Magazine

1/7/2015: perché i giornali non parlano del Greek Bailout Fund?

Creato il 01 luglio 2015 da Loredana De Michelis @loridemi
1/7/2015: perché i giornali non parlano del Greek Bailout Fund?Un ragazzo giovane, e quindi ancora di belle speranze, ha fatto una cosa, in ritardo, che in tutto questo tempo non era venuta in mente a nessuno: una raccolta fondi per consegnare questo famigerato miliardo e seicento milioni alla Grecia, affinché possa pagare i suoi debiti all'Europa. Il suo motto sbrigativo è stato: "Basta gente, facciamola finita e risolviamo velocemente questa merda: oggi feta e olive a pranzo e un'offerta su https://www.indiegogo.com/projects/greek-bailout-fund/x/11275194#/story
La pagina di Indiegogo si è bloccata un paio di volte per l'intasamento delle offerte, che in 3 giorni stanno sfiorando il milione di euro a colpi di 10.000 euro a minuto. Mai nulla di simile era successo nella storia del crowdfunding.
Qualunque cosa ne pensino i pensatori professionisti e i giornali, non capisco perché questa notizia non appaia neanche tra i trafiletti, mentre si trovano servizi come: "Quale di questi due gemelli si è rifatto?" (Repubblica 1/7/2015) e altri titolano a prima pagina "Il papa è con la Grecia" o fanno la cronaca minuto per minuto su cosa ha mangiato Tsipras a colazione. Tutte cose per le quali il lettore può fare una cosa sola: guardare e annuire.
Sulla pagina di raccolti fondi per la Grecia invece ci sarebbe la possibilità di partecipare attivamente a una Mission Impossible, come quella che andammo a guardare (sempre e solo guardare) al cinema, sborsando tra tutti ben più di due miliardi.
Al popolo degli "eh figurati", quelli che si curano, viaggiano e mangiano, grazie a idee avute da altri che loro avrebbero bocciato subito, e che si stanno precipitando a sostenere quanto sia matematicamente improbabile la raccolta di una cifra simile, si potrebbe ricordare che solo oggi, nel mondo, ben più di un miliardo verrà speso in caramelle, che ben più di un miliardo verrà truffato a gente comune senza che questo causi disastri economici e che più di 26 milioni di persone - la maggior parte delle quali si guarderebbe bene dal mandare i propri figli ad un centro estivo gestito da gay- ha abbellito il suo profilo Facebook con un arcobaleno: se costoro versasseroo 61 euro a testa, la raccolta fondi per la Grecia sarebbe già conclusa, a 6 giorni dal suo termine; la Grecia sarebbe obbligata a versare questo denaro offerto a pagamento dei suoi debiti e tutti ci guadagnerebbero, Italia compresa.
Certo, l'errore di questa campagna è che uno non può approfittarne per postare sui social la sua foto in costume da bagno, mentre si versa in testa un secchio d'acqua per aiutare (in che modo?) quelli di quella malattia là.
Però non è il caso di scoraggiarsi perché l'intrattenimento, e tanto, è a portata di mano, deve solo essere spiegato: "Quanto pagheresti per avere anche solo la possibilità remota di partecipare ad un evento di portata storica, sbalordire milioni di persone e guardare le facce basite di politici bruttissimi? Sappi che, in caso lo spettacolo non avesse luogo per mancato raggiungimento dell'obiettivo, il tuo biglietto sarà rimborsato, come sempre avviene per i crowdfunding di Indiegogo" In caso di non riuscita, ti rimarrebbe comunque la soddisfazione gratuita di avere dato un segnale di volontà civile, per una volta in cui, al contrario di altre situazioni più socialmente complesse, si tratta soprattutto e soltanto di vile denaro. Non ha senso quindi versare soli 3 euro, anche se in cambio si avrà la cartolina di Tsipras: non è una donazione a fondo perduto.
Certo, i "premi" avrebbero potuto essere più allettanti, ma il ragazzo in questione ha fatto tutto da solo, almeno fino ad adesso. Leggere le sue motivazioni però, forse ingenue, forse invece semplicemente dirette e senza fuffe mentali di sorta, vale la pena.
Un dato interessante è la partecipazione delle nazioni a questa iniziativa: la maggior parte del denaro fino ad ora versato arriva dalla Germania: come segnale politico non è male. Molto è arrivato ovviamente dai greci emigrati in America e Australia. Tenendo conto della proporzione numero di abitanti e reddito procapite, molto è arrivato, indovina un po', dalla Spagna: quando ci si sente vicini nel dolore.
L'Italia, con i suoi 60 milioni di abitanti che vanno tutti in Grecia per le vacanze, rimane nel gruppo delle 61 nazioni che hanno contribuito in modo minore, assieme all'Indonesia.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog