il Giudizio di Carlo Lanna Summary:
Usi e costumi del Bel Paese traspaiono attraverso un caso di cronaca giudiziaria ancora impresso nella nostra società
Sotto il più roseo degli auspici e dopo una ben mirata campagna pubblicitaria, 1992 ha debuttato su SKY Atlantic martedì 24 marzo con il primo dei dieci episodi previsti. La serie fortemente voluta da Stefano Accorsi, che poi figura tra i protagonisti, si prefigge l’obbiettivo di illustrare – senza falsi moralismi – un periodo molto delicato della storia italiana. L’inchiesta Mani Pulite e le fruscianti tangenti, sono il fulcro di questa serie tv che nonostante il buon incipit, non convince fino in fondo. Le premesse per costruire un buon prodotto di intrattenimento ci sono tutte, ma per ora, 1992 è una serie affascinante ma senz’anima.
Su di lei infatti aleggia lo spettro di Gomorra – la serie, che a distanza di un anno dal suo debutto, la fiction (se così vogliamo chiamarla) è ancora un argomento caldo tra il pubblico del web. 1992 però anche se alla luce del primo episodio non ha convinto pienamente, rappresenta il momento di massimo splendore per la serialità italiana, dato che anche questa serie tv, si avvicina quanto più possibile al mondo televisivo americano.
Perché 1992? L’anno in cui scoppia uno degli scandali più altisonanti della storia italiana, questo periodo viene ricostruito passo dopo passo, mixando sia realtà che finzione. Si parte dal 19 febbraio, ossia dall’arresto del socialista Mario Chiesa da parte di Di Pietro (Antonio Gerardi), e mentre sullo sfondo si riavvolge il nastro dei mesi di Mani pulite con i suoi protagonisti (il pool dei magistrati milanesi, Giovanni Falcone, il leader referendario Mario Segni, Umberto Bossi e Marco Formentini, fino alla celebre “così fan tutti” pronunciato in Parlamento da Bettino Craxi), si sviluppano le storie di sei personaggi esemplari, tutti impegnati a volgere a proprio vantaggio il terremoto in corso. Mentre la storia prende forma con le sue inchieste ed i suoi scandali, il pubblicitario Leonardo Notte (Stefano Accorsi, primo ideatore di 1992) è impegnato a far sì che i soldi facili degli anni Ottanta proseguano nel decennio successivo; il poliziotto Luca (Domenico Diele) mosso da questioni molto private diventa il braccio destro di Di Pietro, la bella Veronica (Miriam Leone) vuole che l’amante imprenditore l’aiuti a diventare “come Lorella Cuccarini”, l’ex militare Pietro Bosco (Guido Caprino) scoprirà quanto il cinismo possa pagare più del senso del dovere.
Nei meandri di una vicenda piena di di spunti di riflessione, patti scellerati e ricordi amarcord, 1992 compie il suo percorso di intrattenere il pubblico senza però colpire con veemenza il cuore dello spettatore stesso. Seppur è innegabile il suo appeal e il grande spessore di un plot capace di soppesare due universi – i fatti di cronaca e quelli di pura fantasia – 1992 non è sicuramente la serie che ci si aspettava. Messa a paragone con la stessa Gomorra ma anche con Romanzo Criminale, 1992 convince solo per un’ottima release narrativa ma latitano le emozioni, il pathos ed i veri sentimenti. In una Milano lugubre e caotica, traspare l’immagine di un’Italia ladrona, corrotta, iper-cool e falsamente perbenista; un volto di un Paese alla sbando che distrugge i suoi ideali, la storia e le tradizioni solo per macinare denaro, vivere nel lusso e nei favoritismi. Un ritratto che seppur fa rabbia, non è poi tanto lontano da quello in cui il nostro paese sta annaspando in questi ultimi anni; infatti 1992 anche se ricalca un periodo storico appannato ma non sbiadito, vuole illustrare senza peli sulla lingua, vizi e poche virtù di una società corrotta.
C’è del buono comunque in 1992, perché se nella serie latitano emozioni – quelle vere – la narrazione è concisa (tipica delle produzioni americane ed inglesi), ci sono i vestiti dell’epoca, le canzoni, la pop culture e quella voglia di stupire a tutti i costi. Con pregi e difetti l’esperimento di SKY Atlantic è comunque riuscito nella sua interezza, perchè nonostante le imperfezioni, 1992 non è solo un affresco social/culturale dell’Italia, ma è anche pura arte televisiva. Ben distante da quelle fiction a buon mercato che Rai Uno e Mediaset propongono ad un pubblico lobotomizzato, 1992 rappresenta il fiore all’occhiello della tv italiana. Se siamo soliti guadare con invidia a tutte le produzioni americane, quando ci sono buone idee, ottimi registi ed il supporto da parte di un network come SKY, la qualità (nel bene o nel male) è superiore alla norma.
Di Carlo Lanna per Oggialcinema.net
1992, sesso, politica e Mani Pulite nella nuova produzione di SKY Atlantic ultima modifica: 2015-03-27T09:45:26+00:00 da Carlo Lanna