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2 giugno 1946

Creato il 01 giugno 2013 da Speradisole

2 GIUGNO 1946

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L’ITALIA E’ UNA REPUBBLICA

Grazie a tutti coloro che il 2 giugno del 1946 votarono “Repubblica”

W L’ITALIA

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Foto 2 giugno 1946 suffragio universale

Nel 2008 il Corriere della Sera, sul suo sito Internet, pubblicò un articolo in cui si portava alla ribalta un triste dato, che la dice lunga sulla nostra identità e conoscenza della storia patria: il 29% degli italiani non era consapevole del motivo per cui il 2 giugno è una giornata festiva. Il 2 giugno, questo sconosciuto: non sappiamo perché non si lavora, non sappiamo cos’è accaduto in quel giorno, non sappiamo a quale anno debba riferirsi quel giorno e, quel che è peggio, non c’interessa saperlo, ma neanche per pura curiosità. Dando per assodato che, dopo qualche anno, tutti abbiano imparato cos’è e cosa si ricorda il 2 giugno, affrontiamo di questa ricorrenza un aspetto che quasi mai viene portato sotto la luce dei riflettori.

Il 2 giugno del 1946 si celebrò la prima tornata elettorale a vero suffragio universale: più semplicemente, quella fu la prima volta in cui nel nostro paese furono chiamate alle urne anche le donne, e ciò grazie al governo Bonomi e al decreto legislativo n. 23 del 1° febbraio 1945. Due soli tentativi si svolsero negli anni precedenti: nel 1881 e nel 1907, quest’ultimo ad opera di Maria Montessori (per chi ricorda ancora la banconota da mille lire che circolò per qualche anno prima dell’arrivo dell’euro ) e del movimento femminista da lei ispirato. In realtà, già dal 1924, Benito Mussolini aveva riconosciuto alle donne il diritto di voto, esclusivamente per le amministrative, con il solo fine di dar prova del fatto che lui, dall’elettorato femminile, non aveva nulla da temere. Fu solo pura demagogia, avendo la dittatura proibito la celebrazione di qualsiasi elezione per comuni e province.

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Elettori: 28.005.449 (100,00%).
Votanti: 24.947.187 (89,10%) di cui 12.998.131 donne.
Elettori astenuti: 3.058.262 (10,90%).

Il 54,30% (12.718.641) degli elettori scelsero la repubblica.
Il 45,70% (10.718.502) degli elettori scelsero la monarchia;
per un totale di voti validi 23.437.143;

Voti non validi: 1.509.735 (6,10%) di cui 1.146.729 schede bianche (4,70%).

I risultati furono proclamati il 10 giugno 1946 dalla Corte di cassazione: con un margine di 2 milioni di voti, fu decretata la fine del Regno d’Italia e la nascita della Repubblica Italiana, con la conseguente fine della monarchia e l’esilio dei Savoia; il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi assunse le funzioni di Capo provvisorio dello Stato.

In conseguenza del referendum, il 13 Giugno 1946, Umberto II, “il re di maggio” (10 maggio-13 giugno 1946) come venne definito, parti’ per l’esilio.

La Repubblica Italiana fu ufficialmente proclamata il 18 giugno 1946, data in cui la Corte di Cassazione confermo’ i risultati elettorali.

Il 2 giugno 1946, oltre al referendum istituzionale tra monarchia e repubblica, gli elettori votarono i 556 deputati dell’Assemblea Costituente che avrebbero redatto la nuova Carta Costituzionale, che ridisegnera’ l’impianto istituzionale italiano.

Le urne diedero i seguenti risultati:

Democrazia cristiana: 35,2%
Partito socialista (PSIUP): 20,7%
Partito comunista: 19%
Unione democratica nazionale: 6,8%
Fronte uomo qualunque: 5,3%
Partito repubblicano: 4,4%
Blocco nazionale liberta’: 2,8%
Partito d’azione: 1,4%
Altre liste che ottennero degli eletti: 1,7%.

