Il 1974 è un anno che, almeno a livello nazionale, mostra molte più ombre che luci; la società italiana si appresta a vivere quella che è una stagione di fortissime tensioni sociali e sopratutto è attanagliata dai primi morsi di una crisi economica che porterà il paese a profonde trasformazioni politiche e industriali.
E’ l’anno dell’esplosione del terrorismo diffuso, con atti criminali come la strage di Piazza della Loggia a Brescia o il rapimento di Mario Sossi da parte delle Brigate rosse a Genova, ma è anche l’anno delle grandi conquiste civili come quella sancita dalla vittoria del fronte divorzista nel referendum di maggio dello stesso anno.
Il cinema invece sembra essere ancora il passatempo preferito dagli italiani, che continuano ad affollare le sale grazie anche ad una programmazione di assoluto livello.
Il fiore delle mille e una notte
L’enigma di Kaspar HauserSe in America la gente sembra appassionarsi alle vicende dello scandalo Watergate che costerà la poltrona al presidente Nixon, Hollywood continua a sfornare film di grandissima qualità e di li a poco userà proprio il Watergate per raccontare agli americani la sordida storia delle intercettazioni del presidente Nixon, proprio mentre l’impegno americano in Vietnam sta trasformandosi in un’odissea destinata a finire ingloriosamente.
Hollywood assegna a febbraio gli Oscar per i film più belli dell’anno precedente e ad essere premiato come miglior film è La stangata (The Sting), regia di George Roy Hill, storia di un’abile truffa ordita da due compari e magistralmente interpretata da Paul Newman e Robert Redford.
Ornella Muti in Romanzo popolare
Per capire il livello qualitativo raggiunto dal cinema degli States, basti pensare che La stangata si impone su una rosa di autentici capolavori come American Graffiti (American Graffiti) di George Lucas, Sussurri e grida (Viskningar och rop), del grande regista svedese Ingmar Bergman e sul più grande successo della stagione, L’esorcista (The Exorcist), per la regia di William Friedkin.
George Roy Hill si impone anche come miglior regista, battendo fra gli altri il nostro Bertolucci con il suo film scandalo Ultimo tango a Parigi.
Come migliore attore viene premiato Jack Lemmon per Salvate la tigre (Save the Tiger), migliore attrice è Glenda Jackson interprete di Un tocco di classe (A Touch of Class); la migliore attrice non protagonista è una figlia d’arte, Tatum O’Neal premiata per la sua intensa interpretazione nel film Paper Moon – Luna di carta (Paper Moon). La figlia di Ryan O’Neal ha talento e classe e sembra destinata ad una fulgida carriera.
In Italia un grandissimo successo lo ottiene (come nel resto del mondo) il film Frankenstein Junior diretto da Mel Brooks e interpretato da Gene Wilder, Peter Boyle, Marty Feldman; le tragicomiche disavventure di Frederick (Gene Wilder), nipote del dottor Frankenstein,appassionano e divertono praticamente a tutte le latitudini.
Adriana Asti in Il fantasma della libertà
Ma il film più visto dell’anno è Il Padrino parte II, nuovo capitolo della saga dei Corleone interpretato in maniera impeccabile da Al Pacino,Robert De Niro e Diane Keaton. Il film ottiene un successo strepitoso e conferma ancora una volta lo straordinario talento del regista italo americano Francis Ford Coppola.
Anche Polanski si conferma regista di assoluto valore con quello che diverrà uno dei film noir più belli di sempre, Chinatown, torbida storia delle indagini di un investigatore costretto a muoversi tra interessi occulti e una sordida storia di incesto. Grandi interpreti come Jack Nicholson, Faye Dunaway e John Houston contribuiscono a rendere indimenticabile il film, che diverrà un autentico cult con il passare del tempo.
A attirare folle enormi sono anche le classiche mega produzioni hollywoodiane, quelle costruite attorno a storie robuste, spettacolari e interpretate da grandi attori: è il caso di Assassinio sull’Orient Express, per la regia del grande Sidney Lumet con protagonista il detective dalla testa ad uovo, Hercule Poirot, così profondamente detestato dalla sua creatrice Agatha Christie.
Gloria Guida, protagonista di La minorenne
Il film tutto girato sull’Orient express durante un viaggio da Istanbul a Calais racconta ovviamente delle indagini del celebre detective chiamato a risolvere un difficile caso di omicidio.
Nel cast all star figurano Sean Connery, Jacqueline Bisset, Lauren Bacall, Anthony Perkins, Albert Finney,Ingrid Bergman (premiata con l’Oscar come miglior attrice non protagonista), Richard Widmark, Jean-Pierre Cassel, Martin Balsam, John Gielgud, Wendy Hiller, Vanessa Redgrave.
Stesso successo arride a L’inferno di cristallo,un film di John Guillermin del genere catastrofico, ambientato in un grattacielo nel quale scoppia un devastante incendio causato da imperdonabili leggerezze nella costruzione legate ovviamente ai soliti squallidi interessi economici. Un cast ancora all star con attori del calibro di William Holden, Fred Astaire, Faye Dunaway, Paul Newman, Steve McQueen,Jennifer Jones, Robert Vaughn, Robert Wagner, Susan Blakely, Richard Chamberlain.
Nel cast figura anche il campione di football O.J.Simpson che di li a qualche anno sarebbe stato protagonista di uno dei casi di cronaca nera più famosi degli ultimi trent’anni.
Lusinghiero successo per il film di Clayton Il grande Gatsby, tratto dal romanzo di Francis Scott Fitzgerald che racconta la storia d’amore tra un ricco americano e una donna che non ha saputo attendere il ritorno dell’amato dalla guerra, film con finale amaro e una volta tanto non da happy end. Bravissimi gli interpreti, molto applauditi a partire da Redford per finire con la bravissima Mia Farrow.
Ancora Coppola protagonista con il suo La conversazione, film che anticipa i temi scatenati in seguito dall’affare Watergate, mentre va segnalato un film spagnolo del grande maestro Bunuel, Il fantasma della libertà colmo di episodi grotteschi e surreali nello stile inconfondibile del maestro. Il cast del film porta al successo internazionale i nostri Adolfo Celi, Adriana Asti, Monica Vitti e Milena Vukotic che rappresentano al meglio i nostri colori.
E a proposito dei nostri colori diamo un’occhiata ad alcune produzioni nostrane, partendo da uno dei film più belli della storia del cinema italiano, quel C’eravamo tanto amati che attraversa con occhio commosso e divertito la storia del nostro paese raccontando ambizioni e sogni frustrati di un gruppo di amici. Scola racconta uno spaccato d’Italia che parte dalla guerra e arriva ai giorni nostri attraverso le vicende splendidamente interpretate da grandi attori come Gassman, Manfredi, la Sandrelli ritagliando all’interno del film camei affidati a Fellini, Mastroianni e Mike Bongiorno che interpreta se stesso nel celebre Lascia o raddoppia.
Un altro grande capolavoro che esce nel 1974 è Profumo di donna di Dino Risi interpetato da quel mostro delle scene che era Vittorio Gasmann; la storia tragica del capitano cieco che cercherà il suicidio stanco di vivere in un mondo in cui i vedenti mostrano meno acutezza visiva del non vedente e che sfuggirà al suo destino arrendendosi all’amore di una giovane donna.
Milano odia: la polizia non può sparare
Nel maggio del 1974 si svolge la 27ª edizione del Festival di Cannes ( dal 9 al 24 maggio); a trionfare come miglior film e ad aggiudicarsi la Palma d’oro è il film già citato di Coppola La conversazione, mentre un lusinghiero risultato per il cinema italiano lo riporta Pasolini aggiudicandosi il Grand Prix Speciale della Giuria per il suo Il fiore delle Mille e una notte. Paradossalmente i film più importanti sono tutti fuori concorso come Amarcord di Fellini, Lancillotto e Ginevra di Robert Bresson e Grandi manovre di Renè Clair.
Anche l’Italia assegna i suoi premi come il prestigioso David di Donatello, attribuito a Fellini per Amarcord, a Sophia Loren e Monica Vitti interpreti rispettivamente di Il viaggio e Polvere di stelle e a Nino Manfredi per l’ottimo Pane e cioccolata.
Portiere di notte
ChinatownIl 1974 è anche l’anno del controverso Portiere di notte di Liliana Cavani, storia di un rapporto al limite della sindrome di Stoccolma tra un ex carceriere nazista e la vittima dei suoi soprusi; bravissimi di due interpreti principali ovvero Charlotte Rampling e Dirk Bogarde così come va rimarcato il grande successo di pubblico di critica ottenuto dal maestro Monicelli con il graffiante e tragicomico Romanzo popolare, interpretato da Ugo Tognazzi e Ornella Muti.
Ancora dall’estero arriva il successo di Il fantasma del palcoscenico diretto da quel geniaccio di De Palma, quello di Mezzo giorno e mezzo di fuoco di Mel Brooks e di Prima pagina del grande Billy Wilder interpretato da Jack Lemmon.
Ai botteghini italiani i film che staccano più biglietti sono anche prodotti commerciali come I guappi di Squitieri, Peccato veniale di Samperi con protagonista Laura Antonelli, girato in fretta e furia dopo il travolgente successo di Malizia e con la partecipazione dello sfortunato Alessandro Momo che di li a poco sarebbe morto per le conseguenze di un tragico incidente di moto.
