Pubblicato da fabrizio centofanti su dicembre 6, 2011
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Dalia si è accorta che Fausto non è più lo stesso. Si nasconde: non esternamente (è sempre lì, la mattina, a radersi la barba, a bere il caffè lanciando occhiate rapide al Corriere della Sera, a controllare gli impegni sull’iPhone), ma dentro c’è qualcosa che non va ( e si vede anche da fuori: si taglia più spesso col rasoio, ogni tanto si versa sulla giacca una goccia di caffè, impreca più violentemente quando si accorge che due appuntamenti si sono accavallati). Non è più l’uomo sicuro, dallo sguardo mite, dal sorriso accogliente e generoso; Dalia sente che sta venendo meno la fiducia, il senso di abbandono che nella vita è tutto, perché sai che c’è un porto in cui attraccare se la tempesta infuria. Non sognava questo: semmai gli attimi vissuti nella baia, al tramonto, quando il tempo sembrava fermarsi a raccontare una favola che non sarebbe mai finita; le onde formavano una specie di cuscino con la schiuma arrotolata sulla sabbia di ciottoli perfettamente levigati, per il lavoro infaticabile della risacca, e avrebbe voluto posare il capo là, lasciarsi accarezzare dalla mano rigenerante e umida della natura. Ora, invece, lui si altera per niente e pare che da un momento all’altro possa insultarla o alzare le mani, addirittura. Di notte, poi, pronuncia frasi sconnesse che Dalia non riesce a decifrare: tra una parola smozzicata e un grido trattenuto, sembra che racconti di cose da fare, di tempo che manca, di pericoli che lo minacciano. Di che si tratta? Perché non si confida? Come mai solo nel sonno comunica un pensiero che si guarda dal mostrare quando è sveglio? Dalia è assalita da una gelosia che non vuole ammettere neanche con se stessa: si rode nell’ombra e comincia anche lei a pronunciare frasi incongruenti, come se l’inconscio volesse far giungere al marito un messaggio che la moglie fatica a presentargli. Che frequenti un’amante? Che abbia abbandonato la dirittura morale che l’aveva rassicurata fino a ieri? Che sia solo una patina superficiale pronta a rivelare, alla prima prova, la sua fragilità? Come potrebbe adeguarsi alla nuova situazione? Non sarebbe meglio prendere il toro per le corna (che parola terribile, in giorni come questi!) e dichiarare apertamente la propria angoscia insostenibile? Delia ha deciso: parlerà con Fausto; inutile continuare a invischiarsi in una pania da cui rischia di non uscire più. Che cosa gli dirà? Non lo lo sa nemmeno lei.