da qui
La Beretta sul petto di Simone Vangelis gli ricaccia dentro la rabbia contro Brice. I due si fissano, cercando l’uno nell’altro le ragioni che sentono mancare, perché chi ha la certezza di non essere nel torto? Simone è il primo a parlare, con un filo di voce per la sorpresa e la paura:
- Perdonami, è stato un impulso irrefrenabile: lo scopo della vita, per me, è promuovere una scrittura che sia riconoscibile, libera dalla sarabanda di effetti imprevedibili di cui si fregiano gli autori moderni, a costo di smarrire i punti di riferimento, lo statuto stesso di scrittore, la dignità del lavoro, pari – non credi? – a quella delle altre occupazioni. Lotto perché l’artista possa mantenersi con la professione, la creazione di mondi che ispirano, accendono, motivano. Che ne sarebbe dell’umanità senza il sogno della letteratura? Come vivrebbe, privata della metafora di Ulisse, della lezione terribile di Dorian Gray o la parabola kafkiana del Processo, in cui tanti stemperano l’angoscia della colpa? Ritieni giusto che colui – o colei – che rischiara la storia degli uomini non abbia uno stipendio da impiegato? Restituiamo al racconto la linearità di un tempo, perché ognuno vi si possa specchiare e l’opinione pubblica rivendichi uno status sociale per benefattori così grandi, la certezza, di cui godono perfino preti e suore, di potersi dedicare alla propria vocazione senza impedimenti.
Brice allenta la pressione della Beretta sullo sterno dell’interlocutore:
- Ragioni come se ogni scribacchino dovesse avere la pensione assicurata. Chi decide qual è il confine fra l’artista e il fallito? Lo Stato dovrebbe opprimere con tasse ulteriori per provvedere al primo che decide di farsi passare per scrittore? Non sai che il mondo rigurgita di gente che contempla i propri parti deformi come fossero capolavori insuperabili? La verità è che i grandi autori sono pochi. Quasi tutti hanno fatto e fanno altri mestieri, imparando dall’impegno quotidiano la lezione necessaria per dar forma a un libro memorabile. Chiunque tu sia, stai combattendo per una causa persa. Ora prendi la pistola e vattene.
Simone si alza lentamente, incredulo. Fa il gesto di rifiutare la Beretta:
- Non voglio cadere in tentazione: in certi momenti mi investe un fuoco sacro.
- Quello non ha bisogno di proiettili: può bruciare in tanti modi, gli risponde Brice. Poi gli volta le spalle e si avvia lungo il viale degli ulivi.
Simone Vangelis lo guarda di sbieco, rigirando la pistola tra le mani.