Da segnalare ancora Quella sporca ultima meta di Aldrich ambientato nel mondo del football americano, di Il giustiziere della notte di Michael Winner, storia della vendetta di un comune cittadino (Charles Bronson) nei confronti i alcuni teppisti che gli hanno ucciso la moglie e stuprato la figlia, dell’immancabile 007 dell’anno, ovvero L’uomo dalla pistola d’oro interpretato dal nuovo Bond alias Roger Moore, forse uno dei film della serie meno riusciti,di L’anticristo di Martino, film uscito sulla scia del successo di L’esorcista.
Stroncato dalla critica, il film di Sergio Martino in realtà non è affatto malvagio anche se ovviamente non può reggere il paragone con il film di Friedkin.
Qualche altra citazione per Mio Dio, come sono caduta in basso!, tragicommedia diretta da Comencini che racconta il matrimonio impossibile tra due coniugi che dovrebbero essere fratello e sorella e che invece scopriranno di non esserlo, per Airport 75, che inaugura la stagione dei film ambientati nei cieli a bordo di aerei e assolutamente improbabili come le sceneggiature che ne formavano l’ossatura,
Linda Lovelace protagonista nel blockbuster Gola profonda, il primo porno a sbancare il box officeper il mediocre Finché c’è guerra c’è speranza diretto e interpretato da Alberto Sordi, per I racconti immorali di Borowczyk, elegante e raffinato collage di storie proibite (su tutte quelle riguardante la famigerata contessa Dracula, Elisabeth Bathory), per Una moglie di Cassavets e infine per Lenny di Bob Fosse, storia al vetriolo del grande Lenny Bruce interpretato magistralmente da Hoffman.
I film meritevoli di menzione sarebbero ancora tanti; siamo davvero nel cuore degli anni d’oro del cinema e i risultati a livello creativo e relativo riscontro di pubblico si vedono.
La nipote
Dark Star Sugarland ExpressLe Amazzoni
Prima pagina Il fantasma del palcoscenico Mezzogiorno e mezzo di fuocoMiglior film: La stangata (The Sting), regia di George Roy Hill
Miglior regia: George Roy Hill – La stangata (The Sting)
Miglior attore protagonista: Jack Lemmon – Salvate la tigre (Save the Tiger)
Migliore attrice protagonista: Glenda Jackson – Un tocco di classe (A Touch of Class)
Miglior attore non protagonista: John Houseman – The Paper Chase (The Paper Chase)
Migliore attrice non protagonista: Tatum O’Neal – Paper Moon – Luna di carta (Paper Moon)
Miglior film straniero: Effetto notte (La nuit américaine), regia di François Truffaut (Francia)
Migliore colonna sonora: Marvin Hamlisch – Come eravamo (The Way We Were)
Grand Prix: La conversazione (The Conversation), regia di Francis Ford Coppola (USA)
Grand Prix Speciale della Giuria: Il fiore delle Mille e una notte, regia di Pier Paolo Pasolini (Italia/Francia)
Premio della giuria: La cugina Angelica (La Prima Angélica), regia di Carlos Saura (Spagna)
Prix d’interprétation féminine: Marie-José Nat – I violini del ballo (Les violons du bal), regia di Michel Drach (Francia)
Prix d’interprétation masculine: Jack Nicholson – L’ultima corvè (The Last Detail), regia di Hal Ashby (USA)
Prix du scénario: Hal Barwood, Matthew Robbins e Steven Spielberg – Sugarland Express (The Sugarland Express), regia di Steven Spielberg (USA)
Grand Prix tecnico: La perdizione (Mahler), regia di Ken Russell (Gran Bretagna)
Premio FIPRESCI: La paura mangia l’anima (Angst essen Seele auf), regia di Rainer Werner Fassbinder (Germania)
Premio della giuria ecumenica: La paura mangia l’anima (Angst essen Seele auf), regia di Rainer Werner Fassbinder (Germania)
Migliore film Amarcord, regia di Federico Fellini (ex aequo) con Pane e cioccolata, regia di Franco Brusati
Miglior regista Federico Fellini – Amarcord
Migliore attrice protagonista Sophia Loren – Il viaggio e Monica Vitti – Polvere di stelle
Migliore attore protagonista Nino Manfredi – Pane e cioccolata
Miglior regista straniero, Ingmar Bergman – Sussurri e grida (Viskningar och rop)
Migliore attrice straniera Barbra Streisand – Come eravamo (The Way We Were) (ex aequo) con Tatum O’Neal – Paper Moon – Luna di carta
Migliore attore straniero Robert Redford – La stangata (The Sting) con Al Pacino – Serpico
Miglior film straniero Jesus Christ Superstar (Jesus Christ Superstar), regia di Norman Jewison
Femmine in gabbia
Il grande Gatsby Assassinio sull’Orient Express