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19 giugno 2011 : l’italia nel consiglio dell’onu sui diritti umani; siamo pronti?

Creato il 21 giugno 2011 da Bagaidecomm @BagaideComm
19 GIUGNO 2011 : L’ITALIA NEL CONSIGLIO DELL’ONU SUI DIRITTI UMANI; SIAMO PRONTI?Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite è un organo internazionale che dal 2006 ha sostituito la Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite in un compito di fondamentale importanza. Questo organo si occupa di promuovere e garantire il rispetto universale dei diritti fondamentali dell’uomo, di prendere in esame le violazioni dei diritti e valutare le responsabilità degli Stati, di supervisionare la situazione in tutti i Paesi che appartengono all’ONU, attualmente sono 192 su 199,e di emettere una relazione periodica dettagliata delle situazioni che non rispettano le normative internazionali. Questi sono solo alcuni degli impegni dei membri del Consiglio. Ad oggi il Consiglio conta 170 Stati e tra gli assenti troviamo anche Stati Uniti e Israele. Il Consiglio ha 47 seggi che vengono coperti a turno da tutti gli Stati che hanno aderito, la rotazione è triennale e i seggi sono minuziosamente ripartiti tra tutti i continenti cosi da garantire un’equa partecipazione di tutti le popolazioni. Ovviamente non mancano le polemiche; ad esempio ci si chiede come Stati come la Cina, la Russia, l’Arabia Saudita e Cuba siano potuti entrare a far parte di questo organo data la loro facile predisposizione a violare numerose norme che riguardano i diritti umani; sembra un paradosso che nemmeno le Nazioni Unite sono riuscite a spiegare portando cosi numerosi dubbi sulla credibilità di questo organo. Il 19 giugno 2011 per la seconda volta l’Italia entrerà nel Consiglio, siederà al tavolo con altri Paesi e sitroverà a risolvere situazioni di violazioni palesi dei diritti fondamentali. Ora dunque, al fronte di questa situazione, è giusto fare i conti in tasca al nostro Stato, vedere se ha veramente tutte le carte in regola per ricoprire questo incarico e se è al passo con le grandi democrazie. Iniziamo perciò da elementi di elogio al nostro Paese; lo scorso anno l’Italia, in occasione dell’Universal Periodic Review, ha promesso un impegno serio e costante per sradicare il razzismo, la xenofobia e le intolleranze; ha promesso di istituire un’autorità nazionale indipendente in materia di diritti umani; ha promesso di aumentare le misure a favore delle donne, per la loro protezione in primo luogo ma anche per la loro uguaglianza sostanziale nella società; e ha promesso di promuovere l’attuazione della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità. Davvero punti significativi che sottolineano un interesse a tutto campo nei confronti dei gruppi sociali più deboli che hanno comunque gli stessi diritti delle altre persone. Ora però, purtroppo, dobbiamo focalizzare l’attenzione anche su aspetti di negligenza da parte dell’Italia. Dal 2009 l’Italia avrebbe dovuto accogliere la visita del Relatore speciale dell’Onu sulla libertà di espressione e ancora non è stato fatto. Dal 2003 l’Italia avrebbe dovuto ratificare il Protocollo opzionale alla Convenzione Onu sulla tortura, ma anche di questo ancora nulla, contando anche che dal 1988 l’Italia avrebbe dovuto modificare il codice penale per inserire il divieto di utilizzare la tortura, cosa che non ha ancora fatto adducendo una scusa piuttosto banale: “in Italia non ci sono casi di tortura pertanto non è utile un articolo che la vieti”. Dal 1996, anno di modifica della Convenzione dell’Aia per la tutela dei minori del 1961, l’Italia non ha ancora ratificato questa modifica e quindi noi quando in questa materia ci rapportiamo con altri Stati dobbiamo ancora riprendere quella del ’61 che per quanto possa essere completa non è al passo con i tempi. Questi sono solo alcuni punti negativi che pesano su di noi. Possiamo davvero dire di essere adeguati per questo compito? Siamo pronti a giudicare altri Stati quando anche da noi ci sono parecchie lacune? Ovviamente non siamo al pari di tanti Paesi citati sopra ( Cuba, Cina…) ma NON dobbiamo accontentarci di essere meno peggio, dobbiamo lottare per essere d’esempio, per essere visti come un’eccellenza in questo delicatissimo campo, dobbiamo far capire a tutta la comunità internazionale quanto ci stiano a cuore queste tematiche. Quindi quanto dobbiamo ancora aspettare? Non importa se di destra o di sinistra, i diritti umani non hanno un colore politico, il governo, qualunque esso sia, deve capire l’importanza di queste tematiche e deve dare loro la rilevanza che si meritano. Solo cosi ci meriteremo appieno il posto nel Consiglio dell’ONU sui diritti umani.
Lisa Corti

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