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150ANNI di STORIA d’ITALIA su HISTORY

Creato il 09 aprile 2011 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

150ANNI di STORIA d’ITALIA su HISTORYPer tutto il mese di marzo e aprile un ciclo di documentari per celebrare l’Unità d’Italia, in onda tutti venerdì a partire dalle 21.00 su History (canale 407 di Sky) propone Italia150, cortometraggi che raccontano il nostro passato sotto diversi punti di vista. Dal genio italico alle guerre, passando per i tanti misteri italiani: la storia sociale ed economica si intreccia con quella militare e politica, ripercorrendo fatti, persone e oggetti che hanno contributo, nel bene e nel male, alla formazione dell’identità nazionale. Un percorso storico e nella memoria collettiva per restituire il più ampio affresco sulla storia del nostro paese.

In “Utilitaria – il sogno dell’auto per tutti” si racconta la storia di quelle autovetture che  hanno rivoluzionato il trasporto urbano e il nostro modo di vivere, rendendo accessibile a tutti un bene fino ad allora riservato a pochissimi. L’utilitaria ha dietro una storia tutta europea  che il documentario racconta attraverso immagini inedite, prese anche da archivi delle compagnie automobilistiche, e interviste ai manager di oggi. E’ stata nel tempo e lo è tutt’ora una soluzione ai problemi a cui la società va incontro rispondente a esigenze di mobilità ed economiche nel passato; crisi energetica, sovraffollamento, crisi economica oggi.

150ANNI di STORIA d’ITALIA su HISTORY

Siamo agli inizi del ‘900 gli uomini guardano con ammirazione i primi “bolidi” che sfrecciano, molto lontani da concetti aereodinamici e di sicurezza ma che introducono la passione dell’auto. È il secolo della velocità e delle conquiste tecnologiche legate al progresso, il secolo in cui la popolazione mondiale è cresciuta più rapidamente, della grande urbanizzazione, dell’accelerazione vertiginosa dei trasporti, sia per il numero di mezzi sia per la loro velocità, della moltiplicazione esponenziale della produzione in serie, della rivoluzione verde in agricoltura. Il Novecento è stato “di più” di qualsiasi altro secolo nella storia dell’umanità, per la scienza e la tecnologia. O, più correttamente, la scienza e la tecnologia hanno impresso quell’accelerazione che ha portato il Novecento a rivoltare la vita dell’uomo e del pianeta attraverso mutamenti sconvolgenti: un secolo che si è aperto senza le telecomunicazioni e si è chiuso con l’era di Internet, che vedeva l’uomo muoversi sul cavallo per finire su una quattro ruote adatta a  tutti. Lo stesso movimento Futurista lancia l’automobile come simbolo di modernità. Convinti fautori del progresso meccanico, tecnologico, i Futuristi hanno visto in questa novità l’occasione per l’uomo di vivere meglio, con ritmi arditi e veloci, consoni alle sue reali capacità, ambizioni, desideri che una mentalità passatista tendeva a comprimere, perché legata al quieto vivere, all’immobilismo, ai valori trasmessi dalle tradizioni e dall’idillio campestre, ostile alla frenesia ed al turbinio del modello urbano.

Sul fronte americano la storia della Ford è un po’ la storia dell’automobile. O, almeno, di quella prodotta in grande serie, destinata a mettere il mondo sulle quattro ruote. Era, infatti, il 1903, quando nasceva a Detroit la Ford per iniziativa di alcuni imprenditori, tra i quali spiccava lo stesso Henry Ford. Ma era il 1908 quando la prima automobile usciva da una “catena di montaggio”: la Ford T, destinata a venire prodotta in 15 milioni di esemplari, fino al 1927 quando uscì dalla produzione. Nasceva, con lei, la fabbrica moderna di auto; sorgeva, al tempo stesso, una nuova cultura della produzione, detta fordismo. Tra le numerose fabbriche che si ispiravano a quel modello produttivo, nell’Italia dei miracoli, la Fiat di Giovanni Agnelli crede che l’auto sia qualcosa di più di un gioiello di meccanica, ci si rende conto che il mercato italiano vuole ed ha esigenze di trasporto in piena libertà. L’industria però deve piegarsi alle richieste belliche e tutto arresta, per riprendere al suo termine con la determinazione necessaria per produrre l’automobile di massa.

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Il pubblico risponde, il sogno dell’auto ha messo le radici nella mente di molti e diventa un modello delle ambizioni del tempo, Mussolini caldeggia la Balilla Fiat 508 (che non era proprio alla portata di tutti) viene enormemente pubblicizzata. Siamo negli anni ‘30, la Balilla infrange una barriera tra l’auto di tutti e l’auto per pochi, tra l’irraggiungibile e l’accessibile.  Il duce ne apprezza le prestazioni e sollecita la produzione  fino a farla divenire una suggestione popolare. Anche Hitler è affascinato dal mito dell’auto e affida alla Volkswagen l’ideazione di una vettura dal prezzo basso. La ricerca dell’epoca si orienta alla riduzione delle dimensioni per circolare meglio nelle città, in Italia nasce la Fiat 500 meglio conosciuta come Topolino, l’utilitaria della casa torinese, prodotta dal 1936 al 1955. In Francia arriva la  2CV della Citroen, ma nuovamente tutto si ferma a causa della seconda guerra mondiale.

Arriva l’Isetta che assomiglia alle nostre citycar.  Anni ’50 , gli anni della ricostruzione, del boom economico vedono l’immissione sul mercato della Fiat600 che risponde alle esigenze della moderna famiglia italiana. L’arrivo alla direzione della Fiat dell’avvocato Agnelli segna l’ingresso della Fiat500, l’auto piccola, agile, sempre pronta, economica, non da preoccupazioni, adatta alla classe operaia, alla donna che trasporta i figli a scuola, facile da parcheggiare, così economica che diventa un mito. La più piccola di casa Fiat diventa un grande successo. A seguire la Mini Minor, la nuova 2Cv francese, e il Maggiolino tedesco. La passione dilaga, l’auto ormai è alla portata di tutti, l’utilitaria diventa un icona del sogno collettivo.

150ANNI di STORIA d’ITALIA su HISTORY

Il sogno poi è andato avanti, è diventato indispensabile, fa parte della nostra vita, le generazioni si succedono e l’utilitaria prosegue la sua corsa  con linee rivisitate, ecocompatibile, semplice, si proietta verso il futuro. La sfida oggi è più che mai nelle auto piccole che rispondono ai problemi di mobilità del terzo millenio.


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