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15 ottobre 2011

Da Povna @povna
La 'povna non c'era, a Roma. Così come non c'era a Genova, dieci anni fa. Perché aveva fissato di essere altrove, da Mr. e Mrs. Mifflin (che non vedeva da troppo tempo), perché l'idea di tornare a Roma - come è, come non è - la lascia sempre e ancora nonostante tutto sulla soglia, perché ci sarebbe andata da sola, e la cosa la convinceva il giusto, per un altro milione e mezzo di motivi. Ma la verità è che, se ne fosse stata davvero convinta, sarebbe salita sul primo treno, e fanculo a tutti; e invece (pur ritenendo che la manifestazione fosse sacrosanta e giusta) non era una di quelle (ha pensato) che non poteva assolutamente perdere - così come successe per Genova, dieci anni fa. Ed esattamente come dieci anni fa ci sono cose che acquistano un senso solo dopo che lei hai fatte (o non le hai fatte), e, siccome teorizzi anche di avere una testa, non puoi nemmeno dire che non sapevi come poteva andare.
E la 'povna, di fronte a tutto quello che è successo, non ha interpretazioni da dare, né parole di commento (e nemmeno ne ha scambiate che la convincano poi troppo, se si eccettua lo sguardo acuto - del resto da lui non si aspettava altro - dello stesso Mr. Mifflin, dall'alto della sua esperienza, e un paio di battute telematiche, scambiate al volo con Ohibò). Però le viene in mente una bambina di circa cinque anni, quando viveva al nord. Una bambina che si era fatta la sua prima manifestazione per la fine del Vietnam, sulle spalle del suonatore della banda, quando ancora non era diventata un'emigrante, in un'altra piazza, un'altra vita, persino (ed è dir tanto) un'altra età. Una bambina che, tornando a casa da scuola, insieme a Thelma, incappò in una manifestazione di fine anni Settanta: imponente, vastissima, gremita. E Thelma (che pure era più grande di lei di circa cinque anni) aveva paura, e si stringeva al braccio della mamma (che era, a seconda dei punti di vista, anche una zia).
"Non temere, stai tranquilla" - diceva però quella bambina a Thelma - "non vedi quelle persone che stanno ai lati della folla? E' il servizio d'ordine: controllano che non ci siano i violenti, e fanno in modo che tutto vada bene anche per noi".
E la 'povna - anche ora che sono passati trenta e passa anni - questo almeno vorrebbe dirlo: e sarà socialdemocrazia, collusione col potere, fottuto migliorismo. Ma continua a pensarlo, e lo ricorderà fino alla nausea, che, se uno fa un corteo vantandosi di non organizzare il servizio d'ordine, non deve meravigliarsi poi (specie se la polizia e il ministero dell'interno tutto vivono ore di vera incompetenza) se, alla fine di una giornata che poteva connotarsi di altro senso, si versano sulle cose fiumi di frasi ovvie, e si spendono sottili e intricati periodi ipotetici. Mentre, alla prova dei fatti, sono questi, e solo questi, i risultati.
ps. Non ne sa scrivere, ma, per fortuna, sa ancora leggere. Due commenti, di diversa natura, che lei consiglia caldamente: qui e qui. (E - per quanto non la convinca del tutto - la necessità di considerare l'anomalia tutta italiana di quanto è successo viene, giustamente, ricordata qui).

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