nel nostro appartamento abbiamo presentato una regolare DIA dove erano dichiarati i metri quadri dell’appartamento, il numero di stanze, di bagni, di cucine… E i nostri titoli di studio, acquisiti in regolari scuole e università pubbliche o parificate, non dovrebbero essere già noti allo Stato, così come la data del nostro matrimonio e il nostro stato civile precedente a questo?
Inoltre, le domande personali (non obbligatorie) che indagano sulla nostra (di tutti e 5) capacità di vedere, sentire, camminare, concentrarsi e ricordare… Macchevefrega?
Il censimento, che (leggo dal sito ISTAT) è una prassi adottata da tutti i paesi sviluppati, dovrebbe concentrarsi su domande che possano far emergere situazioni non altrimenti conoscibili.
Fin qui il merito.
Passando al metodo mi ha colpito il sistema adottato per la compilazione telematica via web: a seconda delle risposte che via via si fornivano, i campi sottostanti diventavano o meno editabili. Faccio un esempio: nel caso in cui alla domanda sulla località di nascita si rispondeva che era avvenuta in un altro comune, in automatico compariva un ulteriore quesito che chiedeva tramite un menu a tendina di specificare quale.
Allora è un sistema intelligente, penso io, che “auto impara”! WOW! Evoluti questi dell’ISTAT!
Nel modulo del censimento c’è una sezione individuale per ciascun membro della famiglia, con le stesse domande per ognuno. In particolare le prime sezioni riguardavano notizie anagrafiche, stato civile e cittadinanza. Quindi una volta assodato che il Marito e io siamo sposati dal 1992, che prima di questo matrimonio eravamo entrambi celibi/nubili; che i figli che abbiamo sono tutti e tre figli di entrambi, e che il Marito è nato all’estero e io invece a Roma, pensavo quindi di aver istruito abbastanza il sistema. Invece no! Quest’imbecille continuava a chiedere come un disco rotto per ciascuno dei miei tre figli:
Dove è nata sua madre?
Dove è nato suo padre?
Specificare lo stato estero di nascita
Mi sembrava di essere stata catapultata sul set di “Non ci resta che piangere”. Vi ricordate? Chi siete? Cosa fate? Cosa portate? Un Fiorino!
A Ciccio! T’ho detto che la madre sono sempre io e il padre è sempre il Marito! Io sono nata a Roma e lui in Danimarca! Come te lo devo dire?
Mi sorge allora spontanea la domanda: a chi si sarà affidato l’ISTAT per generare un modulo web così intelligente? E soprattutto: quanto ci sarà costato? E più in generale, a parte il tempo impiegato per la compilazione, quanto sarà costato a ognuno di noi il censimento 2011?
Ecco. Con questo quesito epocale, vi invito, se non l’avete già fatto, ad andare a compiere il vostro dovere di bravi cittadini. Avete tempo ancora fino alla fine dell’anno!
Buon divertimento!





