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150. Saviano a Firenze: “la parola terrorizza le dittature”.

Creato il 17 marzo 2011 da Firenze5stelle @firenze5stelle

150. Saviano a Firenze: “la parola terrorizza le dittature”.

 

“La libreria è tempio della parola, dove questa viene protetta“.

Così  Saviano apre l’incontro avvenuto  alla libreria  Feltrinelli di Firenze (ieri sera 16 Marzo), durante la presentazione del suo ultimo libro “Vieni Via Con Me“.

Un ‘ora di monologo cioè, in cui lo scrittore di Gomorra ha esposto di fronte a una folla di trecento persone circa, e altrettanto tremila davanti al maxischermo posizionato fuori dai locali per l’occasione, i punti fondamentali della sua strategia di azione letteria a tutela della democrazia.

Le dittature , spiega, hanno paura di chi legge , perchè leggere fa  riflettere e mettere in discussione il potere. Perchè  per esempio, la giornalista russa Politowskaia, era così temuta dal governo russo che vantava un esercito di intellettuali ruffiani al prorpio servizio pronti a smentire i suoi articoli ? Perchè quando raccontava della Cecenia, questa non era più lontana e le sue storie arrivavano quindi alla gente che se ne sentiva coinvolta, si indignava, e  protestava.

150. Saviano a Firenze: “la parola terrorizza le dittature”.

La potenza delle sue storie cioè, avvicinava i popoli a realtà che altrimenti i governi  e le mafie volevano far passare inosservate o sottotaciute.

L’isolamento  , prosegue il giovane campano mentre la folla lo ascolta ammirata, è uno strumento del potere per tenere distanti le masse dai fatti di attualità e da ciò che li riguarda da vicino. Più le persone si sentono sole, distanti, e impotenti sull’andamento delle cose, più rinunciano a esprimere il proprio diritto di critica che è invece la linfa vitale della democrazia. “Tanto niente cambia, è tutto uno schifo, rimane sempre tutto uguale”  Sono le frasi simbolo dello sconforto naturale in cui cadono le popolazioni e che è quello che vogliono i poteri, poichè la democrazia si nutre invece del dissenso.

E’ naturale dunque che chi  lo esercita  dunque, e usa la parola per fra riflettere e sviluppare lo spirito critico, viene attaccato  dai governi, che come unica arma contro questo meccanismo d’informazione hanno solo la delegittimazione.  Raccontare le contraddizioni di un paese , conclude, non è invece un modo per criticarlo e lederne l’onore, ma bensì un modo per amarlo.

LA DEMOCRAZIA E’ UN MUSCOLO. SE NON LO USI SI ATROFIZZA.

MariaLuisa C.

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