In Valle d’Aosta la Democrazia cristiana ottenne il 48,2% dei suffragi, il Fronte Democratico Progressista Repubblicano (PSIUP, PCI, PRI, Pd’A) il 51,8% eleggendo un deputato.

In attesa che l’Assemblea costituente redigesse la nuova costituzione, fino al maggio del 1947 si ebbero governi di unita’ nazionale.

Il 4 marzo 1947 l’Assemblea costituente inizio’ la discussione in aula sul progetto di Costituzione.
Il 22 dicembre 1947 l’Assemblea voto’ a scrutinio segreto il testo della Costituzione, che venne approvato con 453 voti a favore e 62 contrari (Presenti votanti 515; maggioranza richiesta 258).
Il 27 dicembre 1947 la nuova Costituzione venne promulgata dal Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola, e venne pubblicata nello stesso giorno in una edizione straordinaria della Gazzetta Ufficiale.
La nuova Costituzione Italiana entro’ in vigore il 1° gennaio 1948.

In conseguenza del cambiamento istituzionale, la XIII disposizione transitoria della nuova Costituzione vieto’ l’esercizio dei diritti politici ai membri e ai discendenti di Casa Savoia e l’ingresso in Italia ai discendenti maschi della famiglia. I Savoia sono tornati in Italia solo il 15 marzo 2003, dopo 57 anni di esilio.

La data del 2 giugno venne istituita come festivita’ nazionale nel 1949.
Nel 1977 venne soppressa a causa dell’elevato numero delle festivita’ infrasettimanali e della loro negativa incidenza sulla produttivita’ sia delle aziende che degli uffici pubblici e le celebrazioni furono spostate alla prima domenica di giugno.
La festivita’ venne ripristinata nel 2001 con la Legge n. 336 del 20 novembre 2000, in quanto parte fondamentale della nostra memoria storica, ricorrenza che ricorda il coraggio di tutti coloro che, in armi, difesero, sino ad immolarsi, la Patria e diedero un determinante contributo per far nascere un’Italia libera, democratica, basata su fondamentali valori di dignita’, di giustizia e di solidarieta’ (Carlo Azeglio Ciampi, Festa della Repubblica 2004).

In breve, come si e’ arrivati al referendum del 2 giugno 1946:

Il 4 giugno 1944, con l’ingresso delle truppe alleate, Roma fu liberata.
Vittorio Emanuele III si ritiro’ a vita privata e nomino’ suo figlio Umberto II luogotenente, iniziando quindi in Egitto il suo esilio.
Fu nominato un nuovo Governo, in cui entrarono tutti i partiti del Comitato di liberazione ed il cui Presidente del Consiglio fu Ivanoe Bonomi.

Il Decreto legge luogotenenziale n. 151 del 25 giugno 1944, emanato dal governo Bonomi a pochi giorni di distanza dalla liberazione di Roma, stabiliva che alla fine della guerra sarebbe stata eletta a suffragio universale, diretto e segreto, un’assemblea costituente per scegliere la forma dello stato e dare al paese una nuova costituzione.

L’attuazione del decreto dovette attendere che la situazione interna italiana si consolidasse e si chiarisse: alla fine della guerra, nell’aprile 1945, l’Italia era un paese sconfitto, occupato da truppe straniere, e possedeva un governo che aveva appena ottenuto la definizione di cobelligerante.

Nel 1946, il Decreto legge luogotenenziale n. 151 del 25 giugno 1944 emanato dal governo Bonomi, fu integrato e modificato dal Decreto legislativo luogotenenziale n. 98 del 16 marzo 1946 del governo De Gasperi, che affidava ad un referendum popolare la decisione sulla forma istituzionale dello stato mentre il decreto luogotenenziale n. 99 sempre del 16 marzo fissava le norme per la contemporanea effettuazione delle votazioni per il referendum e l’assemblea costituente, quest’ultima da eleggersi con sistema proporzionale (Decreto legislativo luogotenenziale n. 74 del 10 marzo 1946).

Tratto da: http://www.parlandosparlando.com/view.php/id_977/lingua_0/whoisit_1)